Kökényes

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Kökényes
arcivescovo della Chiesa cattolica
TitoloArcivescovo di Strigonio
 
Consacrato vescovo1150 o prima
Elevato arcivescovo1150 o 1151
Decedutodopo il 1150
 

Kökényes, o anche Kuknis, (in latino Quuchinus o Quinquenus) (... – dopo il 1150), è stato un arcivescovo cattolico ungherese che ricoprì la carica di arcivescovo di Strigonio intorno al 1150.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Basandosi sul suo nome, è possibile ipotizzare che Kökényes apparteneva alla famiglia dei Kökényesradnót e che era parzialmente di etnia spagnola o francese. È ipotizzabile inoltre che suo nipote fosse Mikod, vescovo di Giavarino.[1] Lo storico Gyula Pauler ha identificato la sua persona con il prevosto Quuchinus, il quale compare in un documento reale il cui anno di emissione non è noto, ricollegandolo in particolare a quando il re Géza II confermò le donazioni di suo padre Béla II all'abbazia di Csatár.[2]

Vi è soltanto una fonte ritenuta attendibile, ovvero la Cronaca di Kiev scritta intorno al 1200, la quale menziona il suo primato.[3] Stando a quanto riferito, quando Géza II guidò il suo esercito contro Vladimirko di Galizia nell'autunno del 1150, egli espugnò Sanok, ma Vladimirko corruppe il gruppo di nobili ungheresi al seguito del monarca, tra cui l'arcivescovo "Kuknis" (in ungherese Kuknyis). Ciò fece sì Géza si convincesse su consiglio dell'arcivescovo a lasciare la Galizia prima di novembre. Le informazioni riferite permettono di avvalorare maggiormente l'ipotesi secondo cui gli arcivescovi più importanti godevano di una grossa influenza alla corte reale ungherese.[2]

«Vladimir[ko] [...] provò timore e li spedì [i suoi inviati] all'arcivescovo Kuknis [Kökényes] e ad altri due vescovi e agli uomini del re. Li convinse in questo modo: concesse loro molto oro e li conquistò con doni, sperando che il re si sarebbe ritirato. E così fu. Il re li ascoltò e cominciò a dire: "Non è questo il momento [per la guerra], i fiumi sono ghiacciati. Torniamo a casa, prima che si ghiaccino del tutto. [...]" Ciò avvenne intorno alla festa di San Demetrio [26 ottobre]. Il re disse questo e se ne andò, causando molti problemi a Volodimir e alla sua terra."»

Secondo una carta non autentica e risalente forse al 1145, Kökényes (riportato nella forma «Quinquenus») stava già in quel momento ricoprendo il ruolo di arcivescovo di Strigonio. Tuttavia il documento (una lettera di donazione reale), che si è rivelato un falso risalente al XV secolo, contiene diversi elementi anacronistici e l'elenco di testimoni riportati riflette quanto si conosceva sulla situazione politica del 1148-1150.[2] Kökényes morì verosimilmente nel 1150 o nel 1151; egli aveva ricoperto la carica di arcivescovo per un lasso di tempo assai breve, considerando che risulta certo che già nel 1151 gli succedette Martirio.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Körmendi (2003), p. 52.
  2. ^ a b c Körmendi (2003), p. 53.
  3. ^ Zsoldos (2011), p. 80.
  4. ^ Font (1996), p. 153.
  5. ^ Körmendi (2003), p. 54.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (HU) Márta Font, Magyarok a Kijevi Évkönyvben [Gli ungheresi nella Cronaca di Kiev], Szegedi Középkorász Műhely, 1996, ISBN 978-96-34-82151-9.
  • (HU) Tamás Körmendi, Kökényes, in Margit Beke, Esztergomi érsekek 1001–2003 [Gli arcivescovi di Strigonio dal 1001 al 2003], Szent István Társulat, 2003, pp. 52-54, ISBN 963-361-472-4.
  • (HU) Attila Zsoldos, Magyarország világi archontológiája, 1000-1301 [Archeontologia laica dell'Ungheria, 1000-1301], História, MTA Történettudományi Intézete, 2011, ISBN 978-963-9627-38-3.
Predecessore Arcivescovo di Strigonio Successore
Macario 1150 o prima - 1150-1151 Martirio