Giuseppe Maria Tron

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Giuseppe Maria Tron (1799 – ...) di nobile famiglia piemontese, fu fabbricante di stoffe e mercante della seta, ambasciatore e banchiere della Real Corte di Torino e membro della società Agraria di Torino (Kgu) 1791.

Attività bancaria[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1831, all'inizio del regno di Carlo Alberto la realtà creditizia piemontese era alquanto limitata; in tutto il Piemonte comprendeva la Cassa de’ censi, la Compagnia di San Paolo (che concedeva mutui nel settore agricolo e nelle costruzioni edili), alcuni Monti di pietà; completavano il quadro i banchieri privati, in buona parte mercanti-banchieri e banchieri-setaioli. Le due case bancarie private di una certa importanza erano “Barbaroux e Tron” e “Nigra e Fratelli e Figli” che si fregiavano del titolo di Banchiere della Real Corte.[1]

La Corte Reale di Torino credette opportuno avere una cassa di riserva di cui fondi non potessero essere impiegati che in spese straordinarie ed urgenti per la sicurezza dello Stato. Il danaro fu procurato per mezzo di un prestito di ventisette milioni di lire che fu fatto al cinque per cento con la Casa bancaria di Torino "Barbarono e Tron".[2][3][4] Secondo lo stile del tempo, fu fissato un fondo dell'uno per cento per estinguere il debito in trentasei anni.

Palazzi e tenute[modifica | modifica wikitesto]

  • Egli fu anche il proprietario della Villa del Gibellino (nome di antica famiglia del novarese). Durante l'invasione napoleonica egli riuscì a mantenere il possesso sulle sue proprietà e soltanto successivamente decise di vendere il poco produttivo Gibellino a Giovanni Antonio Bono; la carta del catasto napoleonico (1806) mostra infatti una villa residenziale a corte chiusa circondata da un enorme parco che si estendeva dalla cascina Morozzo alla Calcaterra.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La formazione e lo sviluppo del sistema bancario in Europa e in Italia ... di Anna Maria Galli - Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano © 1992 Vita e Pensiero. ISBN 88-343-9575-1
  2. ^ Annali d'Italia dal 1750, Volumi 8-9 di Antonio Coppi - pagina 289.
  3. ^ Lettere del Marchese Gustavo di Cavour ad Antonio Rosmini di don Gianni Picenardi (Stresa 2011).
  4. ^ Premio Cavour 2007 al Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi - Intervento del Vice Direttore generale della Banca d’Italia↵Antonio Finocchiaro.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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