Edificio Montedoria
Edificio Montedoria | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Milano |
Coordinate | 45°29′07.69″N 9°12′31.82″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1968-1971 |
Uso | uffici |
Altezza |
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Piani | 9 |
Realizzazione | |
Architetto | Gio Ponti |
L’edificio “Montedoria” è un edificio per uffici di Milano, sito in viale Andrea Doria, all'angolo con le vie Macchi e Pergolesi.
Costruito dal 1968 al 1971, fu l'ultimo edificio milanese progettato da Gio Ponti[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il primo progetto, redatto nel 1963-64, prevedeva l'erezione di una torre alta circa 50 metri sull'angolo di piazza Caiazzo, affiancata da un corpo basso di tre piani[2].
La proposta non venne accettata perché non rispondente al regolamento edilizio comunale, e pertanto Ponti dal 1966 al 1968 dovette elaborare un nuovo progetto, in cui l'altezza massima era limitata a 30 metri e la cubatura distribuita più uniformemente. La costruzione fu compiuta nel 1971[2].
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]L’edificio occupa un intero isolato, di forma triangolare, compreso fra le vie Macchi e Pergolesi, fra loro ortogonali, e il viale Doria, dall’andamento diagonale; lo spigolo nord-orientale si affaccia su piazza Caiazzo[2].
La costruzione si compone di due corpi di fabbrica, tra loro adiacenti e collegati da un nucleo centrale con scale, ascensori e servizi: un corpo alto 30 metri, di otto piani più il terreno, in fregio a viale Doria, e un corpo basso di tre piani più il terreno all’angolo fra le vie Macchi e Pergolesi[2].
Le volumetrie costruite derivano dall’applicazione delle norme del regolamento edilizio; per ricondurre il disegno a proporzioni più felici, Ponti utilizzò un metodo già applicato in altri interventi analoghi, suddividendo la facciata principale in partizioni più piccole, mediante l’avanzamento a sbalzo di alcune aree; le pareti esterne furono ricoperte di piastrelle sfaccettate in ceramica verde, per riflettere la luce solare; e le finestre, ripetute con continue variazioni, poste al filo esterno delle facciate per evitare effetti di chiaroscuro[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ordinearchitetti Milano - Palazzo Montedoria, su ordinearchitetti.mi.it. URL consultato il 21 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2015).