Microbioma marino
Tutti gli animali sulla Terra formano associazioni con microrganismi, inclusi protisti, batteri, archaea, funghi e virus. Nell'oceano, le relazioni animale-microbico sono state storicamente esplorate in singoli sistemi ospite-simbionte. Tuttavia, nuove esplorazioni sulla diversità dei microrganismi marini associati a diversi ospiti di animali marini stanno spostando il campo degli studi che affrontano le interazioni tra l'ospite animale e un microbioma con più membri multipli. Il potenziale dei microbiomi di influenzare la salute, la fisiologia, il comportamento e l'ecologia degli animali marini potrebbe alterare le attuali conoscenze su come gli animali marini si adattano al cambiamento, e in particolare i crescenti cambiamenti legati al clima e indotti dall'uomo che già hanno un impatto sull'ambiente oceanico.[1]
Negli oceani è difficile trovare organismi eucarioti che non vivono in stretta relazione con un partner microbico. I microbiomi associati all'ospite influenzano anche il ciclo biogeochimico all'interno degli ecosistemi con effetti a cascata sulla biodiversità e sui processi ecosistemici.
Attualmente sono in fase di studio i microbiomi di diversi animali marini, dglia organismi più semplici, tra cui spugne e ctenofori, agli organismi più complessi come ascidie e squali.
Coralli
[modifica | modifica wikitesto]I coralli sono uno degli esempi più comuni di un ospite animale la cui simbiosi con le microalghe può trasformarsi in disbiosi ed è visibilmente rilevata come sbiancamento. I microbiomi dei coralli sono stati esaminati in una varietà di studi, che dimostrano come le variazioni nell'ambiente oceanico, in particolare la temperatura, la luce e i nutrienti inorganici, influenzino l'abbondanza e le prestazioni dei simbionti microalgali, nonché la calcificazione e la fisiologia dell'ospite.[2][3] Gli studi hanno anche suggerito che batteri, archaea e funghi residenti contribuiscono inoltre al ciclo di sostanze nutritive e organiche all'interno del corallo, con i virus che potrebbero anche svolgere un ruolo nella strutturazione della composizione di questi membri, fornendo così uno dei primi scorci di un multi-simbiosi di animali marini di dominio.[4] Il gamma-proteobacterium Endozoicomonas sta emergendo come un membro centrale del microbioma del corallo, con flessibilità nel suo stile di vita.[5][6] Dato il recente sbiancamento di massa che si verifica sulle barriere coralline,[7] i coralli continueranno probabilmente a essere un sistema utile e popolare per la ricerca sulla simbiosi e sulla disbiosi.
Spugne
[modifica | modifica wikitesto]Le spugne sono membri comuni dei diversi habitat bentonici dell'oceano e la loro abbondanza e capacità di filtrare grandi volumi di acqua di mare hanno portato alla consapevolezza che questi organismi svolgono un ruolo fondamentale nell'influenzare i processi bentonici e pelagici nell'oceano.[8] Sono uno dei più antichi lignaggi di animali e hanno un piano corporeo relativamente semplice che si associa comunemente a batteri, archaea, protisti algali, funghi e virus.[9] I microbiomi spugnosi sono composti da specialisti e generalisti e la complessità del loro microbioma sembra essere modellata dalla filogenesi dell'ospite.[10] Gli studi hanno dimostrato che il microbioma spugnoso contribuisce al ciclo dell'azoto negli oceani, in particolare attraverso l'ossidazione dell'ammoniaca da parte di archei e batteri.[11][12] Più recentemente, è stato dimostrato che i simbionti microbici delle spugne tropicali producono e immagazzinano granuli di polifosfato,[13] forse consentendo all'ospite di sopravvivere a periodi di deplezione di fosfato in ambienti marini oligotrofici.[14] I microbiomi di alcune specie di spugne sembrano cambiare nella struttura della comunità in risposta alle mutevoli condizioni ambientali, tra cui la temperatura[15] e l'acidificazione degli oceani,[16][17] così come gli impatti sinergici.[18]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Apprill, A. (2017) "Marine animal microbiomes: toward understanding host–microbiome interactions in a changing ocean". Frontiers in Marine Science, 4: 222. DOI: 10.3389/fmars.2017.00222. Material was copied from this source, which is available under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.
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- ^ Neave, M.J., Michell, C.T., Apprill, A. and Voolstra, C.R. (2017) "Endozoicomonas genomes reveal functional adaptation and plasticity in bacterial strains symbiotically associated with diverse marine hosts". Scientific Reports, 7: 40579. DOI: 10.1038/srep40579.
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Bibliografia
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- National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine & Division on Earth and Life Studies, Chemical Sciences Roundtable, The Chemistry of Microbiomes: Proceedings of a Seminar Series, National Academies Press, 19 luglio 2017, ISBN 978-0-309-45839-9.
- Stal, L. J. and Cretoiu, M. S. (Eds.) (2016) The marine microbiome: an untapped source of biodiversity and biotechnological potential Springer. ISBN 9783319330006
- Sebastien Duperron, Microbial Symbioses, Elsevier Science, 30 novembre 2016, ISBN 978-0-08-102118-7.
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Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Alla scoperta del microbioma degli oceani, chiave del benessere del pianeta, su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile, 9 febbraio 2021. URL consultato il 4 giugno 2021.