Donnarumma all'assalto

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Donnarumma all'assalto
AutoreOttiero Ottieri
1ª ed. originale1959
Genereromanzo
Lingua originaleitaliano

Donnarumma all'assalto è un romanzo autobiografico dello scrittore e sociologo italiano Ottiero Ottieri, scritto durante la sua esperienza di lavoro presso lo Stabilimento Olivetti di Pozzuoli e pubblicato per la prima volta nel 1959. Dal libro è stato tratto l'omonimo film del 1972.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Nel romanzo sono registrate le osservazioni di uno psicologo selezionatore del personale, assunto presso un nuovo stabilimento nel Mezzogiorno di una grande industria italiana. Il periodo storico è quello degli ultimi anni cinquanta, in pieno boom economico del secondo dopoguerra.

Protagonista del romanzo è dunque lo psicologo (dietro il quale si cela lo stesso Ottieri), il quale durante il suo incarico si rende conto di una grande contraddizione: nonostante i buoni propositi iniziali, la nuova fabbrica per via della sua matrice capitalistica si trova comunque in necessità di dover discriminare tra chi è adatto a lavorare e chi no; il selezionatore si sente quindi a disagio, poiché tra le sue mani passa la decisione del destino di poche famiglie che si salveranno e di molte altre che andranno in rovina.

Il personaggio di Donnarumma, che suggerisce il titolo del romanzo, incarna l'essenza del lavoratore del Sud, interessato semplicemente a fornire la sua manodopera in cambio di una paga e che non concepisce le lunghe trafile burocratiche e i test attitudinali, tipici dell'industria del Nord, che a sua volta eredita dal modello statunitense:

«Che domanda e domanda. Io debbo lavorare, io voglio faticare, io non debbo fare nessuna domanda. Qui si viene per faticare, non per scrivere.»

Donnarumma pretende di lavorare per diritto naturale, per il solo fatto di essere vivo, non perché abbia particolari attitudini o abilità e, vedendo violato questo suo diritto, si sente attaccato e reagisce violentemente, minacciando di picchiare lo psicologo e il direttore. Si ha quindi lo scontro tra la fredda e rigorosa selezione scientifica del personale, dettata dalla base capitalistica di ogni impresa, e la problematica del garantire a tutti un impiego.

Nel romanzo, l'episodio di Donnarumma è incorniciato da un suicidio appena compiuto per disperazione e dal rifiuto della proposta di far intervenire la polizia dopo la minaccia di Donnarumma - tutti episodi lontani ben distanti dall'ottimismo olivettiano. Riaffiora inoltre, nell'atteggiamento di Donnarumma, la diffidenza che la civiltà contadina ha da sempre nutrito verso la parola scritta, ritenendola un inganno ordito dal potere contro gli analfabeti o i meno colti.

La censura mancata[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente il libro fu sottoposto a Innocenti, dirigente Olivetti, che ne bloccò la pubblicazione, come si scoprì più tardi analizzando una lettera rinvenuta negli archivi dell'azienda:[1]

«Non amo tradire la mansione aziendale, considerarla uno strumento di esperienze da raccontare poi. Ma credevo di metter mano ad un materiale più collettivo che di casi personali. Più sociale che individuale. Ogni colloquio non doveva essere che una faccia anonima, direi intercambiabile, dell'unico problema: la disoccupazione e il desiderio di lavoro, e il nostro potere limitato, ma importante, di risolverlo. Ogni personaggio mi appariva un esempio denunciatore di tale problema, senza segreti perché la disoccupazione non è un segreto.»

Più tardi, fu lo stesso Adriano Olivetti - "più intelligente di alcuni suoi collaboratori", come il critico letterario Geno Pampaloni volle sottolineare - ad autorizzarne la pubblicazione.[2]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Ottiero Ottieri, Donnarumma all'assalto, Milano, Bompiani, 1959.
  • Ottiero Ottieri, Donnarumma all'assalto, a cura di Giuseppe Iadanza, collana "Narratori moderni per la scuola", Bompiani, 1978.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Donnarumma, la censura mancata, in Corriere della Sera, 25 luglio 2008. URL consultato il 12 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  2. ^ Questo giudizio di Geno Pampaloni è contenuto nella sua Prefazione al saggio di Giuseppe Iadanza L'esperienza meridionalistica di Ottieri, Bulzoni, Roma 1976.
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