Jill Kinmont Boothe

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Jill Kinmont
Nazionalità Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Sci alpino
Specialità Slalom speciale, slalom gigante
Termine carriera 1955
 

Jill Kinmont, coniugata Boothe (Los Angeles, 16 febbraio 1936Carson City, 9 febbraio 2012), è stata una sciatrice alpina statunitense, la cui biografia divenne il soggetto principale di due film di Hollywood: Una finestra sul cielo[1] e La finestra sul cielo 2.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata a Los Angeles, Jill Kinmont si dedicò allo sport dello sci fin dalla giovane età, allenandosi nelle montagne della Sierra Nevada. Nel 1954, all'età di diciott'anni, divenne campionessa nazionale nella specialità dello slalom[2][3]. Questo la rese una delle sciatrici più promettenti del panorama statunitense, nonché una delle maggiori speranze di medaglia in vista delle Olimpiadi del 1956[4][5].

Appena un anno prima dell'appuntamento olimpico, il 30 gennaio 1955, mentre disputava la gara di slalom gigante nella prestigiosa Snow Cup di Alta nello Utah, Jill Kinmont subì un gravissimo incidente in pista[4][6]. In seguito a tale evento, la ragazza riportò una frattura alla schiena[7] e restò affetta da una paralisi che interessò il suo corpo dalle spalle in giù[8][9]. Per ironia della sorte, il giorno seguente al suo incidente, era programmata l'uscita del nuovo numero di Sports Illustrated che vedeva come protagonista di copertina proprio Jill Kinmont[10][11].

All'epoca della disgrazia, la sciatrice era fidanzata con il collega Buddy Werner, che morì alcuni anni più tardi in seguito ad una valanga[12]. Un altro collega e fidanzato di Jill Kinmont, Dick Buek, morì nel novembre del 1957 mentre si trovava a bordo di un piccolo velivolo che precipitò nel lago Donner[2][13].

Nove anni dopo il suo terribile incidente, nel giugno del 1964, la rivista Life pubblicò un servizio fotografico di quattordici pagine dedicato alle condizioni dell'ex sciatrice[14].

Jill affrontò una lunga riabilitazione, in seguito alla quale riacquistò parzialmente l'uso delle mani[10] conseguì un Bachelor of Arts in lingua tedesca presso l'Università della California - Los Angeles[15]. Ottenne una cattedra come docente all'Università del Washington ed avviò una lunga carriera nell'insegnamento[2], dapprima a Seattle e poi a Beverly Hills[16]. Dal 1975 al 1996 lavorò come insegnante di pedagogia speciale a Bishop[17]. Si dedicò inoltre all'attività di pittrice[10], tenendo numerose mostre d'arte.

All'età di quarant'anni, nel mese di novembre del 1976, sposò il camionista John Boothe[18][19].

Jill Kinmont Boothe morì pochi giorni prima del suo settantaseiesimo compleanno, in una struttura sanitaria nel Nevada[20][21]. Visse cinquantasette anni dal momento dell'incidente che l'aveva resa paralitica, divenendo un simbolo per le persone disabili[10][22].

Nel 1966, la sua storia venne raccontata nel libro biografico A Long Way Up: the Story of Jill Kinmont[2], successivamente ripubblicato col titolo The Other Side of the Mountain. In seguito, dal libro furono tratti due film ispirati alla vita della sciatrice[23], che in entrambe le pellicole fu interpretata da Marilyn Hassett; per tale ruolo, l'attrice ricevette il Golden Globe per la migliore attrice debuttante[16].

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) An Extra-Ordinary Jill, su books.google.it. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  2. ^ a b c d (EN) Jill Kinmont Boothe dies at 75; ski champ disabled in crash became role model, su latimes.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  3. ^ Janet Woolum, Outstanding Women Athletes. Who They Are and How They Influenced Sports in America, New York, Bloomsbury Academic, 1998, pp. 347-349.
  4. ^ a b (EN) Olympic Skier Hurt; Course is Too Fast, su news.google.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  5. ^ (EN) SLALOM CHAMPION JILL KINMONT BOOTHE JANUARY 31, 1955, su vault.si.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  6. ^ (EN) Partial Paralysis Ski Spill Results, su news.google.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  7. ^ (EN) Miss Kinmont Fractures Back, Three Others Hurt in Ski Spills, su nytimes.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  8. ^ (EN) Paralyzed Ski-Miss Ready for Trip Home, su news.google.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  9. ^ (EN) Memo from the publisher, su vault.si.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  10. ^ a b c d (EN) The Death of a True Hero - Jill Kinmont Boothe, su wired.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  11. ^ (EN) Apple pie in Sun Valley, su si.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  12. ^ (EN) Mountain News: Disabled ski champ didn't dwell on past, su piquenewsmagazine.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  13. ^ (EN) A legend passes on: Jill Kinmont Boothe, 1936-2012, su thesheetnews.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  14. ^ (EN) Jill Kinmont's Courage: A Young Ski Champion, Now a Quadriplegic, Does What She Can with What She has and Makes Herself a New Life, su originallifemagazines.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  15. ^ E. G. Valens, The other Side of the Mountain, New York, Warner Books Edition, 1966; 1975, p. 270.
  16. ^ a b (EN) Jill Kinmont Boothe, Skier in Inspiring Film, Dies at 75, su nytimes.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  17. ^ (EN) Jill Kinmont Boothe dies at age 75, su espn.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  18. ^ (EN) They Should Be Writing Songs of Love About Jill Kinmont, Wheelchair Bride, su people.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  19. ^ (EN) Jill Kinmont Boothe mourned at 75, su inyoregister.com. URL consultato l'8 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2013).
  20. ^ (EN) Jill Kinmont Boothe, ski champion paralyzed in accident, dies at 75, su washingtonpost.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  21. ^ (EN) Former U.S. ski racer Jill Kinmont Boothe dies, su seattletimes.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  22. ^ (EN) Jill Kinmont Boothe, su content.time.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  23. ^ (EN) People,Places and Things, su eu.telegram.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
  24. ^ (EN) Jill Kinmont Boothe, su skihall.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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