George Brunies

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George Brunis e Tony Parenti, Jimmy Ryan's (Club), New York, ca. Agosto 1946. Foto di Gottlieb

George Clarence Brunies, alias Georg Brunis (New Orleans, 6 febbraio 1902Chicago, 19 novembre 1974[1]), è stato un musicista e trombonista statunitense jazz, membro del dixieland revival. Era conosciuto come "The King of the Tailgate Trombone"[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Brunies è nato a New Orleans, Louisiana, Stati Uniti,[1] in una famiglia di musicisti. Suo padre guidava una band di famiglia e i suoi fratelli Henry, Merritt, Richard e Albert ("Abbie") divennero tutti noti musicisti professionisti. All'età di otto anni, George stava già suonando professionalmente il corno contralto nella band di Papa Jack Laine.[3] Qualche anno dopo passò al trombone.[1] Ha suonato con molte jazz band, bande da ballo e da parata a New Orleans. Non ha mai imparato a leggere la musica, ma poteva rapidamente imparare melodie e inventare una parte per il suo strumento.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Andò prima a Chicago nel 1919 con una band guidata da Ragbaby Stevens, poi lavorò sui battelli fluviali che andavano su e giù per il Fiume Mississippi. Nel 1921 tornò a Chicago e si unì a una banda di suoi amici di New Orleans che suonavano al Friar’s Inn; questa era la band che divenne famosa come i New Orleans Rhythm Kings.[2] Lo stile del trombone di Brunies ebbe un'influenza sui giovani musicisti di Chicago e i suoi dischi furono molto copiati.

Dopo che i Rhythm Kings si sciolsero a Chicago nel 1924, Brunies si unì alla famosa band di Ted Lewis, con la quale suonò fino al 1934.[1]

Dopo un po' di tempo con la band di Louis Prima ottenne un concerto fisso al jazz club di New York, Nick's, fino al 1938.[4] Nel 1939 si unì alla band di Muggsy Spanier, con la quale realizzò alcune delle sue registrazioni più famose.[1] L'anno successivo tornò da Nick's, dove rimase fino al 1946.[4] Brunies lavorò poi con Eddie Condon.

Carriera successiva[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1949, Brunies tornò a Chicago per guidare la sua band.[1] Brunies spesso metteva in mostra le sue insolite capacità tecniche e allo stesso tempo il suo bizzarro senso dell'umorismo; per esempio si sdraiava sul pavimento e invitava la persona più numerosa del pubblico a sedersi sul suo petto mentre suonava il trombone.

Su consiglio di un numerologo, cambiò il suo nome in Georg Brunis alla fine degli anni quaranta,[1] quando suonava al Club 1111 (undici-undici) di Chicago.[1] Credeva che questo cambiamento di nome avrebbe aumentato la sua fortuna. Il 1111 era un popolare jazz club che era sempre pieno il venerdì e il sabato sera di amanti del jazz provenienti dalla periferia nord di Chicago. Di tanto in tanto altri famosi musicisti jazz, come Muggsy Spanier, venivano a sedersi e suonare fino all'alba.

Georg Brunis morì a Chicago il 19 novembre 1974.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h (EN) Georg Brunis - Biography & History, su AllMusic. URL consultato il 25 luglio 2021.
  2. ^ a b c (EN) Stetler, Susan L. (a cura di), "Brunis, George", in Biography Almanac, 3ª ed., Detroit, Gale Research Company, 1987, p. 257, ISBN 0-8103-2142-4.
  3. ^ (EN) George Brunies (1902-1974), su Syncopatedtimes.com. URL consultato il 20 maggio 2020.
  4. ^ a b (EN) Colin Larkin (a cura di), The Guinness Who’s Who of Jazz, First, Guinness Publishing, 1992, p. 66, ISBN 0-85112-580-8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Kernfeld, Barry Dean, and Stanley Sadie. "New Orleans Rhythm Kings." The New Grove Dictionary of Jazz. London: Macmillan, 1988.
  • New Orleans Rhythm Kings biography. The Red Hot Jazz Archive. Retrieved June 29, 2006.
  • Kennedy, Rick. Jelly Roll, Bix, and Hoagy: Gennett Studios and the Birth of Recorded Jazz. Bloomington: Indiana UP, 1994. ISBN 978-0253213150
  • Kenney, William Howland. Chicago Jazz: A Cultural History, 1904-1930. New York: Oxford UP, 1993. ISBN  9780195092608

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