Galeazzo Caracciolo

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Il marchese di Vico Galeazzo Caracciolo (Napoli, 1517Ginevra, 1586) è stato un teologo italiano.

Biografia

Galeazzo Caracciolo, marchese di Vico, nacque da Nicola Antonio (detto Colantonio) e Giulia Della Leonessa, che era nipote per parte materna di Papa Paolo IV. Sposò in prime nozze, nel 1537, Vittoria Carafa dei duchi di Nocera, da cui ebbe 6 figli, molti dei quali morti prematuramente.

Per i servizi resi, prima come maggiordomo di settimana, poi al seguito dell'armata in Provenza (1536), re Carlo V lo insignì del Toson d'Oro [1].

Frequentando gli ambienti della corte imperiale, Caracciolo entrò in rapporto con il circolo di Juan de Valdés, subendo particolarmente l'influsso di Pietro Martire Vermigli e di Bernardino Ochino. Maturò la scelta della conversione alla Riforma, recandosi più volte in Germania, dove si dedicò alla lettura delle opere di Lutero.

Le indagini sulla sua attività condotte dal Tribunale dell'Inquisizione e l'ordine di arresto dato da Carlo V lo spinsero, nel 1551, all'esilio volontario a Ginevra, dove divenne calvinista e rimase fino alla morte, salvo che per alcuni viaggi in Italia, indotti dalle insistenze del padre, che cercò invano di farlo recedere dalle posizioni assunte, anche per scongiurare l'accusa di eresia, e per risolvere i rapporti con la prima moglie. A tal riguardo, dopo una complesso iter, che rappresentò un caso emblematico nella giurisprudenza dell'epoca [2], Galeazzo fu autorizzato dalla gerarchia calvinista a divorziare.

A Ginevra si risposò con la francese Anna Framery, da cui non ebbe altri figli, e fondò la prima Chiesa Riformata italiana, ricoprendone importanti funzioni [3]. Collaborò attivamente con Giovanni Calvino, tanto che questi gli dedicò la seconda edizione della Istituzione sulla religione cristiana [4].

Prima dell'interesse di Croce, che ha contribuito a correggere molte imprecisioni sulla vita del marchese di Vico, un altro celebre volume, scritto nel 1587 dal predicatore e ministro calvinista Niccolo Balbani, nativo di Lucca, di cui proprio Galeazzo era stato padrino, riscosse tra il XVI e il XIX secolo non indifferente fortuna, essendo più volte ristampato e pubblicato, oltre che in italiano, anche in inglese, francese e spagnolo [5].

Note

  1. ^ P. Giannone, Istoria civile del Regno di Napoli, t. XI, Tip. Elvetica, Capolago 1841, pp. 236-246.
  2. ^ T. de Beze, Tractatus de repudiis et divortiis in qua pleraeque de causis matrimonialibus (quas vocant) incidentes controversiae ex verbo Dei deciduntur, Genevae 1591.
  3. ^ B. Croce, Galéas Caracciolo marquis de Vico, preface d'Olivier Reverdin, Droz, Genève 1965, pp. 63-82.
  4. ^ G. Calvino, Istituzione della religion christiana. In volgare Italiano tradotta per Giulio Cesare Paschali, Geneva 1557.
  5. ^ N. Balbani, Historia delle vita di Galeazzo Caracciolo, chiamato il Signor Marcheze nella quale si contiene un raro e singolare essempio di costanza e di perseueranza nella pieta, e nella versa religione, Geneua 1587.

Bibliografia