Discussione:Storia della matematica

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cifre "decimali" di radice di 2 per i mesopotamici[modifica wikitesto]

nel testo si scrive che i mesopotamici abbiano calcolato radice di 2 fino alla quarta cifra decimale. Mi chiedo come abbiano fatto, dato che usavano un sistema di numerazione sessagesimale (come riportato correttamente nel documento). L'informazione è forse dovuta ad una conversione dal loro sistema sessagesimale al nostro decimale? Attendo delucidazioni

---Quella frase l'ho scritta io traducendola dalla versione inglese e sul momento effettivamente non mi sono posto il problema. Credo comunque che la spiegazione più naturale sia quella della conversione... Nick, 1 ago 2007, 19:09 (CEST)

Gran parte del contenuto di questa pagina sembra esser stato prelevato quasi senza modifica dal libro "matematica: un profilo storico" di Dirk J. Struik. Non so se ciò causi problemi legali.

Problemi li causerebbe, potresti indicarci i punti (e cosa intendi per prelevato? copiato paro paro?), in quanto gran parte del testo e' una traduzione o riduzione o scopiazzatura del suo corrispettivo in wiki inglese. Per cui e' quanto meno strano che una traduzione casalinga da wiki inglese risulti uguale ad un testo cartaceo scritto in italiano.--Bramfab Parlami 20:12, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

la risposta potrebbe essere che quella inglese è stata scopiazzata da qui (che presumo sia la sorgente del libro italiano): A Concise History of Mathematics by Dirk J. Struik --Fioravante Patrone 20:25, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

La versione inglese (che copre la storia della matematica dall' eta' della pietra ad oggi) in ogni caso e' un riassunto storico contenibile al massimo in una decina di pagine di un libro. Il testo che citi, nonostante il titolo e' di circa 220 pagine!!! Vedo dall' indice del libro che l' organizzazione in capitoli e' simile, ma questo non e' copyright. Un secondo punto e' che una cosa e' un copyright ed un' altro e' una parafrasi, forse la voce e' principalmente un riassunto di questo libro, con inserimenti da altre fonti. Per capire quello che intendo vedi anche Aiuto:Riformulare un testo--Bramfab Parlami 20:52, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Mi sono sbagliato io e ritiro l'accusa, scusate.

Agostino, i matematici e gli astrologhi[modifica wikitesto]

(LA)

«Quid autem insulsius et hebetius, quam cum istis rebus convincuntur, dicere ad solos homines sibi subiciendos fatalem stellarum pertinere rationem? In quibus tamen etiam ipsi de geminis convincuntur, quorum diverse viventium, diverse felicium vel infelicium, diverseque morientium, easdem plerumque constellationes accipiunt. Quia etsi interfuit aliquid cum de utero funderentur, in nonnullis tamen tantum interest, quantum ab istis comprehendi computatione non possit. Manus sequentis Iacob, dum nascerentur, inventa est pedem fratris praecedentis tenens; usque adeo sic nati sunt quasi unus infans in duplum prolixior nasci videretur. Horum certe constellationes, quas appellant, nullo modo dispares esse potuerunt. Quid ergo vanius, quam ut illas constellationes intuens mathematicus, ad eumdem horoscopum, ad eamdem lunam, diceret unum eorum a matre dilectum, alterum non dilectum? Si enim aliud diceret, falsum profecto diceret; si autem hoc diceret, verum quidem, sed non secundum suorum librorum ineptas cantiunculas diceret. Quod si huic historiae, quia de nostris profertur, nolunt credere, numquid et naturam rerum delere possunt? Cum ergo se minime falli dicant, si horam conceptionis invenerint, saltem sicut homines non dedignentur conceptum considerare geminorum. Ideoque fatendum est, quando ab istis vera dicuntur, instinctu quodam occultissimo dici, quem nescientes humanae mentes patiuntur. Quod cum ad decipiendos homines fit, spirituum seductorum operatio est: quibus quaedam vera de temporalibus rebus nosse permittitur, partim subtilioris sensus acumine, quia corporibus subtilioribus vigent, partim experientia callidiore propter tam magnam longitudinem vitae; partim sanctis Angelis quod ipsi ab omnipotente Deo discunt, etiam iussu eius sibi revelantibus, qui merita humana occultissimae iustitiae sinceritate distribuit. Aliquando autem iidem nefandi spiritus etiam quae ipsi facturi sunt, velut divinando praedicunt. Quapropter bono christiano, sive mathematici, sive quilibet impie divinantium, maxime dicentes vera, cavendi sunt, ne consortio daemoniorum animam deceptam, pacto quodam societatis irretiant.»

