Euractiv

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URLeuractiv.com, www.euractiv.de/, www.euractiv.fr/, euroefe.euractiv.es/, euractiv.it/, www.euractiv.pl/, euractiv.bg/, euractiv.cz/, www.euractiv.gr/, euractiv.hr/, www.euractiv.ro/, www.euractiv.rs/ e www.euractiv.sk/
LinguaInglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano, polacco, slovacco, ceco, greco, bulgaro, romeno e serbo
ProprietarioMediahuis
Lancio1999

Euractiv (stilizzato EURACTIV) è una rete di media paneuropea specializzata nelle politiche dell'Unione europea, fondata nel 1999 dall'editore di media francese Christophe Leclercq.[1] La sua sede centrale e la redazione centrale si trovano a Bruxelles, sebbene i suoi contenuti siano prodotti da circa 50 giornalisti con personale in Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Romania, Serbia e Slovacchia.[2]

La relazione di EURACTIV si concentra sulla fase pre-legislativa del processo decisionale dell'UE, con un team di traduttori che traduce fino a 2.750 articoli all'anno.[3][4] Oltre al team editoriale di EURACTIV, l'azienda ha stabilito partnership con organi di stampa come Der Tagesspiegel, Agencia EFE e Ouest-France.

EURACTIV ha diverse fonti di finanziamento, poiché l'azienda cerca entrate pubbliche e private per gestire la propria attività. Nel 2019 circa un quinto delle entrate di EURACTIV proveniva da fonti pubbliche, compresa l'UE.[5] Altre fonti di guadagno sono la pubblicità e la sponsorizzazione aziendale.

Nel 2018, il sondaggio annuale ComRes/Burson-Marsteller condotto da esperti dell'UE ha collocato EURACTIV tra i principali organi di informazione che si occupano di affari dell'UE, al di sopra di Euronews e EUobserver[6]. Nel 2019, un sondaggio condotto da Politico ha classificato EURACTIV al secondo posto nell'elenco dei primi 20 media più influenti tra i membri del Parlamento europeo.[7] EurActiv è anche considerato il principale media online sugli affari dell'UE.[8]

I servizi di EURACTIV sono regolarmente citati da giornali internazionali come The New York Times[9], Financial Times[10], CNN[11], Le Point[12] e Il Post.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Christophe Leclercq, su oecd.org, OECD (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2015).
  2. ^ (EN) EurActiv, su STYLE. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2020).
  3. ^ (EN) Mathew Lowry, Opening up EurActiv's media innovation programme, su Medium, 15 agosto 2018. URL consultato il 26 luglio 2019.
  4. ^ Joseph Lichterman, European publishers are teaming together to translate the news to reach broader audiences, Nieman Journalism Lab, 3 agosto 2016. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2020).
  5. ^ James Kanter, The European Press Corps Cannot Cover the EU, in The Atlantic, 22 aprile 2019. URL consultato il 26 luglio 2019.
  6. ^ What influences the influencers? 2018 EU Media Survey (PDF), su ComRes Global, 2018. URL consultato il 17 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2020).
  7. ^ James O'Malley e James Randerson, The Brussels Twitter bubble — an illustrated guide, in Politico Europe, 3 luglio 2019. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2020).
  8. ^ Who's who OECD forum 2015 (PDF), 2015, pp. 54.
  9. ^ Emily S. Rueb, 'Freedom Gas,' the Next American Export, in The New York Times, 29 maggio 2019. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2020).
  10. ^ Macron’s lofty eurozone budget gets downgraded, su FT Brussels briefing.
  11. ^ Brian Stelter, News outlets band together to establish the One Free Press Coalition, CNN, 15 marzo 2019. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2019).
  12. ^ (FR) Les " burgers " végétariens bientôt interdits ?, in Le Point, 3 aprile 2019. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2020).
  13. ^ L'elezione di von der Leyen è in bilico, in Il Post, 12 luglio 2019. URL consultato il 26 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2019).

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