Discussione:Fusione nucleare fredda/Archivio 1

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COMPLIMENTI

Vorrei fare i complimenti a tutti quelli che hanno contribuito a scrivere questo articolo su questo tema molto controverso: lo giudico personalmente come il migliore che abbia visto in rete e su materiale cartaceo, in quanto fornisce un ottima visione di insieme dell'argomento, nonchè utili approfondimenti e puntuali citazioni. Complimenti: continuate così!


Io non mi intendo di Fusione Fredda, ma quello che non capisco è questo : se alcuni ricercatori sono riusciti ad ottenerla, perché altri no ? L'articolo mi sembra poco corretto, e come se dicesse : all'inizio alcuni si, poi "misteriosamente" "la maggior parte" no. Mi sembra un modo strano di definire un processo che comunque qualcuno ha ottenuto e dove ci sono degli studi in corso in Italia e in Giappone (ufficiali) che dimostrano che tutt'ora la fusione fredda avviene, è avvenuta e avverrà, addirittura qui [1] si afferma che hanno ottenuto risultati positivi, ma che hanno sospeso i fondi delle ricerche !( sic!). --Govoch 16:26, Apr 8, 2005 (UTC)

L'articolo, pur nella sua stringatezza, è pienamente corretto. La situazione attuale è esattamente quella descritta, non vi sono, allo stato attuale delle ricerche, prove della sua esistenza. I primi dati forniti, basati spesso su valutazioni non corrette, o troppo entusiastiche, di alcuni esperimenti, sono stati negati da ulteriori esperimenti. Questo è il metodo scientifico. --Madaki 16:42, Apr 8, 2005 (UTC)

Non ho nulla da ridire sul confinamento indotto da muoni. Invece mi sembra troppo ottimista per quanto riguarda il confinamento chimico. L'articolo andrebbe riscritto da un esperto. Siamo oramai nel 2005! 131.114.14.19 22:11, Sep 20, 2005.


dovrebbe essere dato risalto agli studi dei prof.preparata e del giudice e del gruppo di milano, che hanno dato una spiegazione del fenomeno compatibile con la fisica einsteiniana e un modello matematico predittivo per il controllo. anche con effetto Lentz sono noti da tempo fenomeni che sprigionano enorme energia in pochi secondi(altro es. la bomba atomica). il problema è ingegneristico: come utilizzarla, in qualche modo immagazzinarla.

Precisazioni

Il problema della tanto contestata "fusione fredda" non sta nell' "immagazzinamento" dell'energia prodotta, che non avrebbe aspetti di particolare novità (l'energia è prodotta sotto forma di calore a temperatura non molto alta, un reattore funzionante sarebbe utilizzato come una qualsiasi fonte di calore convenzionale).

La difficoltà sta nel poter riprodurre con sicurezza l'esperimento: delle centinaia di tentativi di replicazione effettuati negli ultimi 15 anni, la grande parte non ha dato risultato positivo (il che non nega, sia chiaro, che alcune decine di esperimenti condotti con metodologie del tutto differenti e da parte di gruppi indipendenti hanno mostrato produzione di calore in eccesso).

I ricercatori nel campo della fusione fredda avanzano una spiegazione per questa difficolta: sostengono che i dati sperimentali mostrano che il fenomeno, per prodursi, necessita di un "rapporto di caricamento" di deuterio nella matrice di palladio estremamente elevato e difficilissimo da mantenere. In tutti gli esperimenti riusciti, il rapporto (atomi di idrogeno pesante) / (atomi di Pd) al momento della produzione anomala di calore era uguale o superiore a 0.95

Raggiungere un tale rapporto non solo è molto difficoltoso, ma produce anche gravi stress nella struttura del metallo, e in generale lo danneggia al punto da far ricadere ben presto la concentrazione al di sotto di quel livello. Finche non verra trovata una metodologia pratica per mantenere il rapporto di caricamento a livelli utili, dunque, i successi resteranno del tutto sporadici.

Purtroppo, al momento ho disponibile un solo riferimento ad un articolo scientifico che cita questa teoria, ma invito tutti coloro che ne conoscono altri ad aggiungerli qui sotto. L'articolo citato è stato pubblicato dall'università cinese di Tsinghua ed è firmato da alcuni apparteneti ai gruppi di ricerca italiani sulla FF. Propongo di aggiungere quanto riportato all'articolo non appena ci saranno un certo numero di riferimenti.

