Discussione:Storia di Trieste

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Venezia Giulia e Dalmazia
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Lista per Trieste[modifica wikitesto]

Non sono sicuro che la Lista per Trieste possa essere chiamata con il termine di "autonomista": se non sbaglio, il suo programma non prevedeva un'ampliamento dell'autonomia politica della provincia e/o comune di Trieste; più che di una forza autonomista si trattava, a mio avviso, di una forza che voleva far valere alcuni specifici interessi di Trieste. Non credo sia abbastanza per chiamarla "autonomista". LIsjak 20:12, 3 giu 2007 (CEST)[rispondi]

Se qualcuno ha voglia di wikificare e verificare

L'Irredentismo e l'annessione all'Italia[modifica wikitesto]

Trieste fu, assieme a Trento, il centro dell'irredentismo italiano, movimento che puntava all'annessione all'Italia di quei territori "italiani" che, al termine dell'Unità di Italia, rimasero sotto l'Impero Austrungarico, e di tutte quelle zone che avevano una presenza italiana o culturalmente legate all'Italia. Nel 1918, dopo la fine della prima guerra mondiale, Trieste, la sua provincia, Istria e Dalmazia, vennero annesse all'Italia. Quella delle terre irredente era, dunque, una questione scottante per la politica italiana in ambito europeo, che, nonostante non venne mai dimenticata in quanto rappresentava il mito dell'incompiuta unità nazionale e, progressivamente, anche quello della necessaria espansione italiana là dove Venezia aveva dominato. Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale il ruolo di nuova dominatrice adriatica poteva averlo solo Trieste, che nel periodo 1890-1914 ebbe un grande sviluppo economico che portò ad un processo d'urbanizzazione d'altre etnie - in particolar modo slovene e croate - che la fecero diventare uno dei luoghi critici della questione nazionale nell'Austria-Ungheria e anche, coinvolgendo interessi italiani, uno dei motivi della crescente tensione tra le potenze europee. Ciò spinse lo stesso Vittorio Emanuele III ad usare l'irredentismo come arma diplomatica da far valere nei rapporti internazionali. Gli avvenimenti del periodo 1903-1915 ne fornirono spesso l'occasione. I tumulti studenteschi di Innsbruck - nei quali fu sparso sangue italiano -, l'irrisolvibile questione dell'università italiana a Trieste - utile per mantener viva la tensione irredentistica - e la politica filoslava del governo austriaco nella Venezia Giulia furono motivi formidabili per il risveglio dell'orgoglio nazionale, su cui facevano leva anche i molti studenti irredenti venuti a laurearsi - e a manifestare - nel Regno. Vi erano, però, anche altri interessi in gioco che riguardavano il ruolo dell'Italia come grande potenza. L'azione imperialistica germanica con il progetto ferroviario Berlino-Baghdad servendosi dell'Austria-Ungheria, lo sfacelo dell'impero ottomano, la spinta verso il Mediterraneo della Russia sull'onda del risveglio delle nazionalità slave e la competizione europea per la conquista di nuovi mercati commerciali e industriali fecero della penisola balcanica il detonatore che nel 1914 portò allo scoppio della guerra. In sintonia con questa evoluzione internazionale, nel corso del primo decennio del XX secolo emerse una nuova forma d'irredentismo, promossa dai nazionalisti italiani (Enrico Corradini, Luigi Federzoni, Alfredo Rocco ecc.), che stravolgeva, però, le originarie idealità risorgimentali del fenomeno, in quanto aveva individuato nella penisola balcanica il fulcro di una nuova politica estera italiana basata sull'imperialismo che doveva fondere i valori ideali della Nazione con quelli economici e strategici necessari per la lotta tra i popoli. Per il dominio dell'Adriatico diventava, dunque, vitale il possesso di Trieste. Il sogno degli irredenti di un prossimo intervento italiano non appariva più tanto remoto; da ciò l'emergere di una nuova generazione d'irredentisti (Ruggero Fauro Timeus, Mario Alberti, Spiro Xydias, Attilio Tamaro) che, ben intuendo l'evolvere dei tempi nuovi, operarono affinché l'irredentismo abbandonasse le limitazioni nelle aspirazioni e la prudenza nell'azione per incanalarsi sulla strada politica del nazionalismo che avrebbe permesso, a loro dire, una soluzione definitiva e vantaggiosa della questione. Oltre duemila volontari irredenti fuggirono dall'Austria-Ungheria per arruolarsi, e molti di loro morirono - si pensi, fra i tanti, a Scipio Slataper, Nazario Sauro, Carlo Stuparich, Ruggero Fauro Timeus, Fabio Filzi, Damiano Chiesa -, nelle file dell'esercito italiano per liberare le loro terre. Un volontarismo che, sulla scia del pensiero di Cesare Batttisti, superava qualsiasi appartenenza ideologica allo scopo di conseguire l'agognato obiettivo dell'unificazione nazionale. Un sogno per il quale il politico e geografo trentino, catturato dagli austriaci, venne impiccato nel Castello del Buonconsiglio di Trento il 12 luglio 1916, diventando immediatamente l'emblema di quella storia dell'irredentismo che da Oberdan a Battisti aveva ampiamente dimostrato - e legittimato per sempre - l'inestinguibile volontà di appartenenza delle popolazioni delle "terre irredente" - il Trentino, Trieste, Gorizia, l'Istria, Fiume e la Dalmazia - allo Stato nazionale italiano.

