Lega Italiana per la Lotta ai Tumori

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La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) è un ente pubblico su base associativa nato a Roma nel 1922.

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Persegue le proprie finalità sul territorio nazionale attraverso una rete di 106 associazioni provinciali, spesso configurate come associazioni di volontariato (come ODV e ATS) 389 ambulatori e oltre 20 000 volontari.

Dal 2000 la Lilt è presieduta dall'oncologo Francesco Schittulli, ex presidente della Provincia di Bari[1].

Attività[modifica | modifica wikitesto]

La LILT opera senza fini di lucro e ha come compito istituzionale primario la prevenzione oncologica.

Il suo impegno è dedicato principalmente a:

  • prevenzione primaria: attività di formazione e sensibilizzazione soprattutto su abitudini e stili di vita (alimentazione, fumo, attività sportiva), sulla popolazione generale con particolare attenzione ad ambiti come quello scolastico.
  • prevenzione secondaria: diagnosi precoce, visite ed esami, come caratteristico delle campagne di screening.
  • prevenzione terziaria: supporto psico-sociale alla persona che ha già avuto un evento patologico, sia al malato che alla sua famiglia, con azioni come riabilitazione post-chirurgica e fisioterapica, assistenza agli ammalati, ospitalità per gli ammalati ed i loro accompagnatori, campagne informative sul quadro tecnico-legislativo.
  • supporto infrastrutturale al servizio sanitario: sostegno alla ricerca, formazione dei volontari.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Opera sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, sotto la vigilanza del Ministero della Salute e si articola in comitati regionali di coordinamento. Nel 2003 ha ricevuto la Medaglia d'Oro al Merito della Salute Pubblica dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gian Antonio Stella,Sergio Rizzo, Licenziare i padreterni: L'Italia tradita dalla casta, Rizzoli, 2009, ISBN 978-88-586-1931-5. (consultabile anche online)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN126539934 · ISNI (EN0000 0004 1758 759X · J9U (ENHE987007455525805171
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