Luisa Battistotti Sassi

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Luisa Battistotti Sassi (Stradella, 26 febbraio 1824San Francisco, 1876[1]) è stata una patriota italiana. Si è distinta come combattente durante le cinque giornate di Milano (18-22 marzo 1848).

Monumento alle cinque giornate (1895)
Luisa Battistotti

Il contributo alle 5 giornate di Milano[modifica | modifica wikitesto]

Secondo quanto documentato dalle cronache del tempo, la Battistotti domenica 19 marzo:

«Esce di casa (abita alla Vettabbia n. 3615) con intenzioni bellicose mentre arriva da destra correndo un drappello di sei austriaci. Chiude la fila un sergente un po' voluminoso che impugna sbadatamente una pistola. La Sassi, quando questo gli è a fianco, gli fa uno scarto e mentre quello è a mezzo equilibrio per evitare l'urto e non cadere, gli strappa fulmineamente di mano la pistola, mentre con una spintarella favorisce la caduta. Poi uno strillo, il gruppetto si ferma e si volta e si trova di fronte una pistola spianata ed una faccia dura, decisa, che intima loro di deporre vicino al muro i fucili e camminare lesti davanti a lei. Qualcuno però ha osservato dalla finestra, s'è fatto coraggio ed è disceso in istrada. Presto alcuni popolani hanno preso i fucili ed accompagnano i prigionieri alla vicina caserma dei finanzieri che, tutti italiani, hanno già fatto causa comune con gli insorti.»

Un altro episodio è riportato da Renata Pescanti nella sua monografia sulle donne del risorgimento. La Battistotti, all'epoca ventiquattrenne, vestita da uomo, eresse nel suo quartiere una barricata, raccogliendo intorno a sé un centinaio di concittadini che in un duro combattimento riuscirono ad avere la meglio sulla resistenza austriaca in tutta la zona compresa fra S. Celso, S. Eustachio e Porta Ticinese.

Barricata in una via di Milano

Che il contributo della Battistotti all'insurrezione sia stato di grande rilevanza è comprovato da due fatti documentati[2]. Il primo è che solo a lei, e al calzolaio Pasquale Sottocorno, è stato riservato il privilegio di sedere in prima fila, insieme alle autorità, nel Duomo di Milano per il solenne "Te Deum" celebrato dopo la cacciata degli austriaci. Il secondo è che solo per lei, e per il citato Sottocorno, il Governo Provvisorio decise la concessione di una pensione. La Battistotti però non riuscì mai a riscuotere la sua meritata pensione perché il rientro degli Austriaci a Milano la costrinse all'esilio[2]. Dapprima si rifugiò in Piemonte ma in seguito emigrò negli Stati Uniti dove si persero le sue tracce[2].

In memoria del suo contributo all'insurrezione le è stata dedicata una via di Milano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Virginio Inzaghi, I medaglioni biografici di illustri pavesi, Edizioni TCP, 1973.
  • Renata Pescanti Botti, Donne del risorgimento italiano, Casa Editrice Ceschina, 1966.
  • Wanda Boiardo Brondoni, Luisa Battisotti Sassi eroina della libertà, Quaderno documentativo del Lions Club di Stradella, 2001.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]