Questo è un lenr-canr.org/acrobat/WillFGtritiumgen.pdf secondo articolo dove viene osservata la correlazione tra la produzione di trizio e il caricamento oltre 0.9 del palladio. Va anche notato che l'autore, nonostante ciò, si pronuncia come contrario all'ipotesi della fusione, data l'assenza di neutroni in quella che definisce "la reazione sconosciuta" che genererebbe il trizio. Molti ricercatori impegnati nella fusione fredda contestano quest'ultima affermazione, ma la conferma indipendente del risultato sul trizio da parte di uno sperimentatore scettico è molto importante.


Modifiche apportate

Visto che i link proposti sono stati inseriti nella pagina ma senza spiegazioni, ho provveduto a copiare nell'articolo principale quanto scritto sopra con delle piccole modifiche. --81.208.36.87 11:20, 6 feb 2006 (CET)

Gli ultimi due link aggiunti non mostrano credenziali scientifiche verificabili. Chiedo all'autore della modifica di fornirne, indicando su quali pubblicazioni compaiono i lavori dei ricercatori Iorio e Cirillo e quali siano le loro qualifiche. --81.208.36.87 15:22, 15 feb 2006 (CET)


OT politico

Rimuovo la frase "grazie al taglio ai fondi destinati alla ricerca operato dal governo Berlusconi" poiché senza citazioni che la confermino resta una pura supposizione a carattere politico, che farebbe apparire non imparziale il resto dell'articolo.

Chiunque sia il collega che non si firma

hai fatto molto bene a togliere il collegamento a berlusconi:in questo sito il signore in questione è visto come il fumo negli occhi e si trovano frecciatine sparse in ogni dove. Alla faccia dell'NPOV.

Sull'articolo non posso dire di essere un esperto di fusione ma mi piace molto il modo in cui è stato strutturato l'articolo. in sostanza dici:

- esistono casi sporadici di creazione di calore - i casi sono difficilmente ripetibili (perché le condizioni per la riproducibilità sono instabili) - gli autori hanno ammesso errori iniziali - i detrattori hanno riconosciuto la generazione di trizio.

Insomma il problema sembra essere nel manico, o meglio nel palladio :) e non nella reazione fisica.

Ciò detto io ero molto scettico quando è stata annunciata molti anni fa e resto ancora scettico sul rendimento finale della reazione. La vedo un po' come la balla dell'idrogeno, che per produrlo serve più energia (sporca) di quella pulita che rende disponibile... ;)

Incrociamo le dita e speriamo che stabilizzino sto benedetto palladio (o che si inventino un catalizzatore diverso...)


--Anagramma 19:22, 17 dic 2006 (CET)

L'inchiesta di rainews24

Ho aggiornato proprio ieri la parte storica del documento con una citazione che mi sembrava pertinente.

Avrei desiderio di rinforzare ulteriormente il testo con una ulteriore spiegazione. Trattandosi tuttavia di una affermazione di un certo peso, che potrebbe essere ritenuta solo parzialmente obiettiva, chiedo un opinione preventiva prima di eseguirla in modo ufficiale.


Io vorrei modificare il seguente testo:

 Notevolmente approfondita l'analisi giornalistica di rainews24, che merita una citazione attenta.

In questo modo:

 Notevolmente approfondita l'analisi giornalistica di rainews24, che merita una citazione attenta. La tesi adombrata dal giornalista
 (sulla base di una documentazione accettabilmente obiettiva) è piuttosto seria, e ipotizza l'esistenza di una manovra rivolta a
 modificare le finalità della ricerca da un contesto meramente civile ad uno di carattere bellico.

--Utente:Cloc3 20 dic 2006.


Modifica eseguita.

Chiedo scusa per avere effettuato la modifica prima di eseguire login.
Me ne assumo in ogni caso la responsabilità.

Sebbene abbia voluto attendere una settimana prima di eseguirla, ritengo che il contenuto aggiunto sia da ritenersi oggettivo e pertinente, in quanto riporta un'espressione documentata di un organo di stampa autorevole, che costituisce una testimonianza storica rilevante.

