Discussione:Linus Pauling/DraftMed
Le controverse ricerche mediche
[modifica wikitesto]Le prime ricerche mediche e l'allontanamento dal Caltech
[modifica wikitesto]A quarant'anni, nel 1941, a Pauling fu diagnosticata una malattia renale al tempo denominata malattia di Bright (nefrite) e ritenuta incurabile, ma che Pauling riuscì a controllare con un regime nutrizionale a basso contenuto proteico e privo di sale, sulla base delle indicazioni del dottor Thomas Addis di Stanford. I metodi di Addis erano inusuali ed egli prescriveva vitamine e sali minerali a tutti i pazienti.
Il primo contatto di Pauling con la medicina risale al 1951, quando tenne una lezione intitolata Molecular Medicine (medicina molecolare) [1]. Successivamente, verso la fine del decennio, egli si dedicò al ruolo degli enzimi nella funzione cerebrale, credendo che le malattie mentali potessero essere in parte causate da disfunzioni enzimatiche. In particolare si dedicò anche allo studio della fenilchetonuria, una malattia neurologica legata al metabolismo.[2]
Gli anni 60 furono un decennio travagliato per Pauling che segnò il suo allontanamento dal Caltech presso cui aveva lavorato per più di quarant'anni, iniziando la carriera come dottorando e divenendone uno dei professori più illustri. Dimessosi nel 1958 dal ruolo di direttore di dipartimento, fu nel 1962, pochi giorni dopo l'aver ricevuto il premio Nobel per la pace, che dichiarò l'intenzione di lasciare l'istituto. Gli anni successivi videro la rottura dei rapporti con l'istituto californiano e le dimissioni dello scienziato dalla società statunitense di chimica.[2]
Lasciato il Caltech, Pauling si spostò dapprima a Santa Barbara (California) presso il Center for the Study of Democratic Institutions dove intraprese, con scarsi successi, degli studi in fisica teorica. Dal 1967 al 1969 si trasferì a San Diego presso l'Università della California e successivamente a Stanford, dove rimarrà fino al 1972.[2]
La medicina ortomolecolare
[modifica wikitesto]Nel 1965 Pauling venne a conoscenza delle tesi dello psichiatra canadese Abram Hoffer, di cui lesse Niacin Therapy in Psychiatry sull'uso della niacina in psichiatria. Dalla lettura di tale libro lo scienziato intuì che le vitamine potessero avere effetti biochimici significativi, al di là della prevenzione delle malattie causate da loro deficienze.
Nel 1966 fu introdotto da Irwin Stone alle tesi sull'utilizzo di grandi dosi di vitamina C. Pauling era sempre stato soggetto a forti e fastidiosi raffreddori che ne pregiudicavano la qualità di vita e su suggerimento di Stone iniziò ad assumere vitamina C quale rimedio a tale problema. L'esperienza immediatamente positiva e i significativi miglioramenti dei suoi raffreddori lo portarono a credere nelle tesi sugli effetti benefici delle grandi dosi di vitamina C che avrebbe poi sostenuto entusiasticamente. Pauling iniziò assumendo dosi giornaliere di tre grammi[2] che aumentò in seguito: in un discorso del 1982 dichiarò di assumere 12 grammi al giorno, aumentati in caso di comparsa dei sintomi fino anche 40.[3][4] Nel 1986, nel libro How to Live Longer and Feel Better (Come vivere più a lungo e sentirsi meglio), dichiarò di assumere 18 grammi di vitamina C ogni giorno.
