Jean de Francqueville

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Jean de Franqueville, autoritratto

Jean de Francqueville (Amiens, 17 febbraio 1860Wargnies, 30 marzo 1939) è stato un pittore francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Jean de Francqueville fu un aristocratico francese della Piccardia, pittore e, dal 1894 al 1939, sindaco del paese di Wargnies.

Suo padre, Adalbert de Francqueville d'Abancourt, era Consigliere generale del Dipartimento della Somme. Sua madre Berthe, nata Lallard de Lebucquière, era una pittrice, nota per i suoi acquarelli e pastelli. Jean nacque nel palazzo Blin de Bourdon, al nº3 di rue des Augustins ad Amiens, proprietà del suo bisnonno Louis-Alexandre Blin de Bourdon visconte di Domart-en-Ponthieu, sindaco di Amiens e deputato al Dipartimento della Somme, nonché prefetto dell'Oise.

Grazie al suo matrimonio nel 1888 con Jeanne Artus de Valois, (1866-1975) decana di Picardia nel 1974 e proveniente da una famiglia di Amiens, Jean de Francqueville ebbe la possibilità di risiedere sempre più spesso nel suo castello del villaggio di Wargnies, recatogli in dote dalla moglie, dove, come proprietario terriero, amministrava i suoi beni. Vi morirà il 30 marzo del 1939.

Superato l'esame di Maturità al Liceo della "Providence" di Amiens e compiuti gli obblighi militari, Francqueville si trasferì a Parigi e si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza. Ma vi rimase solo per un anno. Abbandonò infatti gli studi classici di diritto per dedicarsi al disegno e alla pittura negli atelier di William Bouguereau e di Tony Robert-Fleury.[1]

Completata così la sua formazione artistica espose in diversi "Salon", (Salon de l'école française, Salon des artistes français, esposizioni della Société des amis des arts, Salon de Paris) dove ottenne numerosi premi e riconoscimenti.

Il battesimo

Jean de Francqueville viaggiò molto, attraversando la Francia, l’Italia, la Svizzera e l’Inghilterra, in particolare a fianco del Conte di Parigi, durante il suo esilio del 1886. Lavorò in due suoi atelier: durante l'inverno ad Amiens, al nº6 di rue Duthoit e, durante la buona stagione, nella sua proprietà di Wargnies, dove aveva fatto costruire un ampio atelier dal soffitto molto alto e dotato di una vastissima vetrata.

Venne chiamato "pittore piccardo", come lui stesso aveva chiamato numerosi suoi conterranei durante il suo discorso di benvenuto all’"Académie des sciences, des lettres et des arts d'Amiens" il 16 maggio 1913. Francqueville espose a fianco dei migliori artisti della sua regione: Jules Boquet, Auguste Carvin, Horace Colmaire, Gogois, Pierre Ringard, Gustave Riquet, Albert Roze, Albert Siffait de Moncourt, Guy Terrel des Chênes… Fu anche uno apprezzato scrittore e si distinse nella produzione di testi accademici: di lui si contano infatti più di cento fra scritti storici e artistici. In essi una vena di "humor" è sempre presente, assieme alla preoccupazione per una sincera veridicità.[2]

Oltre alla sua attività artistica e culturale, Francqueville dedicò sempre molto tempo alla famiglia, al suo ruolo di Sindaco (che ricoprì per quasi quarant'anni, fino alla morte), nonché a tutte le società e associazioni nelle quali amava essere presente e attivo. Ma anche alla vita mondana e alle amicizie: infatti non rifiutava mai un viaggio culturale, la visita ad una mostra, una inaugurazione o una gita in mare sulla barca del suo amico romanziere Jules Verne.

Durante la prima guerra mondiale mostrò tutta la sua disponibilità. Non essendo stato richiamato (a causa dell'età (54 anni) e per il fatto di avere una famiglia), in quanto sindaco del paese accolse le truppe alleate e mantenne alto il morale della popolazione.[3]

Fu ben presto membro della "Société des amis des arts", e ne divenne presidente dal 1920 sino alla morte (1939). Molto attaccato alla sua terra e alla sua regione, fece parte anche dei Rosati Piccardi e lavorò per la "Société des Antiquaires de Picardie", partecipando alle iniziative di salvaguardia del Patrimonio storico-artistico e naturale. È annoverato infatti fra i "nuovi scopritori" delle grotte di Naours[4]
Sino alla fine dell'800 nessuno dei suoi quadri fu oggetto di vendita. Essi per la maggior parte rimasero in seno alla sua numerosa famiglia o presso gli amici più vicini. L'inventario del 1967, realizzato dal suo primogenito è peraltro incompleto, poiché alcune opere non repertoriate risultarono ormai messe in vendita. Alcune di esse sono addirittura introvabili, come l'imponente quadro dei Discepoli di Emmaus e il ritratto del suo figlio più piccolo.

