Domenico Luigi Barone

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Antico frontespizio della commedia Il Governatore

Domenico Luigi Barone marchese di Liveri (Liveri, 1685Napoli, 1757) è stato un drammaturgo italiano.

Antesignano del Metodo Stanislavskij[1], fu attivo alla corte di Carlo III Borbone, re di Napoli[2] e divenne famoso per la sua pratica di far provare gli attori per alcuni mesi prima di andare in scena. Viene ricordato più per il suo metodo di lavoro con gli attori che per la qualità della sua scrittura[3].

Per la realizzazione della commedia Il filosofo inglese, Carlo Goldoni fu accusato di essersi ispirato alle scene composte (rappresentazione sul palco in contemporanea di azioni che si svolgono in luoghi e momenti diversi) sperimentate con successo a Napoli da Barone. All'accusa, il commediografo veneziano replicò nella prefazione all'edizione a stampa della sua commedia[4][5][6][7].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il suo nome ricorre per la prima volta tra gli alunni di un collegio gesuita che nel 1703 misero in scena Clitennestra[8]. Successivamente fondò e diresse a Liveri una compagnia che rappresentava con successo sue opere. Nel 1733, la commedia Il cavaliere fu replicata 32 volte[9]. Notato da alcuni aristocratici, fu segnalato a re Carlo che lo chiamò a sorvegliare sulla decenza delle commedie che allora venivano messe in scena al Teatro San Carlo di Napoli.

Nello stesso teatro, nel 1735, rappresentò con grande successo la commedia La contessa[10].

Dal 1741 a 1747 divenne commediografo ufficiale di corte, ricevendo lauti compensi e il titolo prima di barone e poi di marchese di Liveri[11].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Il cavaliere (1733)
  • La contessa (1735)
  • Partenio (1737)
  • L'Abbate (1741)
  • Il governatore (1742)
  • Il corsale (1743)
  • Gianfecondo (1745)
  • La Claudia (1745)
  • Gli studenti (1748)
  • Alberico (1753)
  • Il solitario (1756)
  • La sirena (1758)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ P. Vescovo, in Tarasca. Tra Napoli, Venezia e l'Europa, Firenze University Press [1] Archiviato il 14 aprile 2016 in Internet Archive.
  2. ^ N. Morelli di Gegorio, Biografia de' Re di Napoli, Nicola Gervasi calcografo, Napoli 1825 [2]
  3. ^ La preoccupazione del poeta napoletano è trovare attori appropriati ai personaggi, per età, figura, voce. [...] Fa esercitare i suoi attori per sei mesi, insieme e separatamente. E la compagnia va in scena quando gli attori iniziano ad andare d'accordo, a muoversi verso il punto di perfezione richiesto e questo è quando gli attori sono sfiniti dalla fatica di queste ripetute ripetizioni. Da questo momento il progresso è sorprendente, ognuno si identifica con il suo personaggio; e il risultato di questo doloroso esercizio è che le rappresentazioni iniziano e continuano per altri sei mesi consecutivi e che il sovrano e i suoi sudditi godono del più grande piacere che può essere dato dall'illusione teatrale.Diderot, Paradoxe
  4. ^ Carlo Goldoni, prefazione a Il filosofo inglese: La Scena è stabile, ma in una sola scena vi si ritrovano cinque scene, e in cinque differenti luoghi si fa l'azione nel medesimo tempo, e molti parlano di varie cose fra loro opposte senza che uno disturbi l'altro; ma vi è la ragione per quei che parlano e per quei che tacciono. Questa scena, e questo modo diverso di condurre gli attori, mi ha costato molta fatica. So che in Napoli l'erudito Cavaliere Baron di Liveri varie Commedie ha composte per divertimento di quel Sovrano, condotte con queste azioni duplicate, triplicate, e quadruplicate in scena, ma io non ho avuto la fortuna di vederle rappresentare, perché a Napoli non sono stato ancora; ho letto le opere sue, ma non è sì facile dalla lettura venirne in chiaro, dipendendo tutto dalla istruzione agli Attori, in che suol egli divertirsi parecchi mesi per una sola Commedia, e riescono poi le più graziose cose del mondo. Io non vo' darmi il merito di aver pensato il primo ad un tal gioco di scena, ma dico bene che l'eseguirlo senza confusioni, e con poche prove, come da noi si pratica, è un impegno che fa sudare; e poi è forse l'ultima cosa che l'uditore conosca. Niuno mi ha detto bravo per questo, ed io me l'aspettava con tanto piacere. Lettor carissimo, in grazia di questa mia confessione, dimmi tu bravo, che tu sia benedetto.
  5. ^ P. Vescovo, J'avois grande envie d'aller à Naples: Goldoni, l'erudito cavaliere Baron di Liveri, e i sistemi di produzione del teatro comico settecentesco, Liguori Editore, 2012
  6. ^ P. Sommaiolo, Gli ingegnosi allestimenti del Marchese di Liveri alla corte di Carlo III di Borbone, IRIS Università degli Studi di Napoli L'Orientale
  7. ^ F. Ianniciello, Marchese Domenico Luigi Barone. Commediografo alla corte di Carlo III di Borbone, Istituto Grafico Editoriale Italiano, 2011
  8. ^ B. Croce, I teatri di Napoli. Secoli XV-XVIII, Pierro Edizioni, Napoli, 1891
  9. ^ D. L. Barone, prefazione all'edizione a stampa de L'Abbate
  10. ^ Dizionario Biografico Treccani [3]
  11. ^ F. Cotticelli, introduzione a Partenio di D. L. Barone, Lineadacqua Edizioni, 2016 [4]

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