(IT)

«Quando gli astrologhi vengono confutati vittoriosamente con questi fatti, che cosa c'è di più insulso e balordo dell'affermare che l'influsso esercitato dalle stelle sul destino riguarda solo gli uomini? Anch'essi tuttavia proprio a proposito degli uomini vengono confutati con l'esempio dei gemelli, perché gli astrologhi ammettono che questi nascono per lo più sotto una medesima costellazione, mentre poi vivono in modo diverso e sono felici o infelici in misura diversa e muoiono anche in maniera diversa; poiché, anche se al momento d'essere partoriti esiste qualche intervallo tra l'uno e l'altro, nel caso di alcuni l'intervallo è tuttavia sì piccolo da non poter - essere calcolato da codesti astrologhi. Al momento della nascita di Giacobbe si costatò che la mano di lui, che veniva dopo di Esaù, teneva il calcagno del fratello che lo precedeva: fino al punto che [i gemelli] nacquero in modo da dare l'impressione che nascesse, per così dire, un unico bambino di dimensioni doppie. Certamente le loro "costellazioni", come le chiamano gli astrologhi, non potevano essere in alcun modo diverse. Che c'è dunque di più sciocco del credere che un astrologo, contemplando quelle costellazioni riguardo al medesimo oroscopo e alla medesima luna, avrebbe potuto predire che uno dei gemelli sarebbe stato benvoluto dalla madre e l'altro no? Se infatti avesse predetto un'altra cosa, avrebbe certamente predetto il falso; se invece avesse detto così, avrebbe detto di certo il vero ma non in base alle sciocche canzonette dei loro libri. Se invece non vogliono credere a questo racconto storico poiché è tratto dalle nostre Scritture, potranno forse distruggere anche la natura delle cose? Poiché dunque affermano di non ingannarsi affatto nel caso che hanno conosciuto l'ora del concepimento, non disdegnino almeno di prendere in considerazione - in quanto uomini - il concepimento di gemelli. Si deve quindi ammettere che quando costoro predicono il vero, le loro predizioni sono causate da un'ispirazione affatto misteriosa che le menti umane subiscono a loro insaputa. Ma quando ciò accade per ingannare gli animi è opera di spiriti seduttori: a questi è permesso di conoscere certe verità relative ai fenomeni temporali non solo a causa dei loro sensi più acuti poiché posseggono corpi di natura più sottile dei nostri e non solo a causa di un'esperienza meglio informata grazie alla loro vita più lunga, ma anche grazie agli angeli santi che rivelano loro quanto apprendono dall'onnipotente Dio, anche dietro ordine di Colui che distribuisce agli uomini i meriti secondo una giustizia perfetta e assai misteriosa. Talvolta al contrario questi medesimi spiriti malvagi, facendo finta di pronosticarlo, rivelano ciò che hanno intenzione di fare essi stessi. Ecco perché un buon cristiano deve guardarsi non solo dagli astrologhi ma anche da qualsiasi indovino che usi mezzi contrari alla religione, soprattutto quando dicono il vero, per evitare che ingannino l'anima mettendola in rapporto con i demoni e la irretiscano in una specie di patto d'alleanza con loro.»

La parola mathematicus in latino indicava indistintamente gli astrologi e i matematici, ma non assimiliva i due campi e mestieri. Nel passaggio agostiniano è chiaro che più chiaro non si può che il teologo di Ipponia si riferisse agli astrologi, solo a loro senza minimamente toccare i matematici. Si quindi può togliere la piccola porcata scritta a riguardo di S. Agostino in questa pagina? --Luke18389 (msg) 00:50, 8 feb 2012 (CET)[rispondi]

Se è così, fai pure. --Aushulz (msg) 02:44, 12 feb 2012 (CET)[rispondi]

Shulba Sutras[modifica wikitesto]

