Beta Herculis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Kornephoros)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Beta Herculis
Beta Herculis
ClassificazioneGigante gialla
Classe spettraleG7IIIa[1]
Distanza dal Sole148 anni luce
CostellazioneErcole
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta16h 30m 13.200s
Declinazione+21° 29′ 22.60″
Dati fisici
Raggio medio17[2] R
Massa
Temperatura
superficiale
5000 K (media)
Luminosità
175 L
Dati osservativi
Magnitudine app.+2,78
Magnitudine ass.-0,50
Parallasse23,44mas
Moto proprioAR: -99.15 mas/anno
Dec: -15.39 mas/anno
Velocità radiale-25,5 Km/s[1]
Nomenclature alternative
Kornephoros, Korneforos, Rutilicus, α Her, 27 Her, HR 6148, HD 148856, SAO 84411, BD+21 2934, FK5 618, HIP 80816.

Coordinate: Carta celeste 16h 30m 13.2s, +21° 29′ 22.6″

Beta Herculis (Beta Her, β Herculis / 27 Herculis) conosciuta anche con il nome tradizionale di Kornephoros, è la stella più brillante della costellazione di Ercole. Viene anche chiamata con il nome di Rutilico[3]. Di magnitudine apparente +2,78, dista 148 anni luce dal sistema solare[4].

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Grazie alla sua posizione non fortemente boreale, può essere osservata dalla gran parte delle regioni della Terra, sebbene gli osservatori dell'emisfero nord siano più avvantaggiati. Nei pressi del circolo polare artico appare circumpolare, mentre resta sempre invisibile solo in prossimità dell'Antartide. La sua magnitudine apparente, di circa +2,78, le permette di essere facilmente individuata anche da centri urbani di dimensioni medie.

Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra maggio e settembre; da entrambi gli emisferi il periodo di visibilità rimane indicativamente lo stesso, grazie alla posizione della stella non lontana dall'equatore celeste.

Caratteristiche fisiche[modifica | modifica wikitesto]

La stella è una gigante gialla di tipo spettrale G7III con una massa del triplo o poco più di quella solare. Il raggio è 17 volte quello del Sole ed emette 175 volte più luce; la velocità radiale negativa indica che la stella si sta avvicinando al sistema solare[1].

Nel 1908 si osservò che la stella era una binaria spettroscopica, che era cioè possibile dedurre che si trattava di una doppia tramite analisi spettroscopica, poiché la separazione tra le due componenti non permetteva la risoluzione visuale delle due stelle. Nel 1977, all'osservatorio di Monte Palomar fu possibile risolvere le due componenti tramite la tecnica dello speckle imaging. Nel 2005, analizzando i dati del satellite Hipparcos venne calcolato il periodo orbitale delle due componenti, che risultò essere di 410 giorni. Non è ben conosciuta la secondaria, si presume solamente che sia una stella con una massa pari al 90% di quella del Sole.

La stella emana una significativa quantità di raggi X, che implica la presenza di attività magnetica. Possiede un'età stimata in circa 440 milioni di anni, e ha iniziato la sua vita come una calda stella bianco-azzurra di sequenza principale, simile a Zubeneschamali (β librae)[4].

Il suo diametro è circa 20 volte quello solare[4], e possiede una metallicità inferiore rispetto al Sole, circa il 54 %[5].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Kornephoros deriva dalla lingua greca e significa portatore del randello[4]. Questa stella è anche chiamata Rutilicus, nome condiviso con Zeta Herculis. Rutilicus deriva da rutellum, che a sua volta è diminutivo di rutrum, uno strumento tagliente usato nell'Antica Roma, che Ercole portava con sé nelle prime rappresentazioni[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c bet Her -- Star SIMBAD
  2. ^ a b Fundamental parameters of stars (Allende Prieto+, 1999)
  3. ^ Rutilico, in Dizionario delle scienze fisiche, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1996. URL consultato il 27 gennaio 2017.
  4. ^ a b c d kornephoros (Stars, Jim Kaler)
  5. ^ Soubiran, C.; Bienaymé, O.; Mishenina, T. V.; Kovtyukh, V. V., Vertical distribution of Galactic disk stars. IV. AMR and AVR from clump giants, in Astronomy and Astrophysics, vol. 480, n. 1, 2008, pp. 91-101 (Tabla consultada en CDS).
  6. ^ Kornephoros (The Fixed Stars)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Stelle: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di stelle e costellazioni