Elefantide

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Elefantide (antica Grecia, ... – I secolo a.C.) è stata un medico e poetessa greca antica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Quasi nulla ci è giunto in merito alla sua attività. Pare abbia pubblicato trattati, a noi mai giunti, ma che vengono citati più volte nelle opere di medici e naturalisti quali Galeno, Sorano d'Efeso e Plinio il Vecchio. Quest'ultimo, in particolare, nella sua Naturalis historia ne critica aspramente i metodi a proposito di aborto e fertilità.[1]

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Elefantide fu anche accreditata nel mondo antico quale autrice di operette letterarie dal forte carattere erotico; la Suda riporta che i suoi versi osceni furono ispirati da quelli della greca Astianassa,[2] che scrisse a riguardo delle posizioni del coito. Tramandati come "Sybaritica", questi libretti erotici ebbero notevole diffusione e popolarità ai tempi, ma il loro testo non è pervenuto a noi in alcuna forma.

In tempi recenti presso alcuni studiosi ha preso credito la congettura che la Elefantide autrice dei versi osceni fosse in realtà uno pseudonimo utilizzato dalla poetessa romana Sulpicia,[3] amica di Ovidio e nota come unica autrice latina a noi pervenuta di una sezione del Corpus Tibullianum.

Sulla sfrontatezza del testo, e anche sulla sua popolarità, fanno testimonianza gli accenni di numerosi autori latini. La fonte più nota è Svetonio, che nel suo De vita caesarum,[4] a proposito di Tiberio riferisce:

(LA)

«Cubicula [...] adornauit librisque Elephantidis instruxit, ne cui in opera edenda exemplar imperatae schemae deesset.»

(IT)

«(l'imperatore) preparò delle camere [...] e le dotò dei libri di Elefantide, perché a nessuno, nel fare l'amore, mancasse l'esempio della posizione richiesta.»

Rilevante è anche la menzione di Marziale nel liber XII, in proposito di versi particolarmente "licenziosi" letti dall'amico Sabello:

(LA)

«Legisti nimium Sabelle versus
Quales nec Didymi sciunt puellae,
Nec molles Elephantidos libelli,
Sunt illic Veneris novae figurae.»

(IT)

«Mi hai scritto, Sabello, dei versi tali
che nemmeno le ragazze di Didimo conoscono
e che non trovi nemmeno nei sensuali libri di Elefantide
dove ci sono delle nuove forme d'amore.»

"Novae figurae" è stato letto come "Novem figurae" (vale a dire, "nove forme" di amore, piuttosto che "nuove forme" di amore), e così alcuni commentatori hanno dedotto che lei abbia elencato nove diverse posizioni sessuali.[senza fonte]

Infine, esemplificativa è la presenza dei libretti di Elefantide nel quarto carme dei Priapea:

(LA)

«Obscenas rigido deo tabella
dican ex Elephantidos libellis
dat donam Lalage rogatque, temptes,
si pictas opus edat ad figuras.»

(IT)

«Quadretti osceni al Dio dal pene eretto
dedicando dei libri di Elefantide
Lalage dona e prega che tu veda
se riesca a fare ciò che v'è dipinto.[6]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Plinio, Naturalis historia, XXVIII, 23, 81.
  2. ^ Bettini Calabrese.
  3. ^ [1], Repertorio Quaderni Acca(i)dia, E. Paoletta
  4. ^ Svetonio Vite dei Cesari, III, 43.
  5. ^ Marziale - Epigrammi, M. Citroni, M. Scandola, E. Merli per BUR, 1996.
  6. ^ Carmina Priapea, Edoardo Bianchini per BUR, 2001

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]