John Hay, I marchese di Tweeddale

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John Hay, I marchese di Tweeddale
Ritratto di John Hay di Sir Godfrey Kneller del 1695
Marchese di Tweeddale
In carica1694 –
1697
SuccessoreJohn Hay, II marchese di Tweeddale
Altri titoliConte di Tweeddale
NascitaYester, Lothian, 13 agosto 1625
MorteEdimburgo, 11 agosto 1697 (71 anni)
DinastiaClan Hay
PadreJohn Hay, I conte di Tweeddale
MadreJean Seton
ConsorteLady Jane Scott

John Hay, I marchese di Tweeddale (Yester, 13 agosto 1625Edimburgo, 11 agosto 1697), è stato un nobile scozzese e Lord Cancelliere di Scozia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Egli era il figlio di John Hay, I conte di Tweeddale, e di sua moglie, Jean Seton. Studiò presso l'Università di Edimburgo.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Durante la guerra civile inglese ha combattuto per Carlo I e lo raggiunse a Nottingham, nel 1642, poi nella battaglia di Marston Moor nel 1644 dalla parte del Parlamento, a causa del suo atteggiamento nei confronti Covenanti, e quattro anni dopo era di nuovo dalla parte dei realisti nella battaglia di Preston.

Successe alla contea nel 1654, e fu imprigionato per il supporto di James Guthrie nel 1660. È stato membro dei parlamenti del Commonwealth (1656-1659).

Quando Carlo II è stato restaurato al trono, è stato nominato Lord Presidente del Consiglio scozzese nel 1663 e membro della sessione straordinaria nel 1664.

Ha usato la sua influenza per moderare un procedimento contro i Covenanti, ma venne licenziato dalla sua carica e dal Consiglio della Corona su consiglio di Lauderdale.

È stato Lord Cancelliere di Scozia (1692-1696).

Ha sostenuto la Gloriosa rivoluzione in Scozia, ed è stato creato marchese di Tweeddale nel 1694.

Matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sposò, il 24 settembre 1644, Lady Jane Scott (13 febbraio 1628-1688), figlia di Walter Scott, I conte di Buccleuch, e di sua moglie, Lady Mary Hay. Ebbero cinque figli:

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Morì l'11 agosto 1697.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN8937268 · LCCN (ENn88132095 · WorldCat Identities (ENlccn-n88132095