Nel 1968 pubblicò un paper su Science dal titolo Orthomolecular psychiatry in cui definì, delineandone i principi, la terapia megavitaminica che sarebbe divenuta popolare, generando non poche controversie, negli anni 70. Pauling coniò il termine ortomolecolare per descrivere il principio le molecole giuste nelle quantità giuste.[5] Le tesi di Pauling andarono a costituire le basi della medicina ortomolecolare, di cui è considerato il padre fondatore, da lui definita come la preservazione della buona salute ed il trattamento delle malattie mediante la variazione delle concentrazioni delle sostanze che sono normalmente presenti nel corpo.[6] La medicina ortomolecolare, che è stata ed è tuttora al centro di diverse controversie, è considerata una medicina alternativa e complementare ed il suo utilizzo, nella maggior parte dei casi, non è sostenuto dall'evidenza scientifica disponibile.[7]
Le tesi sulla vitamina C
[modifica wikitesto]Entusiasta della propria esperienza personale, Pauling iniziò a sostenere l'utilizzo di dosi elevate di vitamina C nella prevenzione ed il trattamento del raffreddore entrando in contrasto con la comunità medica che aveva in precedenza indagato, senza successo, tale possibilità.[2]
Pauling effettuò delle ricerche nella letteratura e nel 1970 pubblicò, a sostegno delle proprie tesi, Vitamin C and the Common Cold (La vitamina C e il raffreddore comune) in cui trattò estensivamente il tema, argomentando a favore di un significativo incremento delle dosi giornaliere di vitamina C e sostenendo la sostanziale innocuità di tale pratica. Il libro riscosse grande successo tra il pubblico, anche al di fuori degli USA, convincendo milioni di persone della bontà di tali teorie, ma non riuscì ad ottenere l'approvazione della professione medica.[2] Il libro indicava i dosaggi di vitamina C da assumere per la prevenzione e la terapia del raffreddore: una dose giornaliera di un grammo (o maggiore), secondo Pauling, avrebbe comportato una riduzione del 45% dell'incidenza del raffreddore e suggeriva, in caso di comparsa di sintomi, prolungate assunzioni orarie di dosi tra i 500 e i 1000 mg fino ad assunzioni giornaliere tra i 4 e i 10 g.[8][4] Per confronto, la dose giornaliera consigliata era al tempo di 45 mg.[2]
Iniziò poi una collaborazione con il chirurgo Ewan Cameron sulla sperimentazione della vitamina C come terapia per il cancro nei pazienti terminali. Cameron e Pauling pubblicarono studi in cui esposero le loro osservazioni, pur con alcune difficoltà nel vedere accettati i propri articoli da Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), una nota rivista statunitense.[2]
Il primo articolo fu pubblicato su Oncology nel 1973[9], dopo essere stato inaspettatamente rifiutato da PNAS. Su quest'ultima, nel 1976, Cameron e Pauling pubblicarono un articolo che riportava significativi incrementi della sopravvivenza in pazienti con cancro allo stadio terminale[10], seguito da una rivalutazione dei risultati nel 1978.[11] Il 1979 vide invece, ad opera dei due, la pubblicazione di un libro che acquisì poi una certa popolarità presso il pubblico: Cancer and Vitamin C (Il cancro e la vitamina C).