Jean de Francqueville si spense nella sua casa di Wargnies all'età di 79 anni.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Sono noti circa quaranta quadri terminati, fra cui dei ritratti di famiglia, dei visi di bambino, di donne o di vecchi. Un testo edito nel 2012 ne offre una rassegna.[5].
Quasi tutta l'opera di Francqueville si trova ora in collezioni private. I quadri esposti al pubblico sono rari, fra i quali "Sainte Ulphe et Saint Domice", sito nella cattedrale di Amiens, che valse all'autore l'accesso alla "Société des artistes français" (fondata nel 1882 da Tony Robert-Fleury, uno dei suoi maestri). Fra le opere visibili c'è anche "Le Vieux mendiant" donato al Museo della Picardie di Amiens il 4 giugno 1921. Anche le chiese di Fieffes-Montrelet, di Naours e di Wargnies possiedono un'opera di Francqueville.

Opere religiose[modifica | modifica wikitesto]

"Sainte Ulphe et saint Domice" (olio su tela). Quadro premiato al "Salon des artistes français" in occasione dell'Expo del 1896. Donato dall'autore all'"Accademia di scienze, lettere ed arti di Amiens", è oggi conservato a cura dell'Associazione diocesana e, dopo un sapiente restauro, si trova in una cappella laterale della cattedrale di Notre Dame di Amiens.
Numerosi critici si occuparono di questa tela imponente. Palette ne fece l'elogio:

«La tela 727 rappresenta Santa Ulphe che impone il silenzio alle rane. La tonalità è chiara, assai felice e tanto più apprezzabile con la luce cruda della sala e la vicinanza di opere di altri autori che dipingono quadri luminosi, dalle tinte insipide, incerte e penose. In quest'opera ogni elemento è felice: il soggetto, le dimensioni, la composizione. Tutto ciò fa sì che essa meriti un commento lusinghiero»

Anche le espressioni tratte dal commento di Félix Lamy (che replica alle osservazioni sull'accoglimento di Jean de Francqueville nell'Académia di Amiens il 16 maggio 1913) appaiono più che positive[6]:

«L'autore, per la sua opera, ha colto il momento in cui la giovane pronuncia la condanna. Una semplice ragazza delle nostre parti, calma, pura, pensosa, con tutto il fascino della giovinezza e con una dignità ingenua nell'atteggiamento e nel gesto. San Domizio, venerabile e benevolo, ora sorride della vana ansietà di lei, del brutto "scherzo" che ella ha perpetrato ai danni dei batraci indemoniati e, poiché è uomo di esperienza e quindi indulgente, forse anche dell'estrema severità della giovane»

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Robert de Francqueville, Un peintre picard. Jean de Francqueville, Amiens, stamperia Gogois, 1967.
  2. ^ Parole dei signori Favernay e Dubois in occasione della 45ª esposizione della "Société des Amis des Art" nel 1920.
  3. ^ La Revue hebdomadaire, 7 août 1916 : « Un mess anglais en vieille France », che riferisce sulla cortese ospitalità di Jean de Francqueville.
  4. ^ Targa commemorativa sul monumento nella gran sala sotterranea, dove è citato Jean de Francqueville.
  5. ^ Jean de Francqueville, libro a colori edito su Internet che presenta le opere principali dell'artista. Diritti fotografici di Aude d'Argentré : http://www.blurb.fr/bookstore/invited/2664048/88cf2b2bd07de7a068099b4da2e8de393fe710e3
  6. ^ Félix Lamy, estratto da Mémoires de l'Académie des sciences, lettres et arts d'Amiens

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Robert de Francqueville e Jean de Francqueville, Jean de Francqueville. (Un pittore piccardo)[collegamento interrotto]]. 1954. 105 pagine.
  • Robert de Francqueville, Un peintre picard. Jean de Francqueville, Amiens, stamperia Gogois, 1967.
  • La Revue hebdomadaire, 7 agosto 1916: « Un mess anglais en vieille France ».
  • Discorso di Favernay e Dubois in occasione della 45ª mostra della "Société des Amis des Art" nel 1920.
  • Targa commemorativa sul monumento nella grande sala sotterranea che cita Jean de Francqueville.
  • Discorso dell'Abate Magnier alle esequie di Jean de Francqueville.
  • Estratto dalle Mémoires de l'Académie des sciences, lettres et arts d'Amiens, di Félix Lamy.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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