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Juan de Grijalva

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Spedizione di Grijalva
Tiponavale
Parte diEsplorazioni spagnole delle Americhe
ObiettivoEsplorare la costa dello Yucatán, stabilire contatti con le popolazioni indigene e verificare la presenza di oro e altre risorse
Anni1518
Data di partenza1 maggio 1518
Luogo di partenzaIsola Fernandina (Cuba)
Tappe principaliIsole di Cozumel e Santa Cruz, penisola dello Yucatán, fiumi e porti principali come Potonchán e Champotón
Data di ritorno29 maggio 1518
Luogo di ritornoCuba
EsitoRiconoscimento della costa e primo contatto con le popolazioni locali; nessun insediamento permanente
ConseguenzeFornì informazioni dettagliate sulla geografia, la popolazione e le risorse della regione; preparò il terreno per successive spedizioni spagnole
Fonti primarieItinerario de la armada del rey católico a la isla de Yucatán (1518)
Equipaggiamento
ComandantiJuan de Grijalva (capitano)
UominiCirca 100 uomini
Uomini celebriJuan Díaz (cappellano e cronista)
MezziNove navi
FinanziamentoCorona spagnola
Juan de Grijalva
NascitaCuéllar, 1490 circa
MorteDipartimento di Olancho, 1527
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Juan de Grijalva a volte trascritto come Juan de Grijalba (Cuéllar, 1490 circa – Olancho, 1527) è stato un condottiero ed esploratore spagnolo È noto soprattutto per la spedizione del 1518 che esplorò la costa orientale del Messico, portando le prime notizie sull’Impero azteco e aprendo la strada alla successiva impresa di Hernán Cortés[1][2][3]..

Grijalva fu criticato da Hernán Cortés e dai suoi capitani per la riluttanza a fondare insediamenti e sfruttare le opportunità[2]. Velázquez stesso lo accusò di eccessiva prudenza[2]. Al contrario, cronisti come Las Casas lo descrissero come un uomo obbediente e rispettoso degli indigeni. Bernal Díaz del Castillo sottolineò i meriti della spedizione, che portò ricchezze a Cuba e ampliò la conoscenza delle terre continentali[2]. La spedizione del 1518 fu determinante per la conquista del Messico: rivelò l’esistenza di un impero potente e ricco e aprì rapporti che sarebbero stati sfruttati da Cortés[1][2][3].

Il Río Grijalva, nello stato messicano di Tabasco, porta ancora oggi il suo nome[1]. La sua impresa del 1518 è ricordata come una delle più importanti fasi preliminari della conquista del Messico[1][2][3].

Juan de Grijalva nacque a Cuéllar, in Castiglia, tra il 1488 e il 1490[2]. Le fonti lo indicano come parente del governatore di Cuba Diego Velázquez de Cuéllar, probabilmente suo nipote o pronipote, anche se alcuni cronisti sottolinearono che il legame di sangue non era certo[2]. Nel 1508 si trasferì a Santo Domingo insieme a Pietro Martire d’Anghiera, dove venne descritto come giovane di buone maniere e prudente, qualità che lo resero stimato[2]. Nel 1511 partecipò alla conquista di Cuba al fianco di Velázquez, ottenendo un’encomienda a Trinidad con trentaquattro indigeni[2].

La spedizione del 1518

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Nel 1518 Diego Velázquez gli affidò il comando di una flotta destinata a proseguire l’esplorazione delle coste dello Yucatán, dopo la spedizione di Francisco Hernández de Córdoba[1][2]. La flotta era composta da quattro navi, con circa 250 uomini, tra cui i futuri conquistadores Pedro de Alvarado, Francisco de Montejo e Alonso de Ávila, oltre al pilota Antón de Alaminos[2]. La spedizione partì da Santiago de Cuba il 5 aprile 1518[2]. Dopo una prima tappa a Cozumel, esplorò la baia de la Ascensión e affrontò scontri con i Maya a Champotón, dove Grijalva rimase ferito[2]. Proseguendo lungo la costa, scoprì e risalì il Río Grijalva, che da lui prese il nome, stabilendo rapporti pacifici con i cacicchi di Tabasco e ricevendo doni d’oro straordinari[1][2]. Successivamente visitò Coatzacoalcos, Papaloapan e Jamapa, ricevendo ulteriori ricchezze[2]. Presso i Totonachi, vicino all’attuale Veracruz, emissari di Moctezuma II portarono ricchissimi doni e riferirono della grande città di Tenochtitlán[1][2][3]. Nonostante le pressioni dei suoi capitani, Grijalva rifiutò di fondare colonie permanenti, attenendosi fedelmente alle istruzioni ricevute[1][2]. Si limitò a prendere possesso delle nuove terre a San Juan de Ulúa, il 24 giugno 1518[2]. La spedizione proseguì fino al Pánuco prima di tornare a Cuba nell’autunno del 1518, portando oro e soprattutto preziose informazioni sull’impero azteco[2].

Spedizioni successive

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Dopo il successo del 1518, Grijalva partecipò alla spedizione di Pánfilo de Narváez nel 1520[2]. In seguito entrò al servizio di Francisco de Garay, governatore di Giamaica, che gli affidò il comando di una flotta diretta nella provincia di Amichel. L’impresa fallì e Cortés lo espulse dal Messico, pur trattandolo con una certa considerazione[2]. Nel 1523 Grijalva si trasferì a Santo Domingo e successivamente passò a servire Pedrarias Dávila in Nicaragua e Honduras[2].

Nel gennaio 1527, durante una campagna militare nella valle di Olancho, in Honduras, Grijalva fu ucciso dagli indigeni il 21 gennaio[2][3]. Secondo Bartolomé de Las Casas, trovò la morte "pagando i mali che faceva agli indios", pur riconoscendone l'indole mite e rispettosa[2].

  1. ^ a b c d e f g h (ES) Juan de Grijalva - Biografía, su Pueblos Originarios. URL consultato il 2 ottobre 2025.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y (ES) Juan de Grijalba, su Real Academia de la Historia. URL consultato il 2 ottobre 2025.
  3. ^ a b c d e (ES) Juan de Grijalva - Textos sobre Yucatán, su Pueblos Originarios. URL consultato il 2 ottobre 2025.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN14914808 · ISNI (EN0000 0001 2276 8545 · CERL cnp01293710 · LCCN (ENn2007161961 · GND (DE1012608824 · BNE (ESXX1661102 (data) · BNF (FRcb13195642d (data) · J9U (ENHE987007402698105171