Koolhoven F.K.56

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Koolhoven F.K.56
Descrizione
Tipoaereo da addestramento
bombardiere leggero
Equipaggio2
CostruttoreBandiera dei Paesi Bassi Koolhoven
Data primo volo21 giugno 1938
Data entrata in servizio1939
Data ritiro dal servizio1940
Esemplari17
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza7,85 m
Apertura alare11,50 m
Altezza2,30 m
Superficie alare20,00
Peso a vuoto1 150 kg
Peso max al decollo1 700 kg
Propulsione
Motoreun Armstrong Siddeley Cheetah X
Potenza500 hp
Prestazioni
Velocità max305 km/h
Velocità di crociera275 km/h
Autonomia850 km
Tangenza7 600 m

i dati sono estratti da The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985)[1]

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Il Koolhoven F.K.56 era un monomotore, monoplano, biposto, da addestramento basico sviluppato dall'azienda aeronautica olandese Koolhoven nella seconda metà degli anni trenta del XX secolo, e prodotto in piccola serie.[2]

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del 1937 il governo olandese emise un requisito per la fornitura di un moderno aereo da addestramento monoplano, con cui formare piloti, osservatori e mitraglieri.[3] In risposta l'ingegnere Frederick Koolhoven,[4] titolare della omonima azienda di costruzioni aeronautiche, progettò e realizzò un nuovo modello che fu designato F.K.56.[3] Si trattava di un monoplano ad ala bassa a gabbiano, a carrello fisso, biposto ad abitacolo chiuso,[1] equipaggiato con un motore radiale Wright Whirlwind R-975-E3 da 420 hp. Per accelerarne al massimo lo sviluppo, l'ingegnere J. Weyer[5] e il suo team modificarono la fusoliera del diciannovesimo F.K.51 di produzione, ricoprendo i due posti di pilotaggio con un tettuccio, installando un'ala a gabbiano, e carrello d'atterraggio fisso a sbalzo.[5]

Immatricolato PH-ASB il 21 febbraio 1938, il prototipo andò in volo per la prima volta a Welshap, vicino ad Eindhoven, il 21 giugno[3] nelle mani del capo collaudatore Thomas Coppers.[5] Nell'autunno di quello stesso anno l'aereo venne presentato alla Luchtvaartafdeeling[5] sul campo d'aviazione di Soesterberg, dove fu sottoposto a prove comparative con il Focke-Wulf Fw 56 Stösser, che diedero esito positivo tanto che, poco tempo dopo, fu emesso un primo ordine per la costruzione di 10 aerei.[5]

Lo sviluppo continuò, e il secondo prototipo, che volò per la prima volta nel giugno 1939,[1] fu completato molto diversamente. Il velivolo ricevette un'ala media dritta, un carrello retrattile, e un abitacolo solo parzialmente chiuso in quanto il mitragliere sedeva a cielo aperto.[3]

Descrizione tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Aereo da addestramento, monoplano, monomotore, biposto,[6] di costruzione mista in legno e metallo. La configurazione alare prevedeva un'ala dritta posta in posizione mediana sulla fusoliera L'impennaggio di coda era del tipo classico monoderiva, dotato di piani orizzontali non controventati.[3]

Il carrello d'atterraggio era un triciclo classico, completamente retrattile, ed integrato posteriormente da un ruotino d'atterraggio sterzabile.[3]

L'aereo era biposto a doppi comandi dotato di una cabina di pilotaggio parzialmente chiusa, e posti in tandem,[3] destinati all'allievo pilota e all'istruttore.[6]

La propulsione era affidata ad un motore radiale Armstrong Siddeley Cheetah X, a 7 cilindri raffreddati ad aria, erogante la potenza di 375 hp (280 kW), ed azionante un'elica bipala.[6]

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

La Luchtvaartafdeeling[4] emise un ordine per la costruzione di 20 esemplari sulla base del terzo prototipo, sviluppato sotto la direzione dell'ingegnere Erich Schatzki, e dotato anch'esso di ala dritta, doppi comandi[1] e carrello di atterraggio ulteriormente modificato, reso completamente retrattile all'interno dell'ala.[3] Nel maggio 1940 la LVA aveva ricevuto 10[N 1] dei 20 esemplari ordinati, che erano stati assegnati alla Scuola di volo all'aeroporto "De Vlijt" sull'isola di Texel che tuttavia non svolsero alcuna attività di volo[1] durante l'invasione tedesca dei Paesi Bassi.[3]

Belgio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1938 la Koolhoven ricevette un ordine per 20 F.K.56 dall'Aéronautique Militaire del Belgio,[1] destinati ad equipaggiare l'École de Pilotage Avancé.[3] Tali velivoli dovevano essere equipaggiati con i radiali Armstrong Siddeley Cheetah X[3] da 500 CV.[2] Sorsero subito seri problemi per la consegna[2] dei propulsori inglesi, e i primi sette velivoli furono consegnati poco prima dell'inizio dell'attacco tedesco ad ovest, del maggio 1940.[3] Questi aerei non svolsero alcuna attività bellica, e i rimanenti 13 non vennero mai completati, in quanto un bombardamento distrusse la fabbrica Koolhoven di Waalhaven[1] nei primi giorni di guerra.[3]

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera del Belgio Belgio
Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comprensivi del primo e del terzo prototipo, che erano stati portati allo standard di serie, si trattava degli esemplari s/n da 81 a 90 (c/ n 5603 a 5612).

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985) 1985, p. 2272.
  2. ^ a b c Уголок неба.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m Den Ouden.
  4. ^ a b Noppen 2016, p. 199.
  5. ^ a b c d e 1000aircraftphotos.
  6. ^ a b c Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Complete Book of World War II Combat Aircraft, MacMillan Publishing Co. Inc., New York, 1988.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Ryan K. Noppen, Blue Skies, Orange Wings. The Global Reach of Dutch Aviation in War and Peace, 1914-1945, Grand Rapids, Michigan, W.M. B. Eermands Publishang Co., 2016, ISBN 0-8028-4870-2.
  • (EN) The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985), London, Orbis Publishing Ltd., 1985.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Video[modifica | modifica wikitesto]