Isidoro (sacerdote egizio)

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Un sacerdote della antica religione egizia, da una pittura tebana del Nuovo Regno

Isidoro (ca. 139 – ...) è stato un sacerdote egizio durante il dominio romano dell'Egitto.

Guidò la rivolta dei nativi egizi contro il governo dei Romani, durante il principato di Marco Aurelio[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Statua di Marco Aurelio. Musei Capitolini

Secondo lo storico romano Cassio Dione, Isidoro superò tutti i suoi conterranei in zelo e coraggio nella sommossa contro Roma cui fu alla testa (sommossa che viene ricordata come Guerra Bucolica). Essa scoppiò fra il 172 e il 173 come risultato della intollerabile tassazione cui erano sottoposti i mandriani (boukoloi) delle paludi intorno ad Alessandria d'Egitto, nel Delta del Nilo. Le condizioni di vita di questi uomini e delle loro famiglie erano miserabili: vivevano su povere barche nutrendosi quali esclusivamente di pesce essiccato[1]. Quando insorsero riuscirono a portare dalla loro parte gli abitanti delle zone circostanti; il sacerdote Isidoro, che era un nativo egiziano, divenne il loro capo.

La precisa ricostruzione degli eventi è resa difficile da una pesante componente leggendaria; per esempio, si diceva che i ribelli avessero giurato sulle viscere di un uomo di cui si sarebbero poi cibati[1]. All'inizio gli Egiziani sembrarono avere la meglio sui Romani: erano quasi sul punto di impadronirsi di Alessandria, quando Gaio Avidio Cassio, governatore della Siria, si mosse contro di loro. Avidio Cassio non volle attaccare i ribelli tutti insieme, poiché gli sembravano troppo numerosi, forti e motivati[2]; la sua tattica fu invece quella di causare divisioni e discordie, per poi sottometterli una volta indeboliti. Durante e dopo la vicenda, Isidoro venne considerato un eroe nazionale.

La rivolta ebbe effetti nefasti per l'Egitto: danneggiò molto l'economia egiziana e segnò l'inizio di un declino generale della società nella Valle del Nilo[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Michael Grant, The Antonines. The Roman Empire in Transition, Routledge, 1994, p. 50.
  2. ^ Cassio Dione, Epitome 72