--Utente:Cloc3 28 dic 2006.

Proposta di modifica

Ho lasciato un post sul Milli-bar e anche sull'energy bar. --Gianluca 12:35, 28 mag 2007 (CEST)

Rapporto 41

Dietro indicazioni di non POV sul capitolo relativo al Rapporto 41 di ENEA ho provveduto a modificare, capitolo con i seguenti interventi:

  • Inserimento di una introduzione generale su cosa consiste tale rapporto e sui risultati scientifici (scientifici in quanto sono stati pubblicati da un ente scientifico, con criteri standard nelle discipline scientifiche, da parte un un ente di livello internazionale quale è l'ENEA) da esso conseguiti. Ovvio che potrei mettere in dubbio la qualità dei risultati, ma non i criteri con cui sono stati conseguiti, altrimenti dovrei mettere in dubbio tutto il sistema scientifico, compreso quello che tende ad affossare la Fusione Fredda come fenomeno fisico reale.
  • Eliminazione di una frase sicuramente non POV ("mette in evidenza un atteggiamento di assoluta prevenzione da parte delle riviste scientifiche") che avevo estratto dal testo del documentario RAI, riportato nel sito di Rainews24. Comunque mi rimane il problema di descrivere, in modo POV, il documento RAI che verte proprio su tale questione.

--Abassign (msg) 16:34, 26 apr 2008 (CEST)

Richiesta modifica sulla scarsa riproducibilità del fenomeno

Il testo:

Una della caratteristiche che hanno creato fin da subito perplessità nella comunità scientifica (nonché accese polemiche) è la scarsa riproducibilità dei risultati: delle centinaia di tentativi di replicazione effettuati negli ultimi quindici anni, la grande parte non ha dato esito positivo. Il che ha gettato discredito sull'argomento nonostante alcune decine di esperimenti condotti con metodologie del tutto differenti e da parte di gruppi indipendenti abbiano mostrato una produzione di calore in eccesso.
I ricercatori nel campo della fusione fredda avanzano una spiegazione per questa difficoltà: sostengono che i dati sperimentali mostrano che il fenomeno, per prodursi, necessita di un "rapporto di caricamento" di deuterio nella matrice di palladio estremamente elevato e difficilissimo da mantenere. In tutti gli esperimenti riusciti, il rapporto (atomi di idrogeno pesante) / (atomi di Pd) al momento della produzione anomala di calore era uguale o superiore a 0,95.
Raggiungere un tale rapporto non solo è molto difficoltoso ma produce anche gravi stress nella struttura del metallo e, in generale, lo danneggia al punto da far ricadere ben presto la concentrazione al di sotto di quel livello. Finché non verrà trovata una tecnologia efficace per mantenere il rapporto di caricamento a livelli utili, i successi resteranno dunque del tutto sporadici.

È oramai piuttosto superato, ad esempio attualmente in ENEA (Prof. Violante) i test hanno un tasso di successo che va dal 65 al 75%. Sia nei loro laboratori che in alcuni laboratori USA.

Quindi modificherei riportando quella che è l'effettiva evoluzione storica de fenomeno, ovvero inizialmente (primi 8-10 anni circa) c'è stato un basso tasso di successo, tasso che poi via via è aumentato sino ad arrivare ad un valore medio del 70%. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Abassign (discussioni · contributi).

Interessante. Hai delle fonti attendibili che lo affermino? Se sì potrei rivedere radicalmente la mia posizione nei confronti della fusione fredda :-) --J B 17:12, 28 apr 2008 (CEST)

