Giovanni Amendola

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Giovanni Amendola (Salerno, 15 aprile 1882Cannes, 12 aprile 1926) è stato un politico italiano.

Dopo la laurea in filosofia, collabora con alcune testate giornalistiche, tra cui Il Leonardo di Giovanni Papini e La voce di Giuseppe Prezzolini. In seguito ottiene la cattedra di filosofia teoretica presso l'università di Pisa.

Attratto dalla politica, è eletto per tre volte deputato nel collegio di Salerno. Negli anni Dieci aderisce al movimento liberale italiano, ma è profondamente contrario all'ideologia di Giovanni Giolitti. Partecipa su posizioni di irredentismo democratico alla prima guerra mondiale, e al termine del conflitto bellico viene nominato ministro da Francesco Saverio Nitti, allora Presidente del Consiglio.

Le sue posizioni critiche nei confronti dell'estremismo fascista gli costano una serie di aggressioni. Nel 1924 non aderisce al Listone Mussolini e si candida alla Presidenza del Consiglio guidando una coalizione liberale. Nettamente sconfitto continua la sua battaglia democratica dalle colonne de Il Mondo, un nuovo quotidiano che contribuisce a fondare nel gennaio del '22 insieme a Torre e Ciraolo.

Detestato da Benito Mussolini per le posizioni antifasciste, Amendola è, insieme al deputato socialista Giacomo Matteotti e al parroco popolare don Giovanni Minzoni, una delle prime vittime del fascismo. Muore a Cannes, in Francia, in seguito ad una lunga agonia, per delle percosse ricevute a Roma da un gruppo di squadristi. L'episodio fu l'ultimo di una lunga serie di intimidazioni ricevute da Giovanni Amendola, dal figlio Giorgio, e dalla redazione del Mondo.

Il figlio Giorgio Amendola è stato un importante politico e scrittore comunista.

I giornalisti italiani hanno dedicato al nome di Giovanni Amendola il loro Istituto di previdenza (Inpgi "Giovanni Amendola"). [1], [2].

Referenze

Biografia

  • Eva Kühn-Amendola: Vita con Giovanni Amendola, Firenze 1960