Mariatu Kamara

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Mariatu Kamara (Sierra Leone, 1987) è una scrittrice e attivista sierraleonese, Rappresentante Speciale dell'UNICEF per i bambini vittime delle guerre e fondatrice della Mariatu Foundation[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La storia di Mariatu Kamara è legata a quella del conflitto civile che ha devastato il suo paese d'origine, la Sierra Leone, tra il 1991 e il 2002. Nel 1999, all'età di 12 anni, un gruppo di soldati appartenenti al Fronte Rivoluzionario Unito devastarono il suo villaggio e catturarono Mariatu, amputandole entrambe le mani. A distanza di poco tempo fu violentata da un uomo più anziano che desiderava prenderla come seconda moglie, e a 13 anni diede alla luce un figlio frutto di quello stupro[2]. Oggi Mariatu Kamara vive in Canada, grazie all'aiuto di una famiglia che ha saputo della sua storia e si è offerta di sostenerla negli studi[3], e ha scelto di dedicare la sua vita all'attivismo a favore dei bambini vittime delle guerre. Nel 2009 ha ricevuto il premio Voices of courage dell'organizzazione Women Refugee Commission[4], ed è Special Representative for Children in Armed Conflict del Canada per UNICEF[5]. Anima inoltre la fondazione che porta il suo nome, dedicata alle donne vittime dei conflitti armati[6]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

Le esperienze vissute nella sua infanzia hanno costituito la materia prima del suo romanzo, The Bite of the Mango, pubblicato nel 2008. In Italia, il libro è stato tradotto con il titolo Quali mani asciugheranno le mie lacrime dalla casa editrice Sperling & Kupfer, con un'introduzione di Ishmael Beha.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ UNICEF - The Convention on the Rights of the Child - People and Partners - Mariatu Kamara
  2. ^ Global Feminist Profile: Mariatu Kamara, su genderacrossborders.com. URL consultato il 26 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2012).
  3. ^ Mariatu Kamara's inspiring story of how she survived Sierra Leone's civil war | Mail Online
  4. ^ VOICES OF COURAGE AWARDS 2011 Archiviato il 27 marzo 2011 in Internet Archive.
  5. ^ AnnickPress, su annickpress.com. URL consultato il 26 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2011).
  6. ^ mariatufoundation.com

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN88460154 · ISNI (EN0000 0000 7264 6549 · LCCN (ENno2009066648 · GND (DE137316682 · NDL (ENJA001125168 · WorldCat Identities (ENlccn-no2009066648
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