Şehzade Mehmed Orhan

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Mehmed Orhan Osmanoğlu)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Şehzade Mehmed Orhan
Mehmed Orhan in alta uniforme dell'esercito albanese
Capo della Casa Imperiale di Osman
pretendente al trono ottomano
In carica19 luglio 1983 –
12 marzo 1994
PredecessoreŞehzade Ali Vasib
SuccessoreŞehzade Ertuğrul Osman
Nome completoMehmed Orhan Osmanoğlu (dopo il 1934)
Sultan Mehmed VIII o Sultan Orhan II (per i monarchici)
TrattamentoSua Altezza Imperiale
Altri titoliŞehzade dell'Impero ottomano
NascitaIstanbul, 12 ottobre 1909
MorteNizza, 12 marzo 1994 (84 anni)
Luogo di sepolturaCimitero Est, Nizza
DinastiaCasa di Osman
PadreŞehzade Mehmed Abdülkadir
MadreMihriban Hanim
ConiugiNafia Hanim
Margareth Fournier
Francesca Franchetti
FigliFatma Necla
Mehmed Selim
Ayten
ReligioneIslam sunnita

Şehzade Mehmed Orhan Efendi (turco ottomano: محمد اور خان; anche Mehmed Orhan Osmanoğlu; Istanbul, 12 ottobre 1909Nizza, 12 marzo 1994) è stato un principe ottomano, nipote del sultano Abdülhamid II, 42º Capo della Casa Imperiale di Osman e consigliere del re Zog I d'Albania.

Şehzade Mehmed Orhan nacque il 12 ottobre 1909 a Istanbul, nel Palazzo di Naime Sultan, situato nel quartiere Üsküdar. Suo padre era Şehzade Mehmed Abdülkadir, figlio del sultano ottomano Abdülhamid II, e sua madre la consorte Mihriban Hanim. I suoi genitori divorziarono nel 1913 e lui andò a vivere con sua madre dallo zio materno.

Venne istruito al College di Galata e al Robert College[1][2][3].

Nel 1924 la dinastia ottomana venne esiliata.

Mehmed Orhan iniziò a vagare per il mondo, risiedendo, fra gli altri luoghi, a Budapest in Ungheria, a Beirut in Libano, a Nizza in Francia e a Buenos Aires in Argentina.

Si mantenne come costruttore navale e gallerista a San Paolo in Brasile, tassista a Beirut e Damasco, impiegato in un cimitero negli Stati Uniti e consigliere del re Zog I d'Albania, una delle cui sorelle aveva sposato un suo zio.

Nel 1934, in ottemperanza alla legge sul cognome, prese nome Mehmed Orhan Osmanoğlu.

Nel 1983, alla morte di Şehzade Ali Vasib, divenne il 42° Capo della Casa Imperiale di Osman. In un'intervista alla rivista francese Life si riferì alla sua eredità regale come "sia sacra che ridicola" e che essere ottomani significava "sapere respirare storia"[4][5][6][7].

Şehzade Mehmed Orhan morì il 12 marzo 1994 a Nizza, in Francia. Fu sepolto due giorni dopo nel cimitero East Side[8].

Nel 2010 il comune ha traslato le sue ossa in un ossario comune, spiegando che la licenza era scaduta e non pagata da anni e che non era stato possibile contattare la famiglia a proposito[9].

Şehzade Mehmed Orhan ebbe tre mogli, un figlio e due figlie:[10][11][12]

  • Nafia Hanim. Terza e ultima figlia di Ali Reza Bey Yeğen e di sua moglie Nimet Hanım, era la sorella minore di Berkemal Hanim, consorte di Şehzade Mehmed Abdülaziz. Si sposarono nel 1932 e divorziarono nel 1933. Dopo si risposò con il principe Abbas Halil d'Egitto. Da lei ebbe una figlia:
    • Fatma Necla Sultan Osmanoğlu (Il Cairo, 14 settembre 1933 - Zurigo, 2010). Sposata, ha avuto due figli:
      • Sultanzade Mehmed Erol Germann (n.1952)
      • Sultanzade Osman Cem Germann (n.1963)
  • Margareth Fournier. Francese. Si sposarono nel 1940 a Parigi. Divorziarono nel 1945. Da lei ebbe un figlio:
    • Şehzade Mehmed Selim Osmanoğlu (Parigi, 3 ottobre 1943). Sposato, ha una figlia:
      • Claris Sultan Osmanoğlu (n.1971)
  • Francesca Franchetti. Baronessa italiana. Si sposarono dopo il 1945 e rimasero sposati per sette anni. Da lei ha avuto una figlia:
    • Ayten Sultan Osmanoğlu
  1. ^ Bardakçı 2008, p. 13.
  2. ^ Osmanoğlu, Ayşe (2000). Babam Sultan Abdülhamid. Mona Kitap Yayinlari. p. 267. ISBN 978-6-050-81202-2.
  3. ^ Kırpık, Cevdet (2011). Şehzade Evliliklerinde Değişim Changes in the Marriage of Ottoman Princes. p. 171.
  4. ^ Ekinci, Ekrem. "PADİŞAH OLACAKTI, MEZARI BİLE YOK: ŞEHZÂDE ORHAN EFENDİ". Ekrem Buğra Ekinci (in Turkish). Retrieved 6 February 2021.
  5. ^ Pope, Hugh (21 July 1992). "Oldest Ottoman to come home at last". The Independent. Archived from the original on 12 May 2022. Retrieved 6 February 2021.
  6. ^ Brookes, Douglas Scott (2010). The Concubine, the Princess, and the Teacher: Voices from the Ottoman Harem. University of Texas Press. p. 287. ISBN 978-0-292-78335-5.
  7. ^ "Kings in the Wings." Life. March 1990: 45.
  8. ^ "Osmanlı şehzadesine büyük saygısızlık". Sabah (in Turkish). 8 December 2014. Retrieved 6 February 2021.
  9. ^ PAZAN, İbrahim (18 December 2014). "HANEDAN NEREDE ÖLDÜ NEREYE GÖMÜLDÜ?". ibrahimpazan.com (in Turkish). Retrieved 6 February 2021.
  10. ^ Vâsıb, Ali; Osmanoğlu, Osman Selaheddin (2004). Bir şehzadenin hâtırâtı: vatan ve menfâda gördüklerim ve işittiklerim. YKY. pp. 239–240. ISBN 978-9-750-80878-4.
  11. ^ Bardakçı 2008, p. 21-23
  12. ^ Murat Bardakçı (2008). Son Osmanlılar: Osmanlı hanedanı'nın sürgün ve miras öyküsü. İnkılâp. p. 315. ISBN 978-975-10-2616-3.
  • Murat Bardakçı, Son Osmanlılar: Osmanlı Hanedanı'nın Sürgün ve Miras Öyküsü, İnkılâp, 2008, ISBN 978-9-751-02616-3.