Karakuri (marionetta)

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Un karakuri esposto nel British Museum di Londra (ca. 1800)

Il karakuri (in giapponese からくり? lett. "meccanismi/trucco") è una marionetta o automa prodotto in Giappone tra il diciassettesimo e il diciannovesimo secolo. Ne esistono tre tipologie:[1]

  • Butai karakuri (in giapponese 舞台からくり?): bambole a grandezza naturale progettate per gli spettacoli teatrali.
  • Zashiki karakuri (in giapponese 座敷からくり?): di piccole dimensioni, erano finalizzati a uso casalingo.
  • Dashi karakuri (in giapponese 山車からくり?): grandi bambole meccaniche usate durante le feste religiose.

Etimologia e storia[modifica | modifica wikitesto]

Due karakuri ottocenteschi conservati nel Museo nazionale della natura e delle scienze di Tokyo

Karakuri deriva forse dal verbo karakuru, che indica l'atto di tirare e muovere un filo.[2]

Nel Nihon shoki, è menzionato un antecedente dei karakuri, ovvero un carro che punta a sud del 658 a.C., quando regnava l'imperatrice Kōgyoku.[3]

I primi karakuri vennero sviluppati all'inizio del XVII secolo, durante il periodo Sengoku, dopo che si iniziarono a diffondere in Giappone i primi meccanismi a orologeria europei.[4] I karakuri ebbero particolarmente successo durante il periodo Edo, considerato l'età d'oro di tali manufatti.[4] Dapprima noti ai borghesi più ricchi, come ad esempio i kuge e i daimyo, le marionette meccaniche giapponesi guadagnarono sempre più popolarità, diventando i protagonisti di festival come il Toshogu Matsuri di Nagoya.[5] Il primo karakuri finalizzato agli spettacoli teatrali (butai karakuri) venne ideato dall'orologiaio Takeda Omi nel 1662.[4]

Tanaka Hisashige, che fondò la Toshiba nel 1875, fu anch'egli un costruttore di karakuri. Tra i suoi modelli particolarmente sofisticati ve ne era uno capace di lanciare frecce e un altro in grado di scrivere.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Frenchy Lunning, Mechademia 3: Limits of the Human, University of Minnesota Press, 2008, pp. 231.
  2. ^ (EN) Nihon kokugo daijiten, su worldcat.org. URL consultato il 6 marzo 2024.
  3. ^ (EN) Nihongi: Chronicles of Japan from the Earliest Times to A.D. 697, Volume 2, Book XXVI, su en.wikisource.org. URL consultato il 6 marzo 2024.
  4. ^ a b c (EN) Judith Markowitz, Robots that Talk and Listen: Technology and Social Impact, Walter de Gruyter GmbH & Co KG., 2014, p. 33.
  5. ^ (JA) "東海の山車祭り~生き続ける19世紀の都市文化, su dashi-matsuri.com. URL consultato il 6 marzo 2024.
  6. ^ (EN) Hisashige Tanaka (1799-1881), su museum.seiko.co.jp. URL consultato il 6 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2021).

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