Jan de Herdt

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Erminia con alcuni paesani

Jan de Herdt, noto anche come Jan Daniel de Herdt, Jan de Herde, Jan de Hert e detto Il fiammingo (Anversa, 1620 circa – 1686 o 1690), è stato un pittore e disegnatore fiammingo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fu attivo ad Anversa dal 1646 al 1648, dove fece parte della locale Corporazione di San Luca come maestro, dal 18 settembre 1645 al 18 settembre 1646[1][2]. Fu anche membro della Confraternita dei maggiorenni scapoli (Sodaliteit van de bejaerde jongmans)[1][2].

Mosè che fa scaturire l'acqua dalla rupe, Chiesa di San Giorgio (Lovere)

Si trasferì poi per lavoro a Lovere (1657), Bergamo (1658)[1], Brescia (1660-1661) e Vienna (1662), dove raggiunse il fratello orafo alla corte dell'imperatore Ferdinando III[1][2] e collaborò con il commerciante d'arte Guilliam Forchondt II[1]. La sua presenza in questa città è confermata anche dall'annotazione del suo nome nei registri ecclesiastici per esser stato testimone con Franciscus van der Steen al matrimonio di Hans de Jode (8 gennaio 1662)[1].

Dal 1666 al 1668 operò a Brno, a Třebíč dal 1880 al 1881 e, in quest'ultimo anno, anche a Znojmo[1]. Nel 1684 è documentata la sua presenza a Praga ed è del 1686 l'ultima segnalazione della sua presenza a Jaroměřice nad Rokytnou[1]. Dopo il 1686 non si hanno più notizie dell'artista[1].

Durante il suo soggiorno a Brescia, fu suo allievo Angiolo Everardi[1][2], perciò detto il Fiammenghino[2].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Jan de Herdt rappresentò soggetti religiosi (cristiani), storici, scene di genere e realizzò ritratti[1]. Nel 1920 si scoprì la firma dell'artista nella pala dell'altare maggiore della Chiesa di San Maurizio in Breno, raffigurante San Maurizio inginocchiato davanti alla Vergine col Bambino[2].

Altre sue opere sono: una testa di Santa Elisabetta nella Chiesa di San Francesco d'Assisi a Brescia, oggi perduta, e una pala raffigurante la Vergine fra le nubi con i santi Antonio da Padova e Valentino, firmata J. De Herdt F. e conservata nella Chiesa di San Giovanni Decollato a Desenzano, che, secondo Maria Adelaide Baroncelli, presenta reminiscenze del Rubens nel colore ricco e rivela l'origine fiamminga dell'artista nella rappresentazione dettagliata dei particolari e nei ritratti, pur mostrando una certa influenza dell'arte italiana sull'opera[2].

Un altro dipinto di Jan de Herdt è una pala raffigurante Mosè che fa scaturire l'acqua dalla rupe conservata nella chiesa di San Giorgio a Lovere, notevole per le vaste dimensioni e il movimento delle masse[2][3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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