Lampade UV-B

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Le lampade UV-B sono lampade che emettono uno spettro di luce ultravioletta con lunghezze d'onda comprese tra 290 e 320 nanometri. Questo spettro è anche comunemente chiamato spettro biologico a causa della sensibilità del corpo umano alla luce di tale lunghezza d'onda. La luce UV-B non abbronza molto la pelle, rispetto alle lampade UV-A che vengono utilizzate nei solarium.

Lampada di Wood una possibile emittente di raggi UV-B

Come cura per la pelle[modifica | modifica wikitesto]

Le principali malattie che vengono trattate con le lampade UV-B sono la psoriasi, il lichen planus e la dermatite atopica (eczema),[1] vitiligine (perdita del colore della pelle) e alcune altre malattie della pelle.

Ci sono migliaia di cliniche dermatologiche in tutto il mondo che curano i disturbi della pelle con le lampade UV-B. Molte persone che soffrono di psoriasi o di altre malattie della pelle hanno la propria lampada UV-B per il trattamento domiciliare. Una piccola lampada viene utilizzata per trattare aree limitate della pelle, mentre le cabine per tutto il corpo sono disponibili nelle cliniche e negli ospedali.

La sovraesposizione ai raggi UV-B può bruciare la pelle, quindi il tempo di esposizione deve essere regolato da un timer che spenga la lampada.

Quando la pelle viene esposta a una luce UVB di 297 nanometri, il colesterolo nella pelle si trasforma in vitamina D3 . La pelle ha bisogno di soli 50-100 mili joule di luce a 297 nanometri per generare vitamina D3.

15 minuti di sole al giorno sono generalmente considerati sufficienti.

Rischi[modifica | modifica wikitesto]

I trattamenti UV-B per la cura delle malattie della pelle (psoriasi, vitiligine, dermatite atopica, ecc.) sono somministrati in dosi molto basse. I trattamenti durano solo pochi minuti.

La dose massima di UV-B è di 0,5 Joule per trattamento. La dose massima per UV-B a banda stretta è invece di 3 Joule per trattamento. Questo basso dosaggio non aumenta il rischio di cancro della pelle e la fototerapia UV-B rimane un trattamento molto sicuro.[2] La ricerca che cita dieci anni di esperienza con la fototerapia nello Yonsei Medical Center non ha rivelato alcun caso di malignità della pelle.[3]

Troppe radiazioni ultraviolette UV di lunghezza d'onda indesiderabile possono causare danni diretti al DNA, scottature solari e cancro della pelle.[4] Contrariamente all'esposizione alla luce UV-B somministrata a basso dosaggio, è stato riscontrato che la luce UV-A aumenta il rischio di cancro della pelle a causa della lunghezza d'onda problematica e perché viene somministrata in un dosaggio molto più elevato.

Note[modifica | modifica wikitesto]