= Trieste e il suo retroterra perduto[modifica wikitesto]

Normalmente, parlando di Trieste, si favoleggia di "retroterra" perduto, dimenticando che Trieste fino alla fine del 1700 aveva poco più di 6.000 abitanti e per secoli era stata poco più di un borgo di pescatori e contadini. Successivamente, grazie agli Asburgo che scelsero Trieste come loro sbocco commerciale marittimo (assieme a Pola e Fiume), dal 1800 al 1910, Trieste si trasformò in una città di oltre 200.000 abitanti. Il suo retroterra dopo il 1860? Dal punto di vista "commerciale" tutto l'impero asburgico.

Dal punto di vista geografico e storico, Trieste non ha mai avuto un retroterra ed ha avuto una sua provincia per la prima volta solo durante il periodo 1923-1941: per altro una provicia del tutto artificiale.

Considerare l'Istria retroterra di Trieste è errato: l'Istria ha una sua storia del tutto slegata da Trieste. Oltretutto, è solo dopo la caduta di Venezia (1797) che Trieste può aspirare ad avere un ruolo come città marittima: prima era solo un borgo di pescatori che Venezia "castigava" ogni qualvolta qualcuno "osava" mettere il naso fuori del golfo di Trieste. "Comico" scrivere di "guerre" tra Trieste e Venezia: non ci furono guerre ma solo tante "angherie" da parte di Venezia che, signora del mar Adriatico, non ha mai permesso a Trieste nessun sviluppo marittimo. Ma quali guerre ci potevano essere tra un borgo di pescatori e una potenza militare come Venezia? Ma dai! Cerchiamo di non inventare la storia!

So che quanto sopra scritto non troverà d'accordo su chi vuole a tutto i costi inventarsi una storia "della grande Trieste", ma perchè non raccontare la verità? Trieste non ha MAI avuto retroterra, o meglio il suo retroterra ha sempre coinciso o quasi con la città di Trieste -michi - 29.7.2008


infatti, Trieste ha avuto sempre un Hinterland limitato ( max 40 km dal mare verso l'interno ) la sua contea o provincia arrivava a Ovest sino a Grado e a Sud fino al Rio Ospo. Inoltre l' Istria ha un passato "veneziano" mentre Trieste non lo ha mai avuto, ha avuto scambi culturali ed economici con la città lagunare, ma la Storia parla di accesa rivalità, tanto che la città giuliana preferì il duca d'Austria. Trieste e l' Istria in generale , come il friuli alla fine, sono due entità, storico-sociali ben distinte : Istria e Friuli sono venete, Trieste è austriaca. Merlin - 24.11.2008

Una storia con ottica non italiana di Trieste austriaca[modifica wikitesto]

Una sola breve nota. Sarebbe il tempo di scrivere una storia di Trieste austriaca smettendo l'ottica italiana che non le è propria come del resto in ogni dove tutte le ottiche dei vincitori. Trieste "italiana" è semplicemente un falso storico. Anche sulla lingua, il "toscano", la lingua italiana era parlata solo in ristrette cerchie da rare mosche bianche. Ancora oggi la lingua per farsi meglio capire a Trieste non è l'italiano, ma il "talian", cioè il "triestino". Al liceo quarant'anni fa si parlava in italiano solo durante le interrogazioni e quando il professore faceva lezione.