Il fatto che sto scrivendo questo articolo è legato alla necessità di pubblicare alcuni aspetti dell'attuale ricerca scientifica sull'argomento, togliendo ogni riferimento a lavori non sempre portati in modo corretto. Per questo sto sfruttando la mia rete di conoscenze sul settore e la mia esperienza di advisor tecnologico.
Nel mio lavoro di riordino, che spero essere efficace e neutrale (per questo segnalami/te pure qualsiasi cosa che ritieni/te di non essere POV...). A questo punto sto inserendo una timetable del lavoro di ricerca sulla FF in Italia, in quanto, può sembrare strano, ma è uno dei paesi che hanno portato più avanti tale ricerca; si dice degli americani, giapponesi... ma anche i nostri scienziati... in Italia, hanno e stanno dando dei contributi veramente importanti. Sto anche cercando materiale scientifico che invece porti a valutazioni di inesistenza del fenomeno stesso, il problema è che è veramente poco e quasi sempre privo di documentazione! Il massimo è il lavoro svolto da alcuni laboratori, quasi sempre USA (?), che utilizzando il protocollo sperimentale iniziale (quello del 1989), non hanno ottenuto nessun risultato. Il problema è che tale protocollo, è stato a suo tempo dimostrato dagli stessi autori, è estremamente critico e probabilmente è stato abbastanza un caso che la cella fatta nel 1989 abbia funzionato. Proprio il compianto Giuliano Preparata ha sviluppato un protocollo più sicuro, tale da portare, nei lavori più recenti, a risultati estremamente riproducibili (70% di media) da parte di vari laboratori, questo fatto l'ho già inserito nel documento in quanto mi sembra, data l'autorevolezza dei suoi autori e degli enti pubblici coinvolti nell'impresa, di estremo interesse.
Per finire è ovvio che credo che la FF sia un fenomeno certo, altrimenti non ci perderei tempo neanche a livello professionale, questo potrebbe farmi perdere una attenzione nella neutralità espositiva che sono scuro mi segnalerai/te sempre.--Abassign (msg) 18:10, 28 apr 2008 (CEST)

Questioni di neutralità (o di fisica, forse)

Su richiesta di un altro utente, ho dato un'occhiata alle segnalazioni di POV in questa pagina. Da fisico, ancorché non esperto in questa materia (anzi, proprio perché mi occupo d'altro), rilevo questo:

  1. L'incipit di questa voce dice «La fusione nucleare fredda [...] è un nome generico attribuito a reazioni di fusione nucleare che avvengono [...]». Suggerisce quindi che si tratti di un fenomeno fisico inequivocabilmente osservato, non di un'ipotesi interpretativa di risultati sperimentali tuttora controversi. La voce inglese inizia così: «Cold fusion is a controversial effect reported by some researchers to have been produced from nuclear reaction at conditions near room temperature and atmospheric pressure.» C'è una bella differenza. Non c'è dubbio che alcuni dei contributori alla voce italiana difendano il punto di vista che l'esistenza della fusione fredda è un dato scientificamente provato (per quanto ne capisco, hanno tutto il diritto di pensarla così). Questo però è in contraddizione con quanto discusso nel resto della voce, che è interamente dedicata alle controversie in merito, non alla descrizione del fenomeno fisico;
  2. È stata recentemente inserita un'intera sezione dedicata alle ricerche dal 2000 in avanti in Italia. Buona parte di questa presenta non i risultati delle ricerche in questione, ma le vicende della loro (mancata) pubblicazione su Science, un servizio giornalistico in merito, ecc. Tutto questo va benissimo se si intende la voce come resoconto di un "caso" di interesse giornalistico, politico, ecc., ma se si tratta di una voce di fisica allora colpisce il fatto che su tutta questa parte (le ricerche italiane dal 2000 in avanti) non siano citate pubblicazioni su riviste scientifiche, ma solo un rapporto interno ENEA, un libro dedicato al "caso fusione fredda", un servizio giornalistico televisivo, un lavoro pubblicato negli atti di un convegno. Che un lavoro sia stato rifiutato da Science è scritto, ma non si capisce perché non figurano lavori pubblicati altrove. Nella voce di en:wiki è scritto: «In February 2002, a laboratory within the United States Navy released a report that came to the conclusion that the cold fusion phenomenon was in fact real and deserved an official funding source for research. Navy researchers have published more than 40 papers on cold fusion.» (nella voce ci sono le citazioni che dovrebbero permettere di risalire a questi lavori).

