Giacomo Moriondo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giacomo Moriondo a 18 anni

Giacomo Moriondo (Torino, 27 agosto 1896Torino, 2 febbraio 1957) è stato un pittore italiano paesaggista.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

G. Moriondo nel 1955

Figlio di Angelo Moriondo e Sinforosa Omegna fu il secondogenito di 4 fratelli.

Il padre Angelo, che passò alla storia per avere inventato nel 1884 la macchina per il caffè espresso, era un facoltoso imprenditore dell'epoca, proprietario dell'hotel Ligure di Piazza Carlo Felice e di altri esercizi pubblici in Torino.

Durante la grande guerra fu arruolato nell'esercito a Bologna con la mansione di “Autiere”. Il 25 maggio 1932, a Piovà Massaia (AT), sposò Luigina Matta da cui ebbe due figli: Margherita ed Angelo.

La famiglia aveva perso ogni bene nella crisi del 1929 per cui quando Giacomo si sposò e divenne padre di famiglia, abbandonò le velleità di “vivere d'arte” e iniziò a lavorare avviando a Torino una piccola attività per conto terzi di verniciatura di mobili. L'iniziativa intrapresa si sviluppò con successo e fu trasferita in Villastellone (TO) dove iniziò la fabbricazione di mobili.

Questa attività fu poi ceduta a terzi per iniziare quella di gestore di alcune sale cinematografiche a Torino (cinema Carlo Alberto, Aurora e Colosseo).

Vennero poi gli anni del dopoguerra e del boom economico che gli diedero buona tranquillità finanziaria consentendogli di dedicarsi, con rinnovato vigore, alla pittura che assorbiva tutto il suo tempo libero.

Morì d'infarto il 2 febbraio 1957 all'età di 60 anni nella sua casa di Torino in via della Rocca 17.

Produzione artistica[modifica | modifica wikitesto]

Dipinto a olio intitolato "La Valle Versa" di Giacomo Moriondo
Quadro a olio intitolato "Verso il lago di Arignano" di Giacomo Moriondo

La passione per il disegno e la pittura furono coltivate fin da ragazzo per cui il padre Angelo, assecondando la passione pittorica del figlio, lo mandò a frequentare dapprima la scuola di pittura di Enrico Reycend e poi l'Accademia Albertina di Torino.

Copiosa è la sua produzione giovanile di acquerelli, disegni e tempere per l'illustrazioni per libri per ragazzi e bozzetti pubblicitari attività che gli diede qualche soddisfazione e anche una certa notorietà. Negli anni 1930 e 31 ottenne infatti l'incarico, a cachet, di illustrare la copertina del "Radiocorriere".

Negli anni '30 ricercò nuovi stili e tecniche pittoriche (futurismo, divisionismo) ma, passato quel periodo, le ricerche (senza dimenticare la sua passione per i paesaggi di Alfred Sisley) approdarono alla tradizione dei paesaggisti piemontesi e alle visioni di Antonio Fontanesi che ebbe notevole influenza su tutti i pittori di paesaggio del Piemonte, e che con i suoi allievi dell'Accademia si recava spesso a dipingere en plein air nella campagna intorno a Torino.

La pittura di Giacomo Moriondo è pervasa da una costante vena di rilassante romanticismo, espresso nell'ambito di infinite tonalità di verdi e una luminosità scolpita e sottile in cui i cieli e i tetti delle case rivelano i colori tipici delle contrade Piemontesi.

Tenne sempre tutta la produzione gelosamente per sé, in quanto dipingeva per pura passione, e continuò a dipingere ininterrottamente senza mai essere tentato dal "mercato" per cui non partecipò mai a mostre o esposizioni.

Bozzetto pubblicitario per Calzature Coturnia del pittore Giacomo Moriondo
Copertina del Radiocorriere dell'aprile 1931 ad opera di Giacomo Moriondo

Durante la seconda guerra mondiale, sfollato dapprima nella casa di famiglia nella frazione Mon-plaisir di Marentino (TO) e poi in quella dello suocero, a Piovà Massaia (AT), ebbe una notevole produzione.

La sua produzione di quel periodo è di centinaia di dipinti a olio che ritraggono le colline tra il Chierese e il Monferrato (Marentino, Sciolze, Vernone, Andezeno, Arignano, Piovà, e Cerreto). Nel dopoguerra le vacanze estive al mare di Senigallia (AN) diedero l'avvio ad una serie di interessanti marine e paesaggi acquatici.

Salvo rare eccezioni non dipinse mai su tela ma, stante la difficoltà di trovare materiale, dipinse su qualsiasi supporto disponibile quale semplice carta, cartoncino o legno.

Nel dopoguerra trascorse le sue vacanze e molto del tempo libero a Piovà Massaia (AT) dove continuò la sua produzione accompagnandosi sovente nelle passeggiate agresti con due giovanissime promesse della pittura astigiana, il nipote Pietrenzo Piazzo e il di lui amico Leonardo Mosso di Cerreto d'Asti.

Era quasi coetaneo e buon amico del pittore Lidio Ajmone col quale talvolta si accompagnava in cerca di scorci da ritrarre e in alcuni quadri vi sono dei ritocchi fatti da Ajmone stesso.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]