Kepler-42

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Kepler-42
Kepler-42
Visione artistica di KOI-961 e dei 3 pianeti che le orbitano attorno.
ClassificazioneNana rossa
Classe spettraleM3V[1]
Distanza dal Sole126 anni luce circa
CostellazioneCigno
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta19h 28m 52,56s
Declinazione+44° 37′ 09,6″
Dati fisici
Raggio medio0,174[1] R
Massa
0,13[2] M
Temperatura
superficiale
A: 3068 K (media)
Luminosità
2,40 × 10−3 L
Metallicità[Fe/H]: -0,48
Dati osservativi
Magnitudine app.16,12[3]
Magnitudine ass.+13,18
Nomenclature alternative
2MASS J19285255+4437096

Coordinate: Carta celeste 19h 28m 52.56s, +44° 37′ 09.6″

Kepler-42, precedentemente conosciuta con il nome di KOI-961, è una stella nella costellazione del Cigno, distante 126 anni luce dalla Terra. L'11 gennaio 2012 sono stati scoperti, nell'ambito della missione Kepler e usando il metodo del transito, 3 pianeti terrestri orbitanti intorno alla stella, una nana rossa con una massa del 13% di quella solare e un raggio del 17%, equivalente a 1,7 raggi gioviani[4].

Il sistema di Kepler-42 rapportato a Giove e alle sue 4 lune principali
La Terra, Marte e i pianeti di questo sistema comparati con Kepler-20 e e Kepler-20 f, i primi esopianeti scoperti delle dimensioni della Terra

Sistema planetario[modifica | modifica wikitesto]

La scoperta di 3 pianeti più piccoli della Terra ha dimostrato l'esistenza di pianeti rocciosi in altri sistemi planetari, e la grande capacità di Kepler di individuare pianeti anche di piccole dimensioni; i 3 pianeti hanno infatti un raggio compreso tra 0,57 e 0,73 raggi terrestri. La massa è incerta, ma dai dati archiviati nell'Enciclopedia dei Pianeti Extrasolari potrebbero essere massicci e più densi rispetto alla Terra, con il più piccolo che ha una massa massima stimata paragonabile a quella terrestre[3], gli altri 2 un poco superiore. La stella e i suoi 3 pianeti sono paragonabili, come dimensioni, ad un sistema planetario in miniatura, questo perché i pianeti si trovano molto vicini alla stella madre; il loro semiasse maggiore va da 0,006 a 0,0154 UA, ed il periodo orbitale è di 11 ore, per il pianeta più interno, e di 1,85 giorni per il più esterno. Rimane invece sconosciuta l'eccentricità orbitale.

Abitabilità[modifica | modifica wikitesto]

Basandosi sulla luminosità e temperatura effettiva della stella è possibile calcolare a grandi linee la temperatura sulla superficie dei pianeti, che si trovano più internamente rispetto alla zona abitabile e dunque potrebbero avere temperature troppo alte per poter avere acqua liquida in superficie. Solo ammettendo un'albedo estremamente alta, pari a 0,9, la temperatura su Kepler-42 d sarebbe simile a quella terrestre (7 °C), anche se non si conosce un eventuale effetto serra che potrebbe alterare il clima. Se si considerasse invece un'albedo simile a quella terrestre, il pianeta avrebbe una temperatura ben più elevata, di circa 443 K, poiché riceve 15 volte la radiazione che riceve la Terra dal Sole.[1] Ancor più elevate sarebbero le temperature dei pianeti più interni[5][6].

Prospetto planetario[modifica | modifica wikitesto]

Sotto, un prospetto del sistema planetario di Kepler-42.[1]

PianetaTipoMassaRaggioPeriodo orb.Sem. maggioreScoperta
cRoccioso<1,91 M0,727 R0,453 giorni0,006 UA2012
bRoccioso<2,86 M0,757 R1,214 giorni0,0116 UA2012
dRoccioso<0,95 M0,662 R1,86 giorni0,0154 UA2012

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Kevin K. Hardegree-Ullman et al., Kepler Planet Occurrence Rates for Mid-type M Dwarfs as a Function of Spectral Type, in The Astronomical Journal, n. 2, luglio 2019, p. 175.
  2. ^ Philip S. Muirhead et al., Characterizing the Cool KOIs III. KOI-961: A Small Star with Large Proper Motion and Three Small Planets, 2012.arΧiv:1201.2189
  3. ^ a b Kepler-42 in name, su exoplanet.eu.
  4. ^ (EN) NASA Jet Propulsion Laboratory Caltech – 11 gennaio 2012 Archiviato il 4 giugno 2012 in Internet Archive. «NASA's Kepler Mission Finds Three Smallest Exoplanets».
  5. ^ HEC: Calculators, su phl.upr.edu, Planetary Habitability Laboratory. Università di Portorico. URL consultato il 18 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
  6. ^ Kepler Discoveries Archiviato il 1º aprile 2017 in Internet Archive. Mission Kepler, NASA

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