Minstrel show
Il minstrel show (lett. "spettacolo dei menestrelli" in lingua inglese) anche abbreviato minstrel, era un tipo di spettacolo, nato negli Stati Uniti d'America durante l'Ottocento, che consisteva in una miscela di sketch comici, varietà, danze e musica, interpretati da attori bianchi con la faccia dipinta di nero, cioè in blackface. I minstrel show rappresentavano i neri in maniera stereotipata, e quasi sempre offensiva: in questi spettacoli erano immancabilmente mostrati come ignoranti, pigri e superstiziosi e veniva accentuato in maniera caricaturale il loro amore per la musica. Coloro che si esibivano durante questi spettacoli erano conosciuti come minstrel.[1]
Nonostante le molte connotazioni negative che vengono ad essi attribuite, i minstrel show contribuirono in modo significativo a promuovere la musica nera al pubblico bianco, determinando così la nascita della popular music americana.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Stando a delle fonti controverse,[2][3] la prima esibizione teatrale mirata a rappresentare la passione che hanno i neri per la musica in modo caricaturale venne fatta a Boston nel 1799 da un tedesco di nome Joahann Gottlieb Graupner. Nel corso della sua performance, egli si mostrò al pubblico con il volto annerito, un banjo ed eseguì un brano intitolato The gay Negro boy[4]. Grazie al suo successo, lo sketch verrà riproposto in altri spettacoli circensi e di varietà.
I primi minstrel show vennero tuttavia messi in scena durante gli anni trenta dell'Ottocento,[5] quando erano usati come intermezzi tra gli atti delle commedie. Secondo la tradizione, il primo a introdurre i minstrel show fu Thomas D. Rice intorno al 1830, del quale era celebre la canzone Jump Jim Crow.[1][6] Durante quaranta dell'Ottocento divennero un'espressione artistica completa a tutti gli effetti:[6][7] fu in questi anni che i Virginia Minstrels, fondati da Dan Emmett nel 1842, misero per primi in scena uno spettacolo interamente dedicato al blackface. La loro esibizione a New York portò alla nascita di molti altri imitatori.[6] Fu sempre in questo decennio che nacque la forma di minstrel show suddiviso in tre parti.[6] Si diffuse, in modo particolare dopo la guerra civile americana, la tendenza di enfatizzare, durante gli spettacoli, il colore nero degli afroamericani dipingendo loro la faccia di nero.[senza fonte] Oltre a essere la prima vera e propria espressione teatrale statunitense,[8] ebbero un ruolo fondamentale nella nascita dell'industria discografica statunitense,[6][9] generando interesse da parte dei bianchi nei confronti della musica nera.[10] Si assistette al momento di maggior successo dei minstrel show durante la seconda metà dell'Ottocento.[11] Mark Twain era un appassionato dei minstrel show. Egli scrisse, durante i suoi ultimi anni di vita:
«Ricordo il primo "negro musical" che vidi. Erano gli anni quaranta. Era una cosa completamente nuova. Nel nostro villaggio di Hannibal non ne avevamo mai sentito parlare e fu per noi una straordinaria sorpresa. (...) I minstrel apparivano con mani e facce nere come il carbone e i loro abiti erano chiassosi e stravaganti e si burlavano degli abiti degli schiavi neri delle piantagioni all’epoca. (...) Le loro labbra erano ispessite e allungate con un colore rosso vivace che le faceva assomigliare a fette di anguria. Avevano belle voci e i loro assoli e i loro cori erano per me una delizia.»
Agli inizi del Novecento questa forma di intrattenimento iniziò a perdere popolarità in favore del vaudeville. I minstrel show eseguiti da professionisti vennero inscenati fino agli anni dieci del Novecento;[senza fonte] le performance amatoriali di questo tipo continuarono sino agli anni cinquanta,[12] quando le prime rivendicazioni razziali degli afroamericani fecero perdere ogni popolarità al genere[senza fonte].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il tipico minstrel show era strutturato in tre atti. Inizialmente la troupe danzava sul palcoscenico, cantando e scambiando battute ironiche. La seconda parte consisteva di una varietà maggiore di sketch, fra cui lo stump speech, un monologo pieno di nonsense e giochi di parole che talvolta ironizzavano sulla politica, la scienza o la società. L'atto finale consisteva solitamente in un musical ambientato in una piantagione o nella parodia di una commedia popolare.[13] Fra i personaggi tipici dei minstrel show per primi introdotti[senza fonte] vi erano lo schiavo e il dandy. In seguito comparvero altre presenze fisse come la "matrona nera" (mammy), il "vecchio zio" (old darky), la provocante ragazza mulatta e il soldato nero. Gli attori e i produttori dei minstrel show dichiaravano spesso che le loro canzoni e le loro danze erano "autenticamente negre",[14] sebbene l'influenza esercitata dalla cultura afroamericana in questo genere di teatro sia stato messo in discussione.[senza fonte] I canti spiritual (noti come jubilees) entrarono nel repertorio del genere a partire dagli anni settanta dell'Ottocento, diventando così la prima vera musica tradizionale nera ad essere usata in un minstrel show.[senza fonte]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Minstrel, su treccani.it. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ (EN) Hans Nathan, Dan Emmett and the Rise of Early Negro Minstrelsy, University of Oklahoma Press, 1962, p. 34.
- ^ (EN) H. Earle Johnson, Musical Interludes in Boston, 1943, pp. 176-77.
- ^ Arrigo Polillo, Jazz, edizione aggiornata a cura di Franco Fayenz, Mondadori, Cles 2006, pag. 57
- ^ (EN) Blackface: The Birth of An American Stereotype, su nmaahc.si.edu. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ a b c d e Tutti i trucchi del razzismo, su ilmanifesto.it. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ (EN) Rite, Reversal, and the end of blackface minstrelsy, su jimcrowmuseum.ferris.edu. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ (EN) Minstrel Performers, ca. 1844, su edu.lva.virginia.gov. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ (EN) David Baskerville, Tim Baskerville, Music Business Handbook and Career Guide, SAGE Publications, 2019.
- ^ (EN) Janet Sturman, The SAGE International Encyclopedia of Music and Culture, SAGE Publications, 2019.
- ^ (EN) Minstrel Songs, su loc.gov. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ (EN) Today’s entertainment descends from minstrel shows, su brown.edu. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ (EN) Black Face Minstrelsy, su csun.edu. URL consultato il 22 aprile 2024.
- ^ (EN) Robert Nowatzki, Representing African Americans in Transatlantic Abolitionism and Blackface Minstrelsy, LSU Press, 2010, p. 36.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Tim Brooks, The Blackface Minstrel Show in Mass Media - 20th Century Performances on Radio, Records, Film and Television, McFarland, Incorporated, Publishers, 2019.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul minstrel show
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) blackface minstrelsy / minstrel show, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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