Marco Palmezzano

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Marco Palmezzano

Marco Palmezzano (Forlì, 1460Forlì, 1539) è stato un pittore e architetto italiano allievo di Melozzo da Forlì, col quale costituisce il nucleo della scuola forlivese di pittura. Scrive, infatti, Antonio Paolucci, Soprintendente per i Beni Artistici e Storici di Firenze, Prato e Pistoia: "A Forlì l’arte figurativa assumeva aspetti distinguibili rispetto a quelli pur simili e fraterni presenti nelle città vicine. Il responsabile della differenza, l’artista che ha dato alla Forlì del Rinascimento una sua specifica identità, è stato Marco Palmezzano".


Biografia

Marco Palmezzano nacque a Forlì tra il 1459 e il 1463.

La sua formazione si svolse nell'ambito di Melozzo da Forlì, infatti nelle sue prime opere si firma "Marcus de Melotiis", cioè Marco di Melozzo. Da lui riprese la salda impostazione monumentale delle figure; e con lui fu sia a Loreto, dove partecipò alla decorazione della cappella del Tesoro nella Santa Casa (sua è l'Entrata di Cristo in Gerusalemme), sia a Roma, dove lavorò nell'abside di Santa Croce in Gerusalemme.

Da Roma, Palmezzano riportò in Romagna la decorazione a grottesche (decorazioni ispirate a quelle dell'allora riscoperta Domus Aurea di Nerone e che diventano ben presto di moda), che formavano spesso il rivestimento decorativo delle sue architetture dipinte.

A questo primo periodo è da riferire la Crocifissione della Pinacoteca Civica di Forlì.

Del 1492 è la Madonna col Bambino fra i santi Giovanni Battista e Margherita della Chiesa Parrocchiale di Dozza.

Fra il 1493 e il 1494 fu a Forlì, al fianco di Melozzo da Forlì per la decorazione della Cappella Feo nella Chiesa di San Biagio (distrutta nei bombardamenti della Seconda guerra mondiale); la sua mano può essere rintracciata nelle figure pensose degli Apostoli.

Del 1493 sono la Madonna con il Bambino e Santi della Pinacoteca di Brera e la Annunciazione della Pinacoteca civica di Forlì; sempre in quell'anno collaborò ancora con Melozzo alla decorazione della cappella Feo in San Biagio a Forlì sua è la lunetta con il Miracolo di san Giacomo, opera distrutta.

Altre opere conservate a Brera sono: L'incoronazione della Vergine con i Santi Francesco e Benedetto, il frammento Testa recisa di San Giovanni Battista e la Adorazione del Bambino.

Palmezzano si trasferì a Venezia nel 1495, dove secondo un documento del 1495 aveva aperto una bottega: dalla pittura lagunare riprende il gusto per i paesaggi, per la luminosità, e per le architetture formate da marmi mischi, ripreso quest'ultimo da Cima da Conegliano.

Del 1497 circa è la Madonna col Bambino e i santi Giacomo e Michele, conservata a Faenza.

Nel 1501 si recò a Matelica per realizzare la pala con la Madonna col Bambino e i santi Francesco e Caterina. Sicuramente, di passaggio a Pesaro, vide la pala di Giovanni Bellini con l'Incoronazione della Vergine da cui riprese l'iconografia della cimasa, con una Deposizione dal sepolcro. Degli stessi anni è la Crocifissione fra i santi Gualberto e Maddalena dell'Abbazia di San Mercuriale).

Negli ultimi anni Palmezzano lavorò nella sua città natale, a Faenza e nelle valli che conducono a Firenze, a Cesena, a Ravenna.

Del 1506 è la Comunione degli apostoli di Forlì, con la lunetta alla National Gallery di Londra; da qui in poi oltre agli influssi della pittura veneta subì anche quelli del Francia. Nello stesso anno fornì i disegni di tre cappelle da erigersi nella chiesa di San Francesco a Forlì

Nel 1517 progettò l'ospedale dei Battuti per Forlì.

Si spense a Forlì nel 1539.

Nel 2006 la sua città natale ha voluto onorarlo dedicandogli una grande mostra monografica in occasione dell'inaugurazione del nuovo complesso Museale San Domenico a Forlì.

Opere

Collegamenti esterni

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