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Disincantamento del mondo

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Il disincantamento del mondo o disincanto del mondo (in tedesco: Entzauberung der Welt) è un concetto introdotto dal sociologo e economista tedesco Max Weber nel saggio La scienza come professione (Wissenschaft als Beruf) pubblicato nel 1919[1] per indicare il processo che, col crescere della razionalità scientifica, ha comportato nella cultura occidentale il ripudio delle spiegazioni magiche e animistiche, sostituite da spiegazioni razionali.

In sociologia

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Bassorilievo romano rappresentante un rituale divinatorio (Louvre)

Il passaggio dalla società tradizionale alla società occidentale moderna è attribuito da Weber a un processo di "razionalizzazione", ossia all'estensione progressiva dell'uso della ragione nell'interpretazione della realtà e nella organizzazione della vita sociale, che si esprime con lo sviluppo della ricerca scientifica, dell'organizzazione statale moderna, dell'economia capitalistica, dell’organizzazione razionale del lavoro che, a sua volta, ha separato impresa e famiglia. Avendo messo in discussione le vecchie credenze e i valori, il mondo è stato reso «disincantato»:

(DE)

«Die zunehmende Intellektualisierung und Rationalisierung bedeutet also nicht eine zunehmende allgemeine Kenntnis der Lebensbedingungen, unter denen man steht. Sondern sie bedeutet etwas anderes: das Wissen davon oder den Glauben daran: daß man, wenn man nur wollte, es jederzeit erfahren könnte, daß es also prinzipiell keine geheimnisvollen unberechenbaren Mächte gebe, die da hineinspielen, daß man vielmehr alle Dinge – im Prinzip – durch Berechnen beherrschen könne. Das aber bedeutet: die Entzauberung der Welt. Nicht mehr, wie der Wilde, für den es solche Mächte gab, muss man zu magischen Mitteln greifen, um die Geister zu beherrschen oder zu erbitten. Sondern technische Mittel und Berechnung leisten das. Dies vor allem bedeutet die Intellektualisierung als solche.»

(IT)

«La crescente intellettualizzazione e razionalizzazione non significa dunque una crescente conoscenza generale delle condizioni di vita alle quali si sottostà. Essa significa qualcosa di diverso: la coscienza o la fede che, se soltanto si volesse, si potrebbe in ogni momento venirne a conoscenza, cioè che non sono in gioco, in linea di principio, delle forze misteriose e imprevedibili, ma che si può invece – in linea di principio – dominare tutte le cose mediante un calcolo razionale. Ma ciò significa il disincantamento del mondo. Non occorre più ricorrere a mezzi magici per dominare gli spiriti o per ingraziarseli, come fa il selvaggio per il quale esistono potenze del genere. A ciò sopperiscono i mezzi tecnici e il calcolo razionale. Soprattutto questo è il significato dell'intellettualizzazione in quanto tale.»

Non necessariamente oggigiorno abbiamo una conoscenza delle nostre condizioni di vita superiore a quella che aveva il selvaggio, ad esempio la maggior parte delle persone utilizza l'aereo senza sapere secondo quali leggi meccaniche e fisiche possa volare, o come sia stato costruito, ma a differenza del selvaggio lo possiamo scoprire e spiegare senza ricorrere a forze misteriose, grazie al progresso tecnico reso possibile dalla razionalità scientifica.

L'abbandono dei "mezzi magici" che Weber evidenzia in questo processo è visto nel contesto della crescente scristianizzazione e secolarizzazione della società occidentale. Nel pensiero di Max Weber l'Entzauberung coincide infatti con la Riforma protestante, che segna nella sua concezione l'abbandono della superstizione medievale, mentre secondo studiosi più recenti l'Entzauberung andrebbe posticipata all'età della Rivoluzione scientifica e dell'Illuminismo.[3]

Rapporto tra la scienza e lo spirito

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Friedrich Schiller aveva descritto poeticamente una tendenza simile nel suo poema Die Götter Griechenlandes ("Gli dei della Grecia"), in cui parla della "natura senza Dio".[4]

Procedendo da questa categoria letteraria (simile per inesprimibilità al «possesso mistico»[5]), Max Weber aveva intuito che "in un’organizzazione sociale in cui gli individui vengono sempre più deprivati della loro soggettività, del sacro e di tutto ciò che non può essere calcolato, l’amore si presenta come una possibilità di ritrovare un significato delle loro esistenze"[6].

In seguito anche Max Horkheimer e Theodor Adorno collegarono il disincanto ad una componente mistica tendente all'irrazionalismo, mentre dopo la seconda guerra mondiale Jane Bennett e Charles Taylor negarono che l'affermarsi della scienza moderna producesse necessariamente un effetto anti-spirituale.

  1. ^ Wissenschaft als Beruf, ed. 1918.
  2. ^ La scienza come professione (ebook), 2017.
  3. ^ M.D.Bailey, Magia e superstizione in Europa, 2008, p. 18.
  4. ^ (DE) Klaus L. Berghahn (a cura di), Schillers Gedichte Archiviato l'8 aprile 2011 in Internet Archive., Königstein/Taunus, 1980, p. 149
  5. ^ Max Weber, Wissenschaft als Beruf, München 1919, ed. it. La scienza come professione, Milano, Rusconi, 1997, p. 82.
  6. ^ D. D'Andrea, E. Donaggio, E. Pulcini e G. Turnaturi (a cura di), Felicità italiane. Un campionario filosofico, Bologna, Il Mulino, 2016, pp. 66-67, che così prosegue: "qui sta la grande intuizione di Weber: mettere in relazione l’esperienza della modernità con la formazione di un immaginario prodotto dalle pratiche della contemporaneità, ma che trascina con sé il desiderio di assoluto, del mistico che sembrava invece spazzato via per sempre. Nelle sue riflessioni sull’amore Weber mette in luce la dialettica incantamento-disincanto. L’amore dunque come forma d’incantamento nel disincanto del mondo. Ma dai tempi in cui scriveva Weber la sfera privata e quella emozionale sono state progressivamente colonizzate e l’incanto dell’amore si arena anch’esso in successivi disincanti. L’esperienza amorosa si presenta come unica e riproducibile, autentica e manipolabile, contemporaneamente fuori e dentro il mercato, magica e razionalizzata. Forse, in questa ricerca dell’amore, s’intravede come individui espropriati dalle nostre emozioni e socializzati per un conformismo emotivo manifestino un desiderio di fuga. Un bisogno-desiderio dell’amore come riscatto ed esperienza extraquotidiana".
  • (DE) Max Weber, Wissenschaft als Beruf [La scienza come professione], in Geistige Arbeit als Beruf : Vier Vorträge vor dem Freistudentischen Bund [ [Il lavoro intellettuale come professione : Quattro conferenze per la Libera alleanza studentesca], München und Leipzig, Verlag von Duncker & Humblot, 1918.
  • Max Weber, La scienza come professione; La politica come professione, traduzione di Pietro Rossi, Introduzione di Massimo Cacciari, Milano, Mondadori Libri S.p.A., 2017, ISBN 9788852082085.
  • Michael D. Bailey, Magia e superstizione in Europa dall'antichità ai giorni nostri, collana I leoni, traduzione di Gabriella Tonoli, Torino, Lindau, 2008, ISBN 978-88-7180-752-2.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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