Giovanni Battista Berisso

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Giovanni Battista Berisso (Lavagna, 15 febbraio 1834Buenos Aires, 23 gennaio 1893) è stato un imprenditore italiano naturalizzato argentino.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nella cittadina marinara di Lavagna[1], dove lavorava come mozzo, emigrò in Sudamerica nel 1848. Proprio in quegli anni, da Genova e dai villaggi costieri della Liguria, stava iniziando quel lunghissimo processo di emigrazione verso il Río de la Plata che nei decenni successivi avrebbe coinvolto l'intera Italia. Giunto a Montevideo a bordo del brigantino La Pace, raggiunse in seguito Buenos Aires dove lavorò in una rosticceria ed in una macelleria[2]. In seguito, con i propri risparmi, aprì una macelleria e successivamente investì tutti i suoi capitali nell'acquisto di una mandria[3]. Nonostante la perdita dei propri beni a causa di una tempesta, Berisso riuscì a ricostituire un proprio capitale e, nel 1863, si associò con Juan Solari e Tomás Vignale per aprire l'impianto per la salagione della carne San Martín ai margini del Riachuelo, nella località di Barracas al sur[4]. Nel 1871, a causa dello scoppio nella capitale argentina dell'epidemia di febbre gialla, Berisso ed i suoi soci furono costretti a trasferire l'impianto di lavorazione della carne fuori città, nei pressi del porto di Ensenada[5]. Nel giugno dello stesso anno iniziarono i lavori di costruzione e nell'agosto la fabbrica era pienamente operativo. Attorno all'impianto, che arriverà ad occupare oltre 2 000 operai, sorse un insediamento, fondato il 24 giugno 1871, che negli anni a venire diventerà una città vera e propria e sarà intitolata allo stesso Berisso[5]. Nel 1879 aprì un nuovo impianto di salagione della carne a poca distanza dall'altro.

Tuttavia l'attività imprenditoriale di Berisso non si limitò al settore della carne. Nel 1880 acquistò a Buenos Aires una distilleria, mentre qualche anno dopo costituì la Compañia Maritima Argentina specializzata nel trasporto merci[6]. Nel 1882 fondò alla Boca un cantiere navale con annesso delle officine meccaniche per la costruzione di navi a vapore[5][3][7]. Due anni dopo infine entra in società con il fratello in una fabbrica di liquori[8]. Negli anni a seguire chiamò dall'Italia i parenti e i famigliari con l'obbiettivo di inserirli all'interno delle sue imprese e di condividere con loro il suo successo[3].

Morì nel gennaio 1893 e fu sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero della Recoleta[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Niccolò Cuneo, Storia dell'emigrazione italiana in Argentina 1810-1870, Milano: Garzanti, 1940, p. 250
  2. ^ Gio. Bono Ferrari, Capitani di mare e bastimenti di Liguria del secolo XIX. Genova e riviera di Levante, Rapallo: Arti Grafiche del Tigullio, 1939 XVII
  3. ^ a b c Municipalidad de Berisso-Juan Bautista Berisso
  4. ^ a b P. Cabano, El coraje de nuestros inmigrantes,in Gens Linguistica in orbe, p. 14
  5. ^ a b c Empresarios Notables Por Jorge di Fiore-Juan Berisso, su empresariosnotables.com.ar. URL consultato il 27 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2015).
  6. ^ P. Cabano, El coraje de nuestros inmigrantes, in Gens Linguistica in orbe, p. 14
  7. ^ Cuneo, op. cit., p. 333
  8. ^ Ibidem

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Niccolò Cuneo, Storia dell'emigrazione italiana in Argentina 1810-1870, Milano: Garzanti, 1940

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]