La calda estate di Gigino Pestifero

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La calda estate di Gigino Pestifero
Altro titoloLa calda estate del Pestifero
AutoreGiovannino Guareschi
1ª ed. originale1967
Genereromanzo
Sottogenereletteratura per ragazzi
Lingua originaleitaliano

«Questa è la storia della calda estate di Gigino Pestifero e della sua ghenga...»

La calda estate di Gigino Pestifero (riedito col titolo La calda estate del Pestifero) è un romanzo per ragazzi del 1967 dell'autore italiano Giovannino Guareschi.

Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni Sessanta Giovannino Guareschi ebbe l'incarico di realizzare un libro pubblicitario per i gelati Tanara, di cui conosceva il titolare dell'impresa, utilizzando il personaggio di Gigino Pestifero creato da Paul Campani (che avrebbe poi illustrato il volume accreditandosi semplicemente come "Paul") per Carosello[1].

Quando il libro fu dato alle stampe, Guareschi scoprì che il testo che aveva composto era stato rimaneggiato e tagliato dall'illustratore in più punti, senza che di ciò fosse stato preventivamente informato. In particolare, fu tagliato proprio il trafiletto «La seduta finì con un'orgia di gelati Tanara [...] perché effettivamente un gelato Tanara rappresenta la fine migliore di ogni avventura»[2] che avrebbe dato il carattere pubblicitario alla pubblicazione. Guareschi diffidò allora l'editore dal ristampare l'opera, una volta esaurita la prima edizione[3].

Il testo originale di Guareschi vide la luce solo in occasione della ristampa del 1994 per la Rizzoli, a cura dei figli Carlotta e Alberto, in un libro di piccolo formato senza illustrazioni.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Gigino detto il Pestifero è un ragazzino che si atteggia a bulletto, capo di una piccola ghenga. In una caldissima estate decide di andare con l'amico Asdrubale (il membro "intellettuale" del gruppo, di famiglia più che benestante) a cercare un luogo fresco dove passare le vacanze scolastiche, lontano dagli adulti; ai rispettivi genitori diranno che quelli di Asdrubale (che in realtà sono in villeggiatura per proprio conto) li ospiteranno nella loro casa di vacanze. Gigino e Asdrubale arrivano ad un luogo remoto tra le colline, recintato da un alto muro. Lì vedono un vecchio che esce da un passaggio sotterraneo; gli offrono da bere e da fumare e apprendono da lui, divenuto loquace, che oltre il muro c'è un grande parco con uno stagno, una villa disabitata da anni e animali inselvatichiti (ma non pericolosi) che vi scorrazzano. La ghenga di Gigino s'installa nella casa del custode e vi passa giorni felici, finché durante un violento temporale l'edificio non è gravemente danneggiato da un fulmine. I ragazzini si rifugiano allora sotto il portico della villa, dove una donna e un bambino apparsi repentinamento li invitano a prendere la chiave per entrare in casa.

La notte successiva arrivano alla villa un uomo, un giovanotto e una ragazza che sottraggono quadri e libri antichi. Quando si fa giorno, Gigino e Asdrubale vanno ad avvertire il padrone della villa, a cui descrivono i ladri: i due giovani sono riconosciuti come i suoi nipoti, che sono scoperti in possesso del maltolto. Raccontano anche dell'apparizione della donna e del bambino, che sono la moglie e il figlio del proprietario affogati nello stagno vent'anni prima. Come ricompensa per il servizio reso, ai ragazzini viene permesso di restare nella villa fino al termine delle vacanze.

Personaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Gigino detto il Pestifero: un bulletto, ma di quelli simpatici, capo incontrastato della ghenga. È pieno di spirito d'iniziativa e guida spericolatamente il suo ciclomotore Leopardo.
  • Cavallasecca[4]: ragazzina alta e snella. Deve badare al fratellino di tre anni, detto Pio-Pio[5], quando la madre e la zia non possono, e se lo porta a scuola. Proprio il comportamento di Pio-Pio, rimasto muto e immobile nel cestino delle cartacce durante un'ispezione ministeriale in classe, convince Gigino ad ammettere i due nella ghenga.
  • Lulù la Rossa: ragazzina rotondetta, graziosina, molto svanita, si dava arie da «vamp» e da «pupa».[6]
  • Ciccio Bomba[7]: il forzuto. Un pezzaccio di ragazzo gagliardo come un toro, capace di disintegrare in cinque secondi un filone di pane lungo 55 centimetri.[6]
  • Asdrubale[8]: l'intellettuale della faccenda: piccolo, occhialuto, sgobbone, vestito alla marinara, fanatico divoratore di libri, primo della classe e ben sistemato a quattrini.[6] È l'unico benestante ed anche l'unico ad avere il senso del denaro; di carattere testardo ma tremendamente fifone, si associa a Gigino per essere protetto dalle angherie degli altri ragazzi del quartiere.
  • Il vecchio cacciatore. S'introduce nel parco della villa per cacciare di frodo gli animali rinselvatichiti. Apprezza il vino e i sigari che gli offrono Gigino e Asdrubale e in più riprese va a visitare i ragazzini per controllare che stiano bene. Anche a lui è successo di vedere i fantasmi della donna e del bambino.
  • Il proprietario della villa: un distinto signore sulla cinquantina. Dopo la morte della moglie e del figlio si è stabilito in città e non è più tornato nel luogo della tragedia. Alla fine si trasferisce nuovamente nella villa.
  • L'uomo coi baffetti: malvivente che accompagna i nipoti del proprietario nel furto alla villa.
  • Rudy e Gegi: fratello e sorella, nipoti del proprietario della villa. Smascherati, vengono diseredati dallo zio.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovannino Guareschi, La calda estate di Gigino Pestifero, illustrazioni di Paul, Bologna, Editoriale il Borgo, 1967.
  • Giovanni Guareschi, La calda estate del Pestifero, Opere di Guareschi, Milano, Rizzoli, 1994, pp. XIII-90, ISBN 88-17-84334-2.
  • Giovanni Guareschi, Piccolo mondo borghese; La calda estate del Pestifero, Le raccolte del Corriere della Sera - Guareschi: opere 5, Milano, Rizzoli-Corriere della Sera, 2015.
  • Giovanni Guareschi, La calda estate del Pestifero, BUR. Contemporanea, Milano, Rizzoli, 2020, p. 130, ISBN 9788817147675.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lorenzo Mercatanti, Per un'orgia di gelati Tanara [collegamento interrotto], su Il colophon. URL consultato il 30 luglio 2017.
  2. ^ Carlotta e Alberto Guareschi, prefazione a Guareschi 1994, p. XII
  3. ^ Giorgio Perlini, Il più bel libro (non) di Guareschi, su tu(t)ti libri, io mi libro. URL consultato il 30 luglio 2017.
  4. ^ Chiamata la Secca nell'edizione del 1994.
  5. ^ Chiamato Miko nell'edizione del 1994.
  6. ^ a b c Guareschi 1967, p. 35.
  7. ^ Chiamato Chico nell'edizione del 1994.
  8. ^ Chiamato talvolta Asdrubaluba da Gigino nell'edizione del 1994.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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