Italiani in Giappone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Gli italiani in Giappone sono cittadini di origine italiana residenti in Giappone. In base a quanto riportato dall'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), gli italiani che vivono stabilmente in terra nipponica sono oltre 6000 e si ritiene che tale cifra sia destinata ad aumentare nei prossimi anni.[1]

I primi italiani a stanziarsi in Giappone furono missionari gesuiti, tra cui si ricordano Giovanni Niccolò,[2] Alessandro Valignano[3] e Giovanni Battista Sidotti.[4] Soltanto nel 1853 con la fine del Sakoku (politica caratterizzata da autarchia e isolazionismo), il Sol Levante tornò ad aprirsi agli stranieri. Nell'estate del 1866 iniziarono ufficialmente le relazioni bilaterali tra Giappone e Italia[5], a partire da quella data alcuni italiani cominciarono a emigrare nel paese asiatico, si trattava spesso di Oyatoi gaikokujin, consulenti stranieri inviati nell'arcipelago per contribuire con le proprie conoscenze, alla modernizzazione del Giappone. Tra di essi si rammentano Antonio Fontanesi a cui venne affidata una cattedra presso la Scuola tecnica di belle arti di Tokyo e Edoardo Chiossone, il quale fu convocato dall'Impero giapponese nel 1875, per dirigere la nuova Officina Carte e Valori del Ministero delle Finanze.

Successivamente molti altri italiani sono emigrati in Giappone, tra i più noti si annoverano la cantante Rosanna Zambon, l'imprenditore ed ex terrorista Delfo Zorzi, il giornalista Pio d'Emilia e il conduttore televisivo Girolamo Panzetta. In particolare quest'ultimo risulta essere l'italiano vivente più famoso in Giappone.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]