Martha Goldstein

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Martha Goldstein, accanto al pianoforte Érard del 1851 usato in alcune sue registrazioni.

Martha Goldstein, nata Martha Svendsen (Baltimora, 10 giugno 1919Seattle, 14 febbraio 2014[1]), è stata una pianista e clavicembalista statunitense.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Ha studiato al Peabody Institute e poi alla Juilliard School, con Audrey Plitt, Eliza Woods, James Friskin e Mieczysław Munz. Ha insegnato per venti anni al Peabody e presso il Cornish College of the Arts[2] e dal 1968 ha collaborato con il quintetto di fiati Soni Ventorum,[3] dell'Università di Washington.[4] Vincitrice del concorso Steinway a Baltimora, ha sostenuto una carriera concertistica in America e nord Europa.[5]

Molte delle sue registrazioni sono state distribuite su LP dall'etichetta Pandora Records, casa discografica attiva per circa dieci anni dal 1973 e ritiratasi dall'attività con l'avvento sul mercato del compact disc. L'intero archivio di registrazioni è accessibile sotto licenza libera.[6][7] Molte sue registrazioni seguono criteri filologici e impiegano strumenti e accordature propri del periodo di composizione.[8][9][10]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Chopin: Studio op. 10 n. 1 in do maggiore (info file)
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Eseguito da Martha Goldstein su un pianoforte Érard del 1851, pubblicato in PAN 107
  • 1973 - The Italian Harpsichord (Pandora Records, PAN 101)[10][11][12]
  • 1974 - Bach: Flute sonatas. Complete and Authentic Works from the Neue Bach Gesellschaft: Alex Murray (flauto barocco); Martha Goldstein (clavicembalo) (Pandora Records, PAN 104)[13][14][15]
  • Bach: Flute Sonatas. Incomplete and Controversial Sonatas: Alex Murray (flauto barocco); Martha Goldstein (clavicembalo) (Pandora Records, PAN 105)[16]
  • Chopin: Études, Op. 10; Études, Op. 25 (Pandora Records, PAN 107)[17]
  • The Sound of the Keyboard Lute (Pandora Records, PAN 111)[18]
  • 1987 - Brahms: Waltzes (Pandora Records, PAN 119)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Obituary, in The Seattle Times, 27 febbraio 2014 (archiviato l'8 gennaio 2015).
  2. ^ Martha Goldstein - Pianist at Piano Society, su pianosociety.com, Piano Society. URL consultato il 29 ottobre 2013.
  3. ^ Soni Ventorum Wind Quintet - Artists, su soniventorum.com. URL consultato il 29 ottobre 2013.
  4. ^ Lyden Megan, The story of the Soni Ventorum Wind Quintet, University of Washington, 2000, OCLC 46797558.
  5. ^ Liner notes for The Sound of the Italian Harpsichord, su music.ibiblio.org, Pandora Records, 1973. URL consultato il 29 ottobre 2013.
  6. ^ I file sono disponibili anche su Wikimedia Commons alla pagina Martha Goldstein.
  7. ^ Pandora Records, su pan.zipcon.net. URL consultato il 29 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2010).
  8. ^ Come gli studi di Chopin, suonati su un pianoforte Érard del 1851 (ascoltabili su Commons).
  9. ^ Further information and biography, su duck.fm. URL consultato il 29 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2013).
  10. ^ a b L'album The Italian Harpsichord (PAN 101) è citato nella American Record Guide come esempio pionieristico dell'uso di accordature storiche. In una recensione del disco Early Italian Harpsichord Music (1520–1670); Edward Parmentier, clavicembalo; Wildboar WLBR 8001 (Harmonia Mundi):
    (EN)

    «Still in print is a Martha Goldstein recording of German and Italian music from Pandora (PAN 101). Goldstein uses a modern instrument in various tempered tunings, anticipating Parmentier's performance in his previous Wildboar release of Bach's Italian Concerto in Werckmeister temperament.»

    (IT)

    «È ancora in commercio una registrazione di Martha Goldstein di musica italiana e tedesca, edita da Pandora (PAN 101). Goldstein usa uno strumento moderno con varie accordature temperate, anticipando Parmentier nella sua registrazione per Wildboard del Concerto italiano di Bach con il temperamento Werckmeister

  11. ^ Directory of New Music, Crystal Record Company, 1977, p. 71.
  12. ^ Per questa incisione, ritenuta pionieristica e della quale una copia è depositata presso la Biblioteca del Congresso (LC 73-750964) è stata usata una replica di clavicembalo in stile italiano, costruito da Glenn D. White nel 1973, sviluppato insieme a Lutz Bungart. Ha due registri da otto piedi su un manuale; il piano armonico è in abete Douglas stagionato e la cassa in abete sottile. Nonostante lo stile costruttivo e tecnico sia italiano, le ricche decorazioni sono state fatte in stile fiammingo.
  13. ^ Stereo Review, vol. 36, CBS Magazines, 1976, p. 231.
  14. ^ Recensito in Stereo Review, aprile 1976, pp. 110-111.
  15. ^ Il flauto traverso impiegato nell'incisione è uno strumento originale di Johann Friedrich Engelhard (Norimberga, 1758-1801), intonato sul la a 419 Hz, appartenente alla collezione Wit (Amsterdam). Il clavicembalo è una replica di un modello italiano, simile a quello usato in PAN 101 ma con in più un registro di nazardo e una fila aggiuntiva di saltarelli. È stato accordato con il temperamento Werckmeister n. 1 per le sonate in si minore e in temperamento mesotonico per le altre. Martha Goldstein ha realizzato il basso continuo delle sonate in mi.
  16. ^ Si tratta di una raccolta di sonate la cui attribuzione a Bach è contestata da molti musicologi, tranne quella in la minore, il cui primo movimento è però incompleto. Nella registrazione è stata impiegata la copia di un flauto Willem Beukers di fine Settecento.
  17. ^ Per questa registrazione è stato impiegato un pianoforte originale Érard del 1851, restaurato da Allen Goldstein. Si è trattato di un lavoro conservativo con modifiche minime e lo strumento non è stato in alcun modo modernizzato, conservando anche i martelli e la meccanica originale. È un pianoforte molto più leggero rispetto a moderni strumenti delle stesse dimensioni (pesa la metà rispetto ad uno Steinway modello B), non avendo il telaio in acciaio, ma in legno con rinforzi metallici. L'accordatura di tale strumento è molto meno stabile e la gamma dinamica ridotta rispetto ai moderni strumenti.
  18. ^ Bach suonava il lautenwerk e si presume che le composizioni BWV 996-998 fossero scritte per esso. Lo strumento impiegato nella registrazione è stato costruito da Allen Goldstein nel 1978 ed è una tra le prime ricostruzioni moderne del lautenwerk.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • H. R. Smith Co, The new records, vol. 50, Berkeley, University of California, 1982.
  • Directory of new music, Crystal Record Company, 1977, OCLC 1085363.
  • The American organist, vol. 19, n. 1-6, American Guild of Organists, 1985.
  • Muse, vol. 4-6, Museum of Art and Archaeology, University of Missouri, 1970.

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