Leuce

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Leuce (in greco antico: Λεύκη, Lèukē, "bianca") è un personaggio della mitologia greca.

Leuce
Sagamitologia greca
Nome orig.Λεύκη (Leuke)
Caratteristiche immaginarie
Specieninfa
Sessofemmina
EtniaOceanina
Professioneamante di Ade

Mito[modifica | modifica wikitesto]

Leuce era una ninfa Oceanina, figlia del Titano Oceano. Fu l'amante di Ade, dio dei morti, prima che questi sposasse Persefone, e visse con lui agli Inferi fino alla morte. Dopo la sua scomparsa, Ade trasformò il suo cadavere in un pioppo bianco, che posizionò nei Campi Elisi, vicino alla Fontana della Memoria[1].

Quando l'eroe Eracle visitò gli Inferi durante una delle sue dodici fatiche, s'incoronò con un diadema fatto proprio con le foglie di quest'albero[1].

Significato[modifica | modifica wikitesto]

I due lati di una foglia di pioppo bianco

Il pioppo bianco è caratterizzato da foglie bicolori, verdi da un lato e bianche dall'altro.

Secondo Servio, ciò rappresentava la dualità terrena-ctonia, motivo per cui Eracle, che trionfò sia nel mondo dei vivi che in quello dei morti, lo scelse come simbolo[1][2][3]. In seguito, Eracle fu reso il patrono dei giochi olimpici, e in suo onore il pioppo venne usato nelle corone dei vincitori[4].

Il pioppo era anche usato nei riti dionisiaci, in onore della doppia natura di Dioniso-Zagreo[5], e nei riti in onore di Zeus a Elide, in onore del suo aspetto di Zeus Ctonio[6]. Era anche un elemento tipico dei riti funebri[4].

Robert Graves, nelle sue ricostruzioni della natura allegorica dei riti, suggerisce una sincretizzazione fra Leuce e Persefone, essendo il pioppo bianco sacro anche a quest'ultima[7], e definisce il pioppo come uno dei tre alberi della rigenerazione, insieme all'ontano e al cipresso[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Servio, Ecogla 7.61, commento
  2. ^ Isidoro di Siviglia, Etymologiae 17.4.45
  3. ^ Paul Zanker, The Power of Images in the Age of Augustus (University of Michigan Press, 1988, 199), p. 118
  4. ^ a b Calvert, P. Vergili Maronis. Aeneidos Liber V, p. 48.
  5. ^ Alberto Bernabé e Ana Isabel Jiménez San Cristóbal, Instructions for the Netherworld: The Orphic Gold Tablets (Brill, 2008), pp. 93 e 125
  6. ^ Evans, "Dodona, Dodola, and Daedala," p. 114, citando Arthur Bernard Cook, "Zeus, Jupiter, and the Oak," Classical Review 17 (1903), p. 273.
  7. ^ Robert Graves, (1955). The Greek Myths I (London: Penguin, 1955, revised edition 1960), pp. 121, 124-125, e The Greek Myths II, p. 154.
  8. ^ Robert Graves, The White Goddess: A Historical Grammar of Poetic Myth (New York, 1948, 1975, 1999 printing), p. 171

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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