Il disertore (Dessì)

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Il disertore
AutoreGiuseppe Dessì
1ª ed. originale1961
Genereromanzo
Sottogeneredrammatico
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneSardegna
ProtagonistiMariangela Eca
CoprotagonistiSaverio, Don Coi

Il disertore è un romanzo di Giuseppe Dessì pubblicato nel 1961 da Feltrinelli, con successive e numerose edizioni, sia presso Feltrinelli che Mondadori.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

A pochi anni dalla fine della prima guerra mondiale in un paese della Sardegna meridionale detto Cuadu (Villacidro), alla raccolta di fondi per il monumento ai caduti Mariangela Eca, povera e diseredata, che ha perduto in guerra i due suoi figli, Saverio e Giovanni, versa al comitato organizzatore tutto l'ammontare dei suoi risparmi, e dunque più dei più ricchi proprietari del paese: proprio lei, che sempre è stata estranea alle celebrazioni per la vittoria, chiusa nel suo appartato silenzio. Nessuno lo sa, a parte prete Coi in confessione, ma suo figlio Saverio è stato un disertore, fuggito dal fronte e tornato al paese a latitare e a morire nei boschi di Baddimanna. Mariangela Eca si applica a tenere tutta per sé questa verità, che per lei sarà negata per sempre dal nome di Saverio scritto nel monumento accanto agli altri nomi dei caduti di Cuadu.[1]

Commento[modifica | modifica wikitesto]

Il disertore è considerata da alcuni una delle migliori narrazioni sulla Grande Guerra, insieme a La trincea, dello stesso autore ed Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu, e quella della madre Mariangela Eca una delle più vere e riuscite figure femminili coinvolte in quegli eventi bellici in Italia.[2][3]

Nel 1983 ne è stato tratto il film omonimo, per la regia di Giuliana Berlinguer. L'opera ebbe immediato riscontro sia in ambito nazionale che internazionale, come si può evincere dalle numerose traduzioni.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1962 a Giuseppe Dessì fu conferito il Premio Bagutta per Il disertore.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Dessì, Il disertore, Feltrinelli, 1961.
  • Giuseppe Dessì, Il disertore, Mondadori, 1974.
  • Giuseppe Dessì, Il disertore, Ilisso, 1997.
  • Giuseppe Dessì, The Deserter, London, Harvill press, 1962; traduzione di Donata Origo.
  • Giuseppe Dessì, The Deserter, New York, Harcourt, Brace & World, 1962; traduzione di Virginia Hathaway Moriconi.
  • Giuseppe Dessì, Das Lösegeld, Olten (svizzera), Walter, 1962; traduzione di Yvonne e Herbert Meier.
  • Giuseppe Dessì, Le Déserteur, Paris, Julliard, 1963; traduzione di Helena de Mariassy e Cristal de Lignac.
  • Giuseppe Dessì, A Katonaszökevény, Budapest, Európa, 1964; traduzione di Éva Szabolcsi, postfazione di László Lator.
  • Giuseppe Dessì, El Desertor, Buenos Aaires, Emecé Editores, 1964; traduzione di Augusto Guibourgh.
  • Giuseppe Dessì, De Deserteur, Den Haag, Kruseman “isirisreeks”, 1965; traduzione di Yoshuah Barjitzchak.
  • Giuseppe Dessì, Das Lösegeld, Berlin, Volk und Welt, 1969; traduzione di Herbert Meier, postfazione di Joachim Meinert.
  • Giuseppe Dessì, Dezertorul, Bucarest, Editura Pentru Literatură Universală, 1969; traduzione di Anca Giurǎscu e Constantin Streia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ S. Maxia, Introduzione a Il disertore, op. cit.
  2. ^ G. Angioni, Tutti dicono Sardegna, op. cit. 78-83
  3. ^ F. Casula, Letteratura e civiltà, op. cit. 190-200

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eurialo De Michelis, Narratori al quadrato, Pisa, Nistri-Lischi, 1962
  • Giacomo Debenedetti, Dessì e il golfo mistico, in «Intermezzo», Milano, Mondadori, 1963
  • Carlo Varese, Occasioni e valori della letteratura contemporanea, Bologna, Cappelli, 1967
  • Anna Dolfi, La parola e il tempo. Saggio su Giuseppe Dessì, Firenze, Nuove edizioni Vallecchi, 1977
  • Giulio Angioni, Tutti dicono Sardegna, Cagliari, EDeS, 1990
  • Francesco Casula, Letteratura e civiltà della Sardegna, 190-202, Grafica del Parteolla, Dolianova, 2011.
  • Sandro Maxia, Introduzione a Il disertore, Ilisso, 1997
  • Nicola Turi, I testi di Dessì in lingua straniera, in Anna Dolfi (a cura di), Giuseppe Dessì tra traduzioni ed Edizioni, Firenze University Press, 2013.

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