Rhipidomys leucodactylus

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Rhipidomys leucodactylus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
FamigliaCricetidae
SottofamigliaSigmodontinae
TribùThomasomyini
GenereRhipidomys
SpecieR.leucodactylus
Nomenclatura binomiale
Rhipidomys leucodactylus
Tschudi, 1845
Sinonimi

Hesperomys sclateri, R.goodfellowi, R.bovallii, R.lucullus, R.equatoris, R.l.aratayae

Rhipidomys leucodactylus (Tschudi, 1845) è un roditore della famiglia dei Cricetidi diffuso nell'America meridionale.[1][2]

Roditore di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 136 e 190 mm, la lunghezza della coda tra 176 e 230 mm, la lunghezza del piede tra 30 e 38 mm, la lunghezza delle orecchie di 23 mm.[3]

La pelliccia è ruvida. Le parti dorsali variano dal grigiastro al rossastro cosparse di lunghi peli nerastri, i fianchi sono più chiari, mentre le parti ventrali sono bianche, giallognole o color crema con la base dei peli grigia e spesso con dei riflessi arancioni lungo la parte centrale del petto. Le orecchie sono relativamente grandi. I piedi sono grandi e molto larghi, con una macchia scura dorsale che si estende fino alla seconda falange delle dita, i loro lati sono argentati o dorati. La coda è lunga circa quanto la testa ed il corpo, è uniformemente rossastra o marrone scura, ricoperta di peli e con un lungo ciuffo di peli. Il cariotipo è 2n=44 FN=46,48,52.

Comportamento

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È una specie arboricola.

Alimentazione

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Si nutre di frutta. È considerato una piaga dagli agricoltori.

Femmine gravide con 2-3 embrioni sono state catturate dad agosto, settembre e novembre.

Distribuzione e habitat

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Questa specie è diffusa negli stati brasiliani di Amapá, Amazonas, Mato Grosso, Pará, Rondônia, in Colombia, Ecuador, Guyana francese, Guyana, Suriname, Venezuela, Perù orientale e nella Bolivia centrale.

Vive nelle foreste umide sempreverdi fino a 1.750 metri di altitudine.

Conservazione

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La IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione presumibilmente numerosa , classifica R.leucodactylus come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

  1. ^ a b c (EN) Patton, J., Catzeflis, F., Weksler, M. & Percequillo, A. 2008., Rhipidomys leucodactylus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Rhipidomys leucodactylus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Eisenberg & Redford, 2000.
  • John F.Eisenberg & Kent H.Redford, Mammals of the Neotropics, Volume 2: The Southern Cone: Chile, Argentina, Uruguay, Paraguay, The University of Chicago Press, 1992. ISBN 9780226706825
  • John F.Eisenberg & Kent H.Redford, Mammals of the Neotropics, Volume 3:Ecuador, Peru, Bolivia, Brazil, The University of Chicago Press, 2000. ISBN 9780226195421
  • Patton JL, Pardiňas UFJ & D'Elia G, The Mammals of South America. Volume 2: Rodents, The University of Chicago Press, 2015. ISBN 978-0-226-16957-6.

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