Lo dico a te per dirlo a tutti, anche per il futuro: nessuno blocca o "governa" questa voce, che è aperta a qualsiasi tipo di contributo, basta che rispetti i canoni che l'enciclopedia si è data. Per cui, invece di star qui a lamentarsi nella talk senza il minimo costrutto sarebbe bello che ti mettessi a scrivere nella voce. In altre parole, come si dice dalle tue parti, "meno ciacole più fritole".--Presbite (msg) 14:54, 13 giu 2012 (CEST) Quarant'anni fa anche dalle mie parti - abito nel Veneto - si parlava italiano solo durante le interrogazioni e quando il professore faceva lezione. Credo che la cosa fosse comune alla stragrande maggioranza delle località dello stivale...[rispondi]


Ho aggiunto un breve cenno agli incendi appiccati il 23 maggio 1915, in quanto significativi del clima di violenza politica.--Jolrob (msg) 17:19, 16 feb 2014 (CET)[rispondi]

No! Le liste no![modifica wikitesto]

In merito a questa modifica: che ci fa un elenco con i nomi di decine e decine di impiccati/fucilati per rappresaglia in una voce sulla storia di Trieste, per di più in un riquadro messo bene in vista? Adesso che facciamo: un elenco con gli oltre quattrocento nomi accertati degli infoibati/eliminati nel 1945, più un elenco degli oltre seicento presunti? E perché non un elenco di tutti i morti per qualsiasi attentato/violenza dal 1830 ad oggi? Elimino perché assolutamente ridondante. Tuttalpiù, si faccia una voce specifica sulle rappresaglie, e qui un link.--Presbite (msg) 18:49, 20 apr 2014 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Storia di Trieste. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 11:29, 12 apr 2018 (CEST)[rispondi]

Sono stato accorto nel riportare quanto scritto dal Di Michele. Se vuoi verificare la pagina è la numero 56. Sevenspeed7710 (msg) 18:48, 20 dic 2019 (CET)[rispondi]

Triestini arruolati[modifica wikitesto]

In merito a questa modifica di [@ Sevenspeed7710], io lo prego cortesemente di verificare quanto da lui scritto nella voce. A me risulta che i richiamati alle armi dell'intero Litorale fra il 1914 e il 1918 furono 50000, dei quali i triestini furono 32500. Però sto andando a memoria, e non vorrei proprio andare a cercare il dato nei libri che possiedo. Vorrei quindi che lui controllasse ed eventualmente correggesse. Così come c'è anche da correggere il dato dei volontari triestini che combatterono con l'Italia: a me (sempre a memoria) risulta che furono circa 1000 su 2000 totali del Litorale, di Fiume e della Dalmazia. Questa però me la controllo da solo. Grazie per la collaborazione.--Presbite (msg) 17:52, 20 dic 2019 (CET)[rispondi]

LIBERAZIONE TRIESTE[modifica wikitesto]

"La IV Armata dell’Esercito popolare jugoslavo, alleato degli angloamericani, il IX Korpus sloveno, composto anche da triestini, e le forze partigiane già presenti in città liberarono Trieste dall’occupazione nazista nella notte fra il 30 aprile 1945 e il 1º maggio."

Ritengo poco neutrale ritenere che gli jugoslavi abbiano liberato Trieste, dato che i titini volevano imporre un regime dispotico comunista oltre ad una politica oppressiva nei confronti degli italiani. Tra l'alto recentemente il 12 giugno è stato riconosciuto come giorno di liberazione dall'occupazione slava. Chiedo pareri in merito. --79.17.146.225 (msg) 12:50, 18 apr 2021 (CEST)[rispondi]