Elezioni parlamentari a Cuba del 2003

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Elezioni parlamentari a Cuba del 2003
Stato Bandiera di Cuba Cuba
Data
19 gennaio
Leader
Partito
Lista completa
Voti
7.128.860
91,35%
Seggi
608 / 608


Presidente uscente
Fidel Castro

Le elezioni parlamentari a Cuba del 2003 si tennero il 19 gennaio.

Sistema elettorale[modifica | modifica wikitesto]

A Cuba le elezioni avvengono in forma plebiscitaria: non c'è una scelta tra avversari, ma una lista di candidati eletti in precedenza che dev'essere approvata o rifiutata. La metà dei candidati viene nominata negli incontri pubblici prima delle elezioni, mentre l'altra metà è nominata dalle organizzazioni ufficiali di massa, come i sindacati, le organizzazioni dei contadini e le unioni studentesche.

Secondo il governo, le elezioni rappresentano una dimostrazione di supporto popolare, mentre gli oppositori sono soliti attribuire il risultato più alla paura o all'apatia da parte di chi non supporta il governo. Essi sostengono che il risultato potrebbe indicare una programmazione elettorale (nelle circoscrizioni note per avere un'alta proporzione di votanti più inclini ad esprimere insoddisfazione attraverso le schede bianche o nulle, i candidati presentati tendono ad essere fugure locali rispettate non associate direttamente al governo), mancanza di supervisione del conteggio dei voti o l'ostacolo della propaganda. Secondo loro, il sistema di selezione dei candidati esclude qualunque voce davvero indipendente[1]. In realtà, la libertà di stampa è garantita dall'articolo 53 della Costituzione cubana, che riconosce la libertà di stampa e di parola se "conforme ai fini della società socialista", ed afferma che la proprietà dei media di informazione (stampa, radio, televisione e ogni altro mezzo d'informazione di massa) può essere statale o sociale; in nessun caso un media può essere di proprietà privata per "assicurarne l'uso ad esclusivo servizio del popolo lavoratore e dell'interesse della società tutta"[2]. Attualmente, a Cuba esistono 23 periodici, 31 riviste, 24 emittenti radiofoniche, 4 emittenti televisive e tre agenzie di stampa[3], e sono presenti in Internet un centinaio di blog di giornalisti cubani[4], anche se, prima del 2009, l'accesso ad Internet era limitato, e giornalisti indipendenti e comuni cittadini che volevano avere un blog trovavano parecchie difficoltà ad accedere alla rete.[5].

Queste limitazioni, però, sono dovute al fatto che a Cuba è interdetto, per via dell'embargo imposto dagli Stati Uniti, l'allaccio alle dorsali internet via cavo[6][7][8]. L'unico accesso alla rete mondiale avviene attraverso costose e lente connessioni satellitari. Come ha duchiarato Fidel Castro in un'intervista, l'impossibilità a connettersi a internet è fisica e non politica. Gli Stati Uniti - per via dell'embargo commerciale in vigore - non consentono a Cuba di collegarsi ai cavi sottomarini in fibra ottica che passano vicini all'isola e Cuba dispone pertanto di un'unica banda di accesso a Internet. Questo ne limita di fatto la fruibilità per i 10 milioni di abitanti dell'isola. Per questa ragione, viene data priorità di accesso a chi - secondo il governo - ne avrebbe maggiore necessità. Per esempio: medici, accademici, giornalisti, professionisti, quadri del governo e club di Internet di uso sociale[9]. Castro diceva, inoltre, di essere appassionato delle nuove tecnologie e in particolare di Internet ed era particolarmente affascinato dal sito Wikileaks. Dichiarò quindi "Internet ha messo nelle nostre mani la possibilità di comunicare con il mondo" e "ci troviamo davanti a un giornalismo investigativo ad alta tecnologia"[9].