La comunità medica continuò ad assumere posizioni scettiche in merito a tali tesi e considerò ciarlataneria le affermazioni sull'efficacia della vitamina C nella cura e prevenzione del cancro.[2]
Le controversie scientifiche
[modifica wikitesto]Le indicazioni di Pauling relative alle dosi di vitamina C derivavano prevalentemente da considerazioni teoriche.[12]
Le review sull'evidenza scientifica oggi disponibile smentiscono le ipotesi su un potere preventivo e significativamente terapeutico di grandi dosi di vitamina C nei confronti del raffreddore comune. In particolare, l'assunzione regolare di megadosi nella normale popolazione non ha mostrato alcun effetto di riduzione dell'incidenza dei raffreddori. I dati indicano che potrebbe invece essere giustificata limitatamente in individui esposti ad ambienti freddi e/o a periodi di stress fisico. Per quanto riguarda il potere terapeutico, dosi fino a 4 grammi assunte alla comparsa dei sintomi si sono rivelate inefficaci. Esiste invece una significativa evidenza per quanto riguarda lievi benefici in termini di durata e severità dei raffreddori, rilevati negli individui sottoposti a profilassi con vitamina C, che suggerisce l'esistenza di un qualche ruolo della stessa nella funzione respiratoria.[13][14][15]
Per quanto riguarda la terapia del cancro tre trial randomizzati condotti dal Mayo Clinic[16] [17] [18] di cui due pubblicati sul New England Journal of Medicine fallirono nel replicare gli esiti dello studio di Pauling e Cameron, rispettivamente nel 1979, 1983 e 1985[19]
Nel 1982 William DeWys nel National Cancer Institute statunitense espresse severe critiche metodologiche relative agli studi di Pauling e Cameron, focalizzandosi sulla debolezza del matching relativo allo stadio della malattia nel gruppo trattato con vitamina C rispetto al gruppo di controllo. In particolare DeWys sottolineò come la differenza dei tempi di sopravvivenza potesse essere spiegata dal fatto che la diagnosi dello stadio di incurabilità del cancro avvenisse significativamente prima nei pazienti di Cameron rispetto a quelli del gruppo di controllo.[20]
In una lettera al New England Journal of Medicine del 1980 Pauling sostenette che il fallimento del primo trial del Mayo Clinic fosse dovuto alla soppressione del sistema immunitario dei pazienti dovuta alla chemioterapia, fattore che avrebbe minato l'efficacia del trattamento con vitamina C[21]. In altre occasioni Pauling aveva invece affermato che la terapia sarebbe stata comunque efficace anche in pazienti sottoposti ai trattamenti convenzionali, tra cui la chemioterapia.[22][23][4]
Pauling contestò comunque le conclusioni (quando non la metodologia) di ciascuno dei tre trial, parlando di frode e deliberato travisamento e accusando la rivista inglese di essere coinvolta in una cospirazione per sopprimere la verità. In proposito, Cameron dichiarò di non aver mai visto il collega così turbato, sottolineando come Pauling considerasse l'intera questione un attacco personale alla sua integrità.[24][25]
Il declino delle tesi di Pauling
[modifica wikitesto]Nonostante l'impegno di Pauling nel sostenere le proprie tesi, l'impatto mediatico che ebbero gli studi di Moertel (Mayo Clinic) minò la credibilità di Pauling presso l'opinione pubblica. e la comunità oncologica si concentrò su altri metodi di cura del cancro.[26][25]
Nel 1985 il confronto con Moertel isolò lo scienziato dalle sue fonti istituzionali di finanziamento oltre che dal supporto della comunità accademica e dell'opinione pubblica, uscitane confusa. Pauling aveva comunque degli alleati nella sua campagna a supporto della vitamina C, nell'ambito della quale collaborò con The Institutes for the Achievement of Human Potential[27], un'organizzazione che utilizza terapie alternative nel trattamento di bambini con deficit o lesioni neurologiche.
Successivamente lavorò con il medico canadese Abram Hoffer nell'ambito della medicina ortomolecolare, in particolare applicandosi allo studio di regimi nutrizionali relativi ai micronutrienti e concentrandosi nuovamente sull'utilizzo di megadosi di vitamina C come terapia adiuvante per il cancro.
L'Istituto Linus Pauling
[modifica wikitesto]Nel 1973 Pauling fondò l'Istituto di medicina ortomolecolare a Menlo Park presso Palo Alto in California, che assunse presto il nome Istituto Linus Pauling. Presso l'istituto Pauling condusse ricerche sulla vitamina C oltre a studi teorici in chimica e fisica fino alla sua morte, sopraggiunta per cancro nel 1994, all'età di 93 anni. Nei suoi ultimi anni di vita si interessò al potenziale ruolo della vitamina C nella prevenzione dell'aterosclerosi e pubblicò tre case report sull'utilizzo di lisina e vitamina C nel controllo dell'angina pectoris. Nel 1996, due anni dopo la morte di Pauling, l'istituto divenne parte dell'università dell'Oregon, spostandosi a Corvallis e ad oggi conduce ricerche sulla nutrizione e malattie.
