Kkwaenggwari

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Kkwaenggwari
Suonatore di kkwaenggwari.
Informazioni generali
OrigineCorea
Invenzionetra il VII e il XIV secolo
ClassificazioneIdiofoni a percussione diretta
Uso
Musica folk
Musica dell'Asia Orientale
Ascolto
(info file)

Il kkwaenggwari (꽹과리?, [k͈wɛŋ.gwa.ɾi]) è uno strumento a percussione coreano usato prevalentemente nella musica folk.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'epoca di origine del kkwaenggwari è sconosciuta: si ritiene che sia comparso tra il periodo di Silla unificato (668-935) e quello di Goryeo (918-1392).[2]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Kkwaenggwari.

Di aspetto simile a un gong piatto, il kkwaenggwari ha un diametro tra i 19 e i 22 centimetri,[2] è fatto di ottone e produce un tono metallico acuto che diviene particolarmente fragoroso se si usa la forza.[1] La pressione della mano che lo tiene può modificarne il suono,[3] dalla cui onomatopea "kkwaeng-kkwaeng" deriva il nome dello strumento,[1] che è anche conosciuto come kkwaengmaegi (꽹매기?).[4]

In senso stretto, kkwaenggwari è soltanto il nome dello strumento usato nella musica campestre coreana (nongak) e nei riti sciamanici, mentre viene chiamato sogeum (소금?, 小金?) se impiegato nei riti ancestrali. Testimonianze storiche attestano l'uso del sogeum al santuario di Jongmyo. Kkwaenggwari e sogeum hanno delle piccole differenze: mentre il kkwaenggwari è appeso a una stringa rossa, il sogeum ha un manico dello stesso colore su cui è dipinta una testa di drago e viene suonato con un martelletto di legno, dove invece per il kkwaenggwari si usa una bacchetta.[4] Esistono kkwaenggwari "maschi" e "femmine": i primi hanno un suono più acuto e si ritrovavano specialmente nella musica contadina, mentre i secondi generano toni più bassi.[2]

I kkwaenngwari moderni sono prodotti con una lega di rame e zinco che produce un suono più chiaro quando la percentuale di rame è più alta.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Kkwaenggwari - Korean traditional Small Hand Gong, su soundofasia.com. URL consultato il 31 marzo 2023.
  2. ^ a b c d (EN) Hae Joo Kim, Kkwaenggwari, su wesomeka.wesleyan.edu. URL consultato il 1º aprile 2023.
  3. ^ (EN) Aurelia Hartenberger, Korea ‘Kkwaenggwari’, su wmic.net, 20 maggio 2021. URL consultato il 31 marzo 2023.
  4. ^ a b (KO) 꽹과리, su encykorea.aks.ac.kr. URL consultato il 31 marzo 2023.
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