Nella corsa per le elezioni, il Presidente degli Stati Uniti d'America George Bush descrisse il processo come "una frode ed una finzione", aggiungendo "Se il governo di Cuba intraprende tutti i passaggi necessari per assicurare che le elezioni del 2003 siano libere e regolari, e se Cuba inizia ad adottare riforme di mercato, allora, e solo allora, lavorerò col Congresso degli Stati Uniti d'America per alleggerire l'embargo sul commercio e sugli spostamenti"[10]. Bush, infatti, includeva Cuba nell'Asse del male.

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Opzione Voti % Seggi
Lista completa 7.128.860 91,35 608
Voto selettivo 675.038 8,65
Schede bianche/nulle 243.390
Totale 7.803.898 100 608
Voti registrati/affluenza 8.117.151 96,14

Media del tasso di approvazione dei candidati[modifica | modifica wikitesto]

Risultati
Sì o no Voti Percentuale
Si  94,83%
No No 5,17%
Voti totali 100,0%

Fidel Castro[modifica | modifica wikitesto]

Presidente del Consiglio di Stato di Cuba, Presidente del Consiglio dei Ministri di Cuba e Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba

Risultati
Sì o no Voti Percentuale
Si  99,01%
No No 0,99%
Voti totali 100,0%

Raúl Castro[modifica | modifica wikitesto]

Primo Vicepresidente del Consiglio di Stato di Cuba, Primo Vicepresidente del Consiglio dei Ministri di Cuba, Secondo Segretario del Partito Comunista di Cuba, ministro responsabile delle Forze armate rivoluzionarie cubane

Risultati
Sì o no Voti Percentuale
Si  99,75%
No No 0,25%
Voti totali 100,0%

Juan Miguel González[modifica | modifica wikitesto]

Padre di Elián González

Risultati
Sì o no Voti Percentuale
Si  93,34%
No No 6,66%
Voti totali 100,0%

José Rubiera[modifica | modifica wikitesto]

Meteorologo a capo del sistema di difesa dagli uragani di Cuba

Risultati
Sì o no Voti Percentuale
Si  96,71%
No No 3,29%
Voti totali 100,0%

Silvio Rodríguez Domínguez[modifica | modifica wikitesto]

Famoso cantante e poeta

Risultati
Sì o no Voti Percentuale
Si  94,71%
No No 5,29%
Voti totali 100,0%

Eva Esther Ribalta Castillo[modifica | modifica wikitesto]

La candidata col tasso di approvazione più basso

Risultati
Sì o no Voti Percentuale
Si  85,15%
No No 14,85%
Voti totali 100,0%

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elections and Events 1991-2001 Archiviato il 22 luglio 2012 in Internet Archive. UCSD Libraries
  2. ^ Articolo 53 della Costituzione cubana.
  3. ^ PERIODICOS, REVISTAS, RADIOEMISORAS, ..., su ahora.cu. URL consultato il 19 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2008).
  4. ^ (ES) Directorio de Blogs de periodistas cubanos, su cubaperiodistas.cu (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2007).
  5. ^ Alessandra Farkas, A Cuba i blogger si fingono turisti stranieri, in Corriere della Sera, New York, 15 ottobre 2007. URL consultato il 3 dicembre 2007.
  6. ^ (EN) Cuba, su opennet.net, OpenNet Initiative, 9 maggio 2007.
  7. ^ Overview of communicating when traveling to Cuba, su tempestcom.com, Tempest Telecommunications.
  8. ^ Aldo Garuti, Internet a Cuba e ‘Reporters sans Frontières’, su gennarocarotenuto.it, Gennaro Carotenuto – Giornalismo partecipativo, 13 marzo 2009. URL consultato il 13 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2017).
  9. ^ a b Carmen Lira Saade, Fidel e i gay. "La mia ingiustizia", in Il Manifesto, 2 settembre 2010. URL consultato il 13 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2010).
  10. ^ Bush insists on free elections before lifting Cuba trade embargo The Telegraph, 21 May 2002
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