Da notare che la voce in en:wiki è stata protetta (anche verso gli utenti registrati), quindi anche lì ci sono state controversie non piccole. Il punto è cercare di trovare una modalità di esposizione NPOV, ovviamente senza nascondere le controversie che tuttora esistono, ma senza fare delle controversie l'oggetto stesso della voce. Al momento, nella voce italiana risulta evidente la volontà di alcuni contributori di convincere il lettore che la fusione fredda è un fenomeno reale, il cui studio è stato "ostracizzato" dalla comunità accademica. Sono disposto a credere che sia così (anche perché sarebbe una bella speranza per il futuro dell'umanità), ma devo dire che i termini in cui è presentato il tutto qui mi danno piuttosto l'impressione contraria. E credo che l'oggettività, in questo caso, passi soprattutto attraverso un'esposizione più puntuale dei risultati e dei singoli contributi originali che si vogliono mettere in luce, e una minore enfasi sulle vicissitudini di un rapporto, o di un lavoro non pubblicato. --Guido (msg) 18:49, 28 apr 2008 (CEST)

Ad esempio, il fatto che ci sia una sezione intitolata "27 Aprile 2006 Accordo della Soc. Pirelli con l'ENEA", come se si trattasse di una tappa storica della fisica nucleare, mi sembra francamente eccessivo. L'accordo, per quanto si legge, riguarda vari campi di ricerca nell'ambito delle energie "alternative", e fra queste menziona la fusione fredda. In qualunque altro campo di ricerca, una circostanza simile si potrebbe al massimo menzionare in una nota a pié di pagina, ma nessuno penserebbe di dedicarci addirittura una sezione di una voce.--Guido (msg) 12:44, 29 apr 2008 (CEST)

Re:

Sto tentando di riordinare il materiale, ed è veramente tanto, al fine di inserirlo all'interno dell'articolo sulla Fusione Fredda, le note che mi hai inserito credo che siano veramente utili e quindi cercherò di integrarle.
Devo confermare che l'incipit in Italiano è troppo generico, ma quello in inglese mi sembra troppo restrittivo, ovvero fa riferimento a temperature e pressioni spesso non utilizzate per gli esperimenti di FF, quindi è una buona definizione solo per il protocollo di Pons, ma non per tanti altri protocolli. Lo modificherei in qualcosa del genere:

La Fusione Fredda è un controverso effetto riportato da alcuni ricercatori sulla possibilità di avere reazioni di natura nucleare in condizioni fisiche non estreme.

Non so se è meglio o peggiore come definizione, ma sinceramente non trovo di meglio... aiutatemi! Comunque consiglio di escludere di definire room temperature etc... ci sono reazioni di FF che vanno intorno ai 3500-5000 °C (Lavoro di Iorio-Cirillo sulla cella al plasma elettrolitico presso INFN di Napoli). Come ci sono lavori che parlano di reazioni di FF a bassa temperatura ...

Il fatto che ho inserito principalmente documenti dal 2000 in poi è solo per mancanza di tempo, anche se sto iniziando ad inserire esperimenti precedenti legati ad a lavori teorici che hanno in qualche modo lasciato il segno su tali sperimentazioni (Preparata). Comunque l'idea era quella di inserire un capitolo di esperimenti italiani, al fine di far notare il lavoro fatto ed il fatto che l'Italia, sembra strano... vero ? Ha avuto e sta avendo un ruolo di primo piano... non so se a questo punto siamo un popolo di sognatori...

Per il Rapporto 41 concordo che è troppo lungo, penso di utilizzare la tecnica della messa in nota, come ho già utilizzato per altre parti. È una tecnica che evita di leggere troppo testo e nello stesso tempo riporta alcuni punti essenziali del rapporto. Quindi scientificamente valido. Se poi non ha avuto seguito questo è un problema che non mi interessa inserire in questo articolo. Mi piacerebbe avere dei commenti in tal senso...

Sto quasi disperatamente cercando argomenti a sfavore da inserire in equilibrio a quelli a favore, ma vi è un problema non banale, gli argomenti a sfavore sono stati quasi sempre pubblicati tra 1989 e la prima metà degli anni 90, quando la teoria sul caricamento minimo di 1 proposta da Preparata era ancora un po' da comprendere, quindi uno poteva dire che un certo esperimento non funzionava e basta, senza però precisare il valore di caricamento del palladio, ovvio che se questi era inferiore ad 0,94/1 l'eventuale effetto non poteva avvenire. Poi quasi più niente, disinteresse totale, mentre gli esperimenti a favore sono via via decresciuti come quantità, ma aumentati come qualità. L'esperimento di Vittorio Violante, ad esempio, è forse uno dei più interessanti.