Note
[modifica wikitesto]- ^ Linus Pauling, Molecular Medicine, su osulibrary.oregonstate.edu, Ava Helen and Linus Pauling Papers, October 1951. URL consultato il 5 agosto 2007.
- ^ a b c d e f g h i (EN) Jack D. Dunitz. Linus Carl Pauling. February 28, 1901 — August 19, 1994. The Royal Society of London, National Academy of Sciences of the United States of America. Testo HTML
- ^ Discorso di Linus Pauling alla Natural Foods Exposition del 29 marzo 1982, riportato in Natural Foods Merchandiser, Giugno 1982, p.65.
- ^ a b c Charles W. Marshall, Stephen Barrett (editor). Vitamin C: Do High Doses Prevent Colds?. QuackWatch
- ^ Linus Pauling (1968), Orthomolecular psychiatry. Varying the concentrations of substances normally present in the human body may control mental disease. Science 160 (825): 265–71. DOI: 10.1126/science.160.3825.265 PMID 5641253
- ^ Stephen Lawson. What is Orthomolecular Medicine?. Linus Pauling Institute. Novembre 1999.
- ^ American Cancer Society :: Orthomolecular medicine. Making Treatment Decisions
- ^ Linus Pauling, Vitamin C and the Common Cold, San Francisco, WH Freeman, 1976.
- ^ Ewan Cameron, Linus Pauling. Ascorbic acid and the glycosaminoglycans: An orthomolecular approach to cancer and other diseases. Oncology, 1973, 27:181-92
- ^ Ewan Cameron, Linus Pauling. Supplemental ascorbate in the supportive treatment of cancer: prolongation of survival times in terminal human cancer. Proceeding of the National Academy of Sciences 73:3685-3689, 1976.
- ^ Ewan Cameron, Linus Pauling. Supplemental ascorbate in the supportive treatment of cancer: reevaluation of prolongation of survival times in terminal human cancer. Proceeding of the National Academy of Sciences 75:4538-4542, 1978.
- ^ The Difference Between Dr. Linus Pauling's Recommendations and the Linus Pauling Institute's Recommendation for Vitamin C Intake
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- ^ R. M. Douglas, H. Hemila, R. D'Souza, E.B. Chalker, B. Treacy (2004) Vitamin C for preventing and treating the common cold. Cochrane Database of Systematic Reviews 2004 Oct 18;(4):CD000980.
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- ^ W. D. DeWys WD. How to evaluate a new treatment for cancer. Your Patient and Cancer 2(5):31-36, 1982.
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- ^ Stephen Barrett. The Dark Side of Linus Pauling's Legacy. QuackWatch
- ^ Ted Goertzel, Analyzing Pauling's Personality: A Three Generational, Three Decade Project, su oregonstate.edu, Special Collections, Oregon State University Libraries, 1996. URL consultato il 5 agosto 2007.
- ^ a b Harry Collins, Trevor Pinch. Dr Golem. How to Think About Medicine. University of Chicaco Press, 2005. ISBN 0-226-11366-3 Estratto pp 89-111
- ^ Qi Chen, Michael Graham Espey, Murali C. Krishna, James B. Mitchell, Christopher P. Corpe, Garry R. Buettner, Emily Shacter and Mark Levine, Intravenous Vitamin C Kills Cancer Cells, su pubmedcentral.nih.gov, Proc. Natl. Acad. Sci., 12 settembre 2005. URL consultato il 5 agosto 2007.
- ^ Linus Pauling, Orthomolecular enhancement of human development (PDF), in Human Neurological Development: Past, Present, and Future. A Joint Symposium Sponsored by NASA/Ames Research Center and the Institutes for the Achievement of Human Potential. NASA CP 2063, November 1978, pp. 47–51.