Era una composizione orale, è già quindi estremamente ottimistico datarla in questo modo !!! Altre stime la portano in pieno periodo storico 200 a.c, per non dire Gupta. --84.222.75.165 (msg) 11:00, 16 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Alla pagina en:Shulba Sutras si dice che le Shulba Sutras risalgono tra l'800 a.C. e il 200 D.C. (Carl B. Boyer, A History of Mathematics), in particolare le più antiche risalgono intorno all'800-600 a.C. ed è citata anche la fonte (Kim Plofker, "Mathematics in India"). Pensi che vada bene inserire queste date con tali fonti o ne suggerisci altre? --Aushulz (msg) 13:48, 16 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Infatti avevo tentato di fare una correzione, ma poi questa è stata annullata. Basterebbe mettere l'intervallo più ampio. 800 a.c. - 200 d.c. anche se la composizione potrebbe essere anche più tarda fino al 600 D.C. Vi è il noto problema dell'astoricità dell'India. La tradizione rimanda a periodi preistorici o "mitici" di cui purtroppo non si sà nulla. La storia documentata (archeologia e scrittura) inizia con il 300 a.c. però anche dopo i testi sacri induisti continueranno per secoli (buddisti esclusi) ad essere tramandati oralmente. --84.222.76.97 (msg) 08:42, 17 mag 2012 (CEST)[rispondi]

P.S. Ho detto 300 per non dire Alessandro infatti per il "nazionalismo-indù", questo significa ammettere l'influenza ellenistica, questo per loro è inaccettabile. Anche se nel Gandhara (quello che non è stato distrutto) è evidentissima. Hanno l'idea che tutto sia nato in India anche la civiltà e Egiziana e Mesopotamica, quindi spesso le date della "tradizione" vengono aggiustate in tal senso, e libri pseudo-storici sono scritti a tal fine. Solo per fare un esempio della questione (presente anche in wikipedia): http://www.youtube.com/watch?v=pw6J03bEyxs&feature=related

Ho inserito come datazione "intorno al I millennio a.C.", secondo quanto riportato da Boyer (vedi cap. 10). --Aushulz (msg) 15:00, 18 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Userei al posto di un generico 1 millennio a.C. (che esclude la possibile composizione d.C), l'intervallo di Boyer 800 a.c - 200 d.c. che mi sembra migliore. Infatti le composizioni indiane del periodo 500a.c-100d.c sono in lingue "volgari" es. il canone buddista è in Pali. La composizione in sanscrito vedico sempre orale è precedente ma la grande rinascita dello sanscrito con la forma classica è avvenuta con gli imperi indù in particolare Gupta o in un periodo appena precedente, per questo Boyer dice 200 d.c. (valutazione comunque ottimistica). Mettiamo pure l'intervallo di Boyer.

Riguardo alla scrittura: nessuno di questi testi era tramandato in forma scritta (sono testi religiosi e quindi era proibito scriverli, potevano essere tramandati solo dai bramini). Le prime iscrizioni in Brahmi non sono in sanscrito ma in lingue volgari: Karosthi, Maghadi, Aramaico e Greco e sono gli editti di Asoka (imperatore buddista). In area Tamil vi sono delle iscrizioni in ostraka, forse più antiche, ma sempre riferibili all'area culturale buddista. Il capitolo sull'India è comuque da riscrivere, buona base di partenza potrebbe essere l'edizione inglese. Es: Brahma-sphuta-siddhanta usò senza riserve lo 0 e il sistema decimale. Forse dovremmo dire il sistema posizionale piuttosto che decimale, perché il sistema decimale è antichissimo, l'uomo ha 10 dita, i micenei e i cinesi usavano già tale sistema. Lo zero non era sconosciuto prima, ma nelle notazioni pre posizionali non serve il simbolo. Esso si rappresentava occasionalmente, infatti si tirava una linea o quello che usiamo oggi come "insieme vuoto" (notazione ionica).

--84.222.75.111 (msg) 10:09, 21 mag 2012 (CEST)[rispondi]

Ho modificata la datazione in "intorno all'800 a.C.-200 D.C.", ma no ho inserito la fonte perché non ho trovato la pagina in questione. --Aushulz (msg) 12:56, 21 mag 2012 (CEST)[rispondi]

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