Lo spirito di quello che sto inserendo è il seguente, riportare gli elementi essenziali del fenomeno (o pseudo fenomeno...) e lo stato attuale delle ricerche, perché volenti o nolenti con sono società ed enti che ci stanno lavorando. ENEA, ad esempio è un forte produttore di elettrodi al palladio per esperimenti di FF a mezzo mondo... Basta leggere i lavori ed i relativi ringraziamenti.--Abassign (msg) 18:49, 29 apr 2008 (CEST)

Credo che dobbiamo considerare la voce "work in progress" e aspettare che tu abbia concluso il lavoro di riassestamento del materiale, per vedere se alla fine le proporzioni fra i diversi elementi di informazione sembreranno ragionevoli agli utenti "non personamente coinvolti" nelle ricerche sull'argomento. Potrà essere utile, magari, sottoporre la voce a un vaglio, in modo da provocare risposte e reazioni da parte di un maggior numero di utenti (sperando che gli incompetenti si astengano, o quanto meno si limitino a segnalare cosa non si capisce, e i competenti riescano a dialogare senza suscitare flames). Se nel frattempo qualche altro utente inserisse - in sezioni distinte - materiali relative alle tesi opposte, sarà tanto più facile offrire un quadro esaustivo. Tuttavia, mi permetto di insistere ancora nel mio suggerimento di non seguire troppo un taglio storico-giornalistico nel presentare i risultati delle ricerche italiane, semplicemente perché questa è una voce di enciclopedia, non un reportage; forse per scrivere così dettagliatamente la storia di tutta la vicenda sarà meglio aspettare che sia arrivata a una conclusione positiva. Gli stessi dati di fatto si possono semplicemente mettere in termini più "tecnici": tentare di far rivivere al lettore gli stati d'animo dei ricercatori di fronte alle difficoltà nel far accettare il loro lavoro nel mondo accademico va un po' al di là, direi, degli scopi di una voce di enciclopedia. --Guido (msg) 22:56, 29 apr 2008 (CEST)
Concordo sulla possibilità di metterlo in "work in progress", in fondo quando ho iniziato questo lavoro di riordino è stato solo perché ero andato a vedere cosa diceva Wikipedia sull'argomento, poi dovendo comunque approfondirlo per ragioni professionali, sono un advisor tecnologico, la cosa mi ha preso un po' la mano... Quando ho letto per la prima volta l'articolo ho notato che, nella versione italiana, era trattato piuttosto male con varie falle non POV e dai contenuti nettamente superati. A questo punto è nata l'idea dell'approfondimento. L'inserimento delle ricerche italiane, come già accennato, è stato dettato dal desiderio di far capire che nel nostro paese c'è stata e c'è tuttora una scuola scientifica che affronta seriamente l'argomento, non solo, ma la scuola Italiana, insieme a quella giapponese, è quella che ha dato sicuramente i risultati scientifici e teorici, più interessanti. Per questo mi piacerebbe mantenere quel capitolo, comunque ho provveduto ad una sua semplificazione, trasportando nelle note, le interviste sul rapporto 41 in modo da ridurne il taglio giornalistico.
Secondo me, a questo punto è necessario inserire un approfondimento sugli esperimenti stranieri più importanti, per questo potrebbe essere corretto partire dalla traduzione dell'articolo da Wikipedia in inglese.
Il taglio storico che ho dato alla seconda parte dell'articolo nasce dalla constatazione che fino a quando la FF rimane nell'ambito di ipotesi, non è possibile stabilirne, in modo esplicito, una spiegazione fisica e/o teorica consistente, quindi è più corretto riportare i punti principali in cui si è evoluta tale ricerca. In questo modo si para la possibilità a tristi "flames", si da informazione oggettiva e si prepara l'articolo a quando veramente sarà posta la parola fine sull'argomento. Cosa ne pensate ?--Abassign (msg) 23:16, 29 apr 2008 (CEST)
Una aggiunta, per il discorso di inserire gli stati d'animo, che ho riportato nelle note, come da voi implicitamente consigliato, è nato dal fatto che è li il nocciolo della questione. Per ragioni storiche non completamente comprese, in certi ambiti parlare di FF è parlare del diavolo e questo pone i ricercatori a vivere la loro esperienza di ricerca in quel settore quasi come dei carbonari. Questo è un problema per tantissimi motivi, per prima cosa estremizza gli animi, quindi chi vede la FF come fenomeno reale potrebbe essere indotto a fare carte false per dimostrarlo tale, chi lo vede come un fenomeno non reale, viceversa, farebbe carte false per dimostrare che non lo è. Non solo, ma il rifiuto preconcetto di pubblicare i vari lavori da parte di alcune riviste (Basta pensare a Nature, ma anche al più popolare "Le Scienze") non permette di generare un corretto dibattito sull'argomento, da qui la mia lamentela di mancanza di lavori seri che confutassero la FF. Purtroppo uno scienziato viene pagato, direttamente o indirettamente, a successo di pubblicazione, non si mette certo a fare pubblicazioni per negare altre pubblicazioni. Al limite potrà fare lavori per affermare cose che di fatto ne neghino altre. Leggendo la voce in inglese ho notato che è stato costruito un lungo capitolo su di una teoria che cerca di spiegare gli effetti termici riscontrati nei fenomeni di FF come effetti di ricombinazione. Di fatto è una delle poche teorie che cercano di giustificare l'effetto termico riscontrato, ma a questo punto l'esistenza stessa di questa teoria nata per confutare la FF vive solo se esiste l'effetto termico che è comunque l'effetto più scomodo riscontrato negli esperimenti di FF. Se poi facendo le misure si trova effetti termici troppo alti più magari componenti scomodi come l'elio 4 (e di questi esperimenti oramai ce ne sono veramente tanti, quello voluto da Rubbia per ENEA in primis), tutto il castello teorico alternativo va a gambe per aria, come già successo in passato.--Abassign (msg) 23:43, 29 apr 2008 (CEST)

