La canzone dei sommergibili

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La canzone dei sommergibili (in seguito nota come Inno dei sommergibilisti o Inno dei sommergibili) è una canzone italiana dedicata ai sommergibilisti italiani, composta durante il regime fascista su musica di Mario Ruccione, prolifico compositore, autore anche di Faccetta nera e di numerose altre classiche canzoni fasciste. Il testo è del commediografo e giornalista Guglielmo Giannini – accreditato con lo pseudonimo Zorro – che nel dopoguerra diverrà noto come il creatore del Fronte dell'Uomo Qualunque.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1941, poco dopo la entrata in guerra dell'Italia (10 giugno 1940), l'Opera nazionale del dopolavoro indisse un concorso a livello nazionale per musica e canzoni patriottiche: tra di esse “La canzone dei sommergibili”, espressamente dedicata ai sommergibilisti italiani, si classificò seconda[2]. Così recitava il ritornello della canzone:

«Andar / pel vasto mar / ridendo in faccia a monna Morte ed al Destino!
Colpir / e seppellir / ogni nemico che s'incontra sul cammino!
È così che vive il marinar / nel profondo cuor / del sonante mar!
Del nemico e dell'avversità / se ne infischia perché sa / che vincerà.»

La canzone, pubblicata l'anno successivo, divenne rapidamente popolare.

Le parodie[modifica | modifica wikitesto]

Il successo della canzone la fece diventare oggetto di una parodia che sulla medesima melodia inseriva ben differenti versi, che denunciavano le condizioni di miseria durante la guerra: È così che vive l'italian:

«È così che vive l’italian / compra sotto man / la polenta e il pan.

Delle leggi e dell’avversità / se ne infischia perché sa / che mangerà![3]»

Tale popolarità non cessò nemmeno a seguito della caduta del regime e, dopo l'armistizio di Cassibile, la canzone venne adottata dalla Resistenza italiana che ne fece circolare differenti parodie intitolate È così che vive il partigian, in cui un giovane partigiano si rivolgeva idealmente alla madre per far accettare le ragioni del figlio che decideva di darsi alla macchia e combattere per la libertà[4]:

«È così che vive il partigian / con le bombe a man / dentro il tascapan!
Dei tedeschi e dei repubblican / se ne infischia perché sa / che vincerà!»

Nel dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la guerra ritornò in auge la versione originale, nonostante fosse di fatto rappresentativa del tipico canzoniere fascista di guerra, mutando nel tempo la denominazione in Inno dei sommergibili[5].

Esso è attualmente parte del repertorio musicale ufficiale della banda musicale della Marina Militare italiana.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Simone Fattori, Suoni nell'etere: Cento anni di musica e radio, Vololibero, 10 agosto 2020, ISBN 978-88-32085-19-8. URL consultato il 23 maggio 2023.
  2. ^ Marino Miccoli, L'inno dei sommergibilisti
  3. ^ Strofette antifasciste sulla fame e "la borsa nera", su ildeposito.org. URL consultato il 27 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2012).
  4. ^ emmerre, Ribelli e partigiani, su umanitanova.org. URL consultato il 21 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2013).
  5. ^ Sostituendo tuttavia in una strofa il termine "se ne frega", tipico del frasario fascista, con il più accettabile "se ne infischia".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]