Maiale Dongpo

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Maiale Dongpo
Origini
Altri nomidōngpōròu[1]
Luogo d'origineBandiera della Cina Cina
DiffusioneCina
Dettagli
Categoriasecondo piatto
Ingredienti principali
  • maiale
  • vino
  • salsa di soia
  • zucchero
  • aromi

Il maiale Dongpo (東坡肉S, dōngpōròuP) è un piatto cinese ottenuto brasando della pancetta nella salsa di soia e nel vino.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del piatto è quello del poeta Su Shi, anche conosciuto come Su Dongpo, vissuto durante l'undicesimo secolo. Secondo la leggenda, Su Dongpo preparò il piatto quando, costretto all'esilio a Hangzhou, dovette cucinare per se stesso.[3][4][5] Per preparare il maiale brasato, il poeta fece brasare del maiale, lo sfumò con lo huangjiu (lett. "vino giallo") e lo fece stufare lentamente a fuoco basso. Tuttavia, secondo una diversa teoria di Lin Hsiang Ju e Lin Tsuifeng che riportano nella loro ricetta del "La fragranza del maiale: il maiale Dongpo", contenuta nel loro volume accademico di cucina Chinese Gastronomy del 1969, il «taglio di grasso quadrato prende il nome da Su Dongpo per ragioni ignote. Probabilmente tale scelta è motivata dal fatto che lo avrebbe apprezzato».[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il maiale Dongpo è un piatto abbondante composto da fette di pancetta piuttosto spesse (ca. 5 cm quadrati) che hanno la medesima quantità di carne e grasso. Esse vengono brasate nella salsa di soia e nel vino tramite quel lungo processo tipicamente cinese conosciuto come "cottura rossa".[3][4] Dal momento che la carne potrebbe risultare troppo grassa per i gusti occidentali, il libro di cucina del British Museum (1987) suggerisce di togliere il grasso appena il piatto è pronto. Lo stesso libro dichiara che il vino può essere sostituito con lo sherry.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mimi Sheraton Falcone, 1000 Cibi da provare nella vita - La bibbia dei sapori della decana del food writing americano, Rizzoli, 2015, p. "Dong po rou".
  2. ^ (EN) Video: How to make braised Dongpo pork, su straitstimes.com. URL consultato il 3 ottobre 2023.
  3. ^ a b c Michelle Berriedale-Johnson, Il libro di cucina del British Museum, Gian Franco Borelli, 1988, pp. 186.
  4. ^ a b (EN) Eugene Law, Intercontinental's best of China, China Intercontinental Press, 2004, p. 336.
  5. ^ (EN) Gwen Cannon, Michelin Must Sees Shanghai, Michelin Apa Publications, 2010, p. 133.
  6. ^ (EN) Hsiang-Ju Lin, Tsuifeng Lin, Chinese Gastronomy, Hastings House, 1969, p. 55.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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