Aggiungo due o tre note (che spero costruttive ai fini di scrivere una voce migliore). Il sapore che resta in bocca dopo aver letto la voce è che ci sia un gruppo nutrito di scienziati italiani che ha condotto delle ricerche sul tema ma che, avendo ricevuto un rifiuto da parte di Science alla pubblicazioni, stia frignando contro la "lobby dei cattivi che vogliono insabbiare tutto". Non dico che questo sia quello che è successo (e non lo credo) e nemmeno credo che sia quello che era intenzione di far trapelare dalla voce. Non di meno è l'impressione che ne ho avuto io. Chiariamoci, la lettera di rifiuto da parte di Science è una lettera assolutamente standard come quotidianamente ne ricevono centinaia di gruppi di ricerca in tutto il mondo. Chiunque abbia mai fatto ricerca conosce la sensazione bruciante e sgradevole di vedersi ritornare i propri risultati indietro con un laconico "non siamo interessati, provate da un'altra parte". La cosa brucia un paio di giorni poi uno sottopone il proprio lavoro ad una rivista con meno pretese. Invece nella voce non trovo traccia di dove siano stati pubblicati i risultati (libri, servizi giornalistici e siti internet non sono soggetti a peer review e quindi contano come il due di picche). Questo lascia il lettore nel dubbio se l'intera comunità scientifica si sia coalizzata per impedire la pubblicazione dei risultati (il che mi parrebbe una tesi un filo complottista), se i risultati siano stati pubblicati e magari siano anche disponibili (male male su ArXiv) o se i ricercatori abbiano rinunciato a pubblicare solo perché Science aveva detto di no. Insomma: se ci sono gruppi che fanno ricerca scientifica di buon livello nell'ambito delle fusione fredda dove stanno le loro pubblicazioni (intendo quelle su riviste internazionali dotate di un buon sistema di revisione)? --J B 12:27, 30 apr 2008 (CEST)

Sulla questione delle pubblicazioni:

