Guglielmo Ranzi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Stele a Guglielmo Ranzi in Piazza Dante a Trento
Il Monumento a Dante. In primissimo piano l'epigrafe dettata da Ranzi

Guglielmo Ranzi (Trento, 15 dicembre 1859Trento, 24 aprile 1932) è stato un letterato e irredentista italiano, principale ispiratore del Monumento a Dante a Trento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio dell'imprenditore Francesco Ranzi (1826-1882), fu consigliere comunale a Trento, membro della direzione e presidente della Società degli alpinisti tridentini (1897-1898), consigliere della Lega Nazionale e fiduciario nel Trentino della Società Dante Alighieri (1895-1903).[1]

Esponente di spicco del partito liberale, fu impegnato nella difesa della lingua italiana in Trentino. Ad esempio, in una lettera a Pasquale Villari, presidente dell'Associazione Dante Alighieri, contestava la frequentazione della scuola tedesca da parte di ragazzi italiani a Trento.[2]

Nel 1886 Ranzi ebbe l'idea di un Monumento a Dante a Trento, in occasione della fondazione della società Pro Patria. Inizialmente l'abbandonò, riproponendola dopo l'erezione a Bolzano nel 1889 della statua al poeta tedesco Walther von der Vogelweide. Per raccogliere i fondi venne quindi creato un comitato, presieduto da Ranzi (1892-1898). Ranzi fece parte della commissione che valutò i progetti, fra i quali venne alla fine scelto quello di Cesare Zocchi. Ebbe uno scambio epistolare con Giosuè Carducci, che dedicò una poesia al monumento. Ne dovette però "limitare i fervori... per il rischio di una censura austriaca".[1]

Il monumento fu inaugurato l'11 ottobre 1896. Ranzi tenne un discorso in cui sostenne la necessità di difendere la lingua italiana dal tentativo di imporre la lingua tedesca, ma respinse l'idea che avesse un significato antitedesco, come conferma anche l'epigrafe da lui dettata:

Inchiniamoci Italiani
Inchinatevi Stranieri
Deh! Rialziamoci
Affratellati nella giustizia[3]

Il 1º gennaio 1932 diventò socio ordinario dell'Accademia Roveretana degli Agiati.[4][5] Morì a Trento il 24 aprile 1932.

Nel 1934 il Museo trentino del Risorgimento per ricordarlo pose una stele in Piazza Dante, accanto al Monumento da lui voluto.[6] Gli è dedicata una via nei pressi dell'ospedale Santa Chiara. Il Museo storico del Trentino conserva un suo fondo archivistico.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Davide Bagnaresi, Editoria turistica e irredentismo. La statua di Dante a Trento tra rappresentazioni e gite patriottiche (1896-1927), su storiaefuturo.eu, Storia e Futuro, giugno 2010. URL consultato il 4 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2019).
  2. ^ Quinto Antonelli, Sull'insegnamento delle lingue in Trentino, IPRASE, Ottobre 2015, p. 22. URL consultato il 2-10-2016 (archiviato il 3 ottobre 2016).
  3. ^ Alcide De Gasperi, I cattolici trentini sotto l’Austria, vol. II 1909-1915, su books.google.it, Ed. di Storia e Letteratura, p. 439. URL consultato il 4 agosto 2019.
  4. ^ Guglielmo Ranzi [collegamento interrotto], su agiati.org, Accademia Roveretana degli Agiati. URL consultato il 1-10-2016.
  5. ^ common.agiati.org/ (PDF), su common.agiati.org, agiati.org. URL consultato il 4 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2019).
    «Ranzi Guglielmo Trento, 15 dicembre 1859 - Trento, 24 aprile 1932 Socio ordinario dal 1932»
  6. ^ Guglielmo Ranzi, su chieracostui.com, Chi era Costui. URL consultato il 1º ottobre 2016 (archiviato il 4 agosto 2019).
  7. ^ Fondo: Ranzi Guglielmo, su beniculturali.ilc.cnr.it:8080, Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia. URL consultato il 1º ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Guido Lorenzi & Sergio Benvenuti, Il monumento a Dante a Trento - Storia e significati, Temi, 1992.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]