Leopoldo Alinari

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Leopoldo Alinari con i fratelli Giuseppe (1837-1890) e Romualdo (1830-1890)

Leopoldo Alinari (Firenze, 1832Firenze, 1865) è stato un editore italiano.

Fratello maggiore di Giuseppe e Romualdo Alinari, fondò indipendentemente nel 1854 a Firenze la casa editrice d'arte Alinari, che si specializzò presto in riproduzioni fotografiche.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Firenze nel 1832, Leopoldo andò a bottega dal calcografo Giuseppe Bardi, mentre il fratello Romualdo nel laboratorio Batacchi e il fratello Giuseppe imparò il mestiere dall'intarsiatore Falcini. Leopoldo aprì un proprio laboratorio in via Cornina nel 1852, mentre la fotografia a Firenze era esclusiva dei pochi tecnici civili (Officine Galileo) e militari (Istituto Geografico Militare). Gli Alinari cominciano a riprodurre i monumenti e le opere d'arte della città su lastre che i fratelli Bisson, fotografi a Parigi, poi avrebbero venduto alla borghesia d'oltralpe.[1]

Nel 1855 si affermarono come fotografi di fama internazionale, con la partecipazione all'Esposizione di Parigi; parteciparono all'Esposizione di Bruxelles del 1856; ottennero commissioni dai regnanti britannici e dagli Asburgo di Vienna. Nel 1861, all'Esposizione Italiana di Firenze vennero presentati al pubblico, per la prima volta, dei lavori di ritrattistica, tra cui alcuni ritratti dei principi e un grande panorama di Firenze in tre parti.[1]

Nel 1863 gli Alinari si trasferirono nel palazzo del nuovo quartiere detto di Barbano, in via Nazionale 8. Nell'anno del trasferimento della capitale da Torino a Firenze, 1865, a novembre Leopoldo Alinari morì prematuramente, lasciando il fratello Giuseppe solo alla direzione dello stabilimento.[1]

Alinari raccolse 110 000 opere d'arte prima di morire. Gli succedettero alla guida i fratelli e, dal 1890, il figlio Vittorio Alinari, che la resse fino al 1920, quando cambiò nome in IDEA.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Fratelli Alinari, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 1º febbraio 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN17868088 · ISNI (EN0000 0000 6670 6373 · ULAN (EN500019965 · LCCN (ENnr93050689 · GND (DE11219317X · BNF (FRcb15342462b (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr93050689