Berto, quello che fai notare mi rende consapevole che bisogna ridurre il tono lagnoso, anche se sinceramente comprensibile, del riferimento al rapporto 41. Per questo ci penso su e su tua indicazione cerco di procedere in tal senso, se la cosa la noti vuol dire che è una sensazione che può venire fuori leggendo l'articolo quindi deve essere corretta, ed io ci proverò per primo a voi poi il giudizio, in quanto non vuole essere lo spirito di questa voce.
Per il discorso peer review con strumenti di comunicazione differenti dalle riviste più reputate la situazione sta cambiando in modo non banale. Oramai la pubblicazione si Internet, specie se disponibile ad un giudizio, ed il metodo Wiki si pone tra questi strumenti, sta diventando sempre più comune anche per gli articolo scientifici. Ora qui non ho una biografia completa sull'argomento del modello sostitutivo al peer review, anzi potrebbe essere uno stimolo a che qualcuno documenti la cosa, magari inserendolo su di una voce dal nome Revisione paritaria; ma ti assicuro che nel mondo scientifico, si sta diffondendo, un esempio sono i nostri cugini di http://en.citizendium.org che stanno riscrivendo varie voci del Wiki con un metodo non troppo dissimile dal Peer Review. Comunque come ben sai il metodo Peer Review, specie se vi sono interessi in campo, non sempre è dei più cristallini e puri, come del resto tutte le cose della vita. Ho visto pubblicazioni in ambito medico che venivano recensite da personaggi spesso legati ad interessi commerciali ben precisi. Ma non facciamo polemica, questa non ne deve essere la sede. I lavori pubblicati sulla FF sono spesso stati poi inseriti poi in riviste specialistiche, cercherò di scrivere agli autori in modo da avere tali informazioni per le citazioni fatte e per altre che potrebbero essere inserite, in modo da rispondere al meglio alla tua domanda.
Comunque un intervento giornalistico è sempre fonte potenzialmente attendibile in quanto pubblica e comunque contestabile, ovvio che va verificato con dei fatti, se questi sono inesistenti o falsificati la cosa deve in qualche modo essere messa in evidenza. In questo momento non ho trovato critiche in tal senso, ed alcuni intervistati da me contattati non hanno mai contestato il contenuto della trasmissione.
A proposito per il discorso di mancanza di pubblicazione del Rapporto 41: Il gruppo ENEA stata agendo all'interno del problema della FF non come gruppo di sperimentazione, ma proprio come gruppo di certificazione, cosa per la quale ENEA è spesso chiamata a fare, il Gruppo della Del Ninno ha costruito un esperimento per rispondere ad una domanda fatta da Rubbia sullo specifico argomento e quindi a certificare l'esistenza di un fenomeno che comunque ha generato tante polemiche. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Abassign (discussioni · contributi).
Conosco (per esperienza diretta) piuttosto bene il mondo accademico, delle pubblicazioni scientifiche e del peer review, inclusi i suoi problemi, i suoi difetti e limitazioni. Tuttavia, sempre per esperienza diretta, so benissimo che se Science o Nature si rifiutano di pubblicare un dato articolo la soluzione è proporre il proprio lavoro ad una rivista dalle maglie più larghe ma sempre di livello molto alto (ad esempio Physical Review Letters se parliamo di fisica). Se anche questo fallisce si va alle riviste specialistiche ma pur sempre molto famose (Physical Review C, Europhisic Letters o molte altre). Se proprio si sbatte contro un muro anche qui ci sono sempre le riviste di settore (e qui io conosco bene solo quelle che si occupano di ottica e fotonica ma non dubito che le riviste di fisica nucleare siano assolutamente analoghe). Insomma, un modo per pubblicare su riviste internazionali dotate di peer-review di buon livello lo si trova sempre e nessuno riuscirà a convincermi che ci sia un complotto galattico che impedisce a qualche ricercatore di pubblicare su una delle centinaia di riviste a disposizione. Quindi ribadisco la mia richiesta di fonti o di una qualche ottima motivazione per il quale i risultati sulla fusione fredda non sono stati pubblicati su riviste "affidabili". In mancanza di queste temo che il 90% abbondante di quello che viene detto nella voce sia poco più di un gossip di corridoio. Ma siccome non voglio credere che lo sia continuo ad aspettare con fiducia una lista di pubblicazioni sull'argomento. --J B 11:51, 5 mag 2008 (CEST)
Come avrai notato è stata tolta la parte di critica anche se penso che sia corretto mantenere quello che dice l'inchiesta sul rapporto 41, in questo caso si sta riportando ciò che viene esplicitamente detto da un documento giornalistico. Il non inserirlo, ovviamente, sarebