Grethe Bartram

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Grethe Bartram nel 1942

Maren Margrethe Thomsen, nota anche con lo pseudonimo di Maren Margrethe "Grethe" Bartram e "Thora" (Aarhus, 23 febbraio 1924[1]Vessigebro, gennaio 2017[1]), è stata un'agente segreto danese[2], con la sua attività doppiogiochista denunciò almeno 53 persone della Resistenza danese durante la seconda guerra mondiale, provocando così lo smantellamento dei primi gruppi di resistenza comunista e la conseguente deportazione dei membri nei campi di concentramento nazisti. Bartram denunciò anche il fratello, il marito e altri conoscenti[3].

Dopo la guerra fu condannata a morte per tradimento, la sentenza fu commutata in ergastolo nel 1947. Nel 1956 fu rilasciata e si trasferì ad Halland, in Svezia, dove visse con il suo nome da sposata.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque ad Aarhus e crebbe in una famiglia povera, seconda di otto figli; entrambi i genitori erano membri del Partito Comunista di Danimarca (DKP). Suo padre, Niels Peter Christopher Bartram, originario dello Jutland meridionale, partecipò alla prima guerra mondiale schierato nelle forze tedesche, rimase sofferente di shell shock per gli effetti della guerra, aveva difficoltà a lavorare ma riuscì a gestire un piccolo negozio di riparazione di biciclette a Midtbyen.[3]

Grethe lasciò la scuola a 13 anni e iniziò a lavorare fino a quando rimase incinta a 16 anni, si sposò il 12 luglio 1941 con un giovane macchinista, Frode Thomsen. Il matrimonio non durò a lungo, finendo nell'estate del 1943, e il loro figlio fu dato in affidamento alla suocera.[4]

L'attività come informatore[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di Grethe, compreso il fratello maggiore Christian, fu coinvolta nella Resistenza[5]. Nel settembre 1942 la polizia danese mise in palio una ricompensa pari a 1000 corone danesi per chi avesse fornito le informazioni su un episodio di sabotaggio che portò all'incendio di un negozio ad Aarhus.[6] Tramite il fratello, Grethe seppe chi era stato coinvolto e fornì le informazioni alla polizia. Furono arrestate cinque persone, tra cui il fratello[7]. Una persona riuscì a fuggire e gli altri furono condannati a pene comprese tra uno e dieci anni di carcere.[8] In seguito, partecipò ad altre attività illegali legate al movimento di resistenza.

Nel marzo-aprile 1944, fu assunta come agente dalla Gestapo; nel giugno il Gruppo Samsing e un gruppo affiliato di studenti universitari furono arrestati e infine deportati nel campo di concentramento di Neuengamme. I gruppi di resistenza comunista ad Aarhus e nello Jutland centrale furono sostanzialmente neutralizzati. I membri della resistenza avevano ancora molta fiducia in Grethe e nell'agosto 1944 fu inviata a Copenaghen come rappresentante per stabilire una nuova leadership per la Resistenza ad Aarhus. Con il passare del tempo, la Resistenza divenne sospettosa nei suoi confronti, per placare i sospetti fece in modo di essere arrestata e imprigionata nel campo di prigionia di Frøslev: questo tentativo non servì a nulla e la resistenza tentò di ucciderla in diverse occasioni, riuscendo però solo a ferirla[9].

Nel marzo 1945 fu assunta dalla Gestapo a Kolding, dove lavorò fino alla resa delle forze tedesche in Danimarca. Il giorno della resa, il 5 maggio, si trovava nel quartier generale della Gestapo a Esbjerg, dove rimase ferita quando la Resistenza vi fece esplodere delle bombe. Si riprese rapidamente e andò in bicicletta a Kolding per chiedere aiuto, ma la Gestapo era già stata evacuata. Grethe si recò quindi a Brejning dove fu arrestata nuovamente il 10 maggio.[8]

Secondo il suo stesso racconto, riceveva da 500 a 700 corone danesi al mese, ma un testimone della Gestapo affermò che riceveva 3/4 del denaro pagato agli informatori, che ammontava a 1200-1500 corone al mese.[10]

Processo nel dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Durante il processo emerse che Grethe denunciò ben 53 persone. Di queste, le sue informazioni hanno avuto come conseguenza diretta la tortura di 15 persone durante gli interrogatori e la deportazione di 35 persone nei campi di concentramento nazisti in Germania, di queste otto sono morte o risultano disperse. Grethe si dichiarò colpevole della maggior parte dei capi d'accusa e fu condannata a morte il 29 ottobre 1946 dal Tribunale penale di Aarhus, poi confermata dal Vestre Landsret il 22 febbraio 1947[11] e dalla Corte Suprema danese il 4 settembre 1947.[3][12]

Come per Anna Lund Lorenzen, l'unica altra donna danese condannata a morte dopo il 1945 per crimini di guerra[13], la sua condanna fu commutata in ergastolo dal Ministro della Giustizia Niels Busch-Jensen il 9 dicembre 1947. Busch-Jensen motivò la grazia con la giovane età della donna all'epoca, che fosse cresciuta in uno "spirito antireligioso, comunista e materialista" e che avesse avuto problemi finanziari.[14]

Grethe fu rilasciata dopo dieci anni di prigione il 26 ottobre 1956, dopodiché si trasferì in Svezia, dove visse con il suo nome da sposata.[15] Divenne cittadina svedese negli anni '60 e morì a Vessigebro, all'età di 92 anni.[16]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il suo rilascio nel 1956, Grethe fu intervistata in diverse occasioni: nel 1976 da Erik Haaest per la rivista Ugens Rapport[17]; nel 1995 dal quotidiano Jyllands-Posten (l'intervista fu messa in dubbio da Erik Haaest, autore della precedente intervista)[18]; dalla rivista Samvirke nel 2006[19]; dal quotidiano Berlingske nel 2010[20]; dal quotidiano Århus Stiftstidende nel 2010 per una serie di articoli[21].

Il Museo dell'Occupazione (in danese Besættelsesmuseet) di Aarhus ha allestito una mostra speciale su Grethe Bartram nel 2010.[22]

Lo spettacolo teatrale "Besættelse", di Ann Sofie Oxenvad, si basa sul processo contro Grethe Bartram. È stato messo in scena al teatro Svalegangen di Aarhus il 26 marzo 2010 e rappresentato fino al 29 aprile.[23]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Maren Margrethe Thomsen (Bartram), su geni.com.
  2. ^ (DA) Clock 31 jan 2017 e kl 19:25 Bemærk: Artiklen er mere end 30 dage gammel Karsten Smed Journalist Lokalreporter i Aarhus Kommune, Den aarhusianske storstikker Grethe Bartram er død, su TV2 ØSTJYLLAND. URL consultato il 24 agosto 2022.
  3. ^ a b c (DA) Gestapos Største Stikker, su samvirke.dk, Samvirke. URL consultato il 28 agosto 2015.
  4. ^ (DA) Fra kommunist til Gestapoagent, su Arbejderen. URL consultato il 21 marzo 2024.
  5. ^ (EN) Grethe Bartram, 21 marzo 2024. URL consultato il 21 marzo 2024.
  6. ^ Hauerbach, p. 22
  7. ^ (ES) Grethe Bartram, la chivata danesa de la Gestapo, su Diario ABC, 23 febbraio 2017. URL consultato il 21 marzo 2024.
  8. ^ a b (DA) Grethe Bartram, su historie-online.dk, Historie Online. URL consultato il 28 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  9. ^ (DA) Kvinde der stak 53 modstandsfolk er død, su DR, 31 gennaio 2017. URL consultato il 21 marzo 2024.
  10. ^ Tamm, p. 362
  11. ^ (DA) "Dødsstrafsagen mod Grethe Bartram optaget til Doms", artikel i Aarhus Amtstidende, 22. februar 1947, su danmarkshistorien.dk. URL consultato il 21 marzo 2024.
  12. ^ Tamm, p. 374
  13. ^ (DA) Grethe Bartram, kollaboratør | lex.dk, su Dansk Kvindebiografisk Leksikon, 22 aprile 2023. URL consultato il 21 marzo 2024.
  14. ^ Tamm, pp. 374-375
  15. ^ Tamm, p. 375
  16. ^ Dödsdömd i Danmark efter kriget, nu avliden i Vessigebro, su Hallands Nyheter. URL consultato il 1º febbraio 2017.
  17. ^ Klik på pilen for at sammenligne Marie Lock-Hansen med storstikkeren Grethe Bartram, su djh.dk. URL consultato il 5 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2005).
  18. ^ Erik Haaest - Mindeside - Siden 23. januar 2012 redigeret af Gorm Hansen, su www.smartcms.dk. URL consultato il 21 marzo 2024.
  19. ^ (DA) Grethe Bartram var Gestapos største stikker | Samvirke, su samvirke.dk. URL consultato il 21 marzo 2024.
  20. ^ (DA) Ole Christensen, Storstikker: Ja, jeg fortryder, su Berlingske.dk, 20 marzo 2010. URL consultato il 21 marzo 2024.
  21. ^ Tema om Grethe Bartram – Århus Stiftstidende 2010, su stiften.dk. URL consultato il 23 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2010).
  22. ^ Besættelsesmuseet i Aarhus – Sagen Grethe Bartram [collegamento interrotto], su historie-online.dk.
  23. ^ Stikkeren er gravid – [[Alt om Aarhus]] 21 gennaio 2010, su aoa.dk. URL consultato il 27 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2010).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]