HD 43819
| HD 43819 | |
|---|---|
  | |
| Classificazione | gigante azzurra |
| Classe spettrale | B9IIIsp... C ~ |
| Distanza dal Sole | 631 anni luce |
| Costellazione | Orione |
| Redshift | 0,00 ± 5,00 |
| Coordinate | |
| (all'epoca J2000.0) | |
| Ascensione retta | 06h 19m 01,8422s |
| Declinazione | +17° 19′ 30,932″ |
| Lat. galattica | +00,9198° |
| Long. galattica | 193,8801° |
| Dati osservativi | |
| Magnitudine app. | 6,27 |
| Magnitudine ass. | -0,16 |
| Parallasse | 5,17 ± 1,09 mas |
| Moto proprio | AR: -8,68 ± 0,91 mas/anno Dec: -4,80 ± 0,63 mas/anno |
| Velocità radiale | 0 ± 5 km/s |
| Nomenclature alternative | |
Coordinate: 
06h 19m 01.8422s, +17° 19′ 30.932″
HD 43819 è una stella gigante azzurra di magnitudine 6,27 situata nella costellazione di Orione. Dista 631 anni luce dal sistema solare.
Osservazione[modifica | modifica wikitesto]
Si tratta di una stella situata nell'emisfero celeste boreale; grazie alla sua posizione non fortemente boreale, può essere osservata dalla gran parte delle regioni della Terra, sebbene gli osservatori dell'emisfero nord siano più avvantaggiati. Nei pressi del circolo polare artico appare circumpolare, mentre resta sempre invisibile solo in prossimità dell'Antartide. Essendo di magnitudine pari a 6,3, non è osservabile ad occhio nudo; per poterla scorgere è sufficiente comunque anche un binocolo di piccole dimensioni, a patto di avere a disposizione un cielo buio.
Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra dicembre e maggio; da entrambi gli emisferi il periodo di visibilità rimane indicativamente lo stesso, grazie alla posizione della stella non lontana dall'equatore celeste.
Caratteristiche fisiche[modifica | modifica wikitesto]
La stella è una gigante azzurra; possiede una magnitudine assoluta di -0,16 e la sua velocità radiale positiva indica che la stella si sta allontanando dal sistema solare.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Dati della stella dall'archivio Simbad, su simbad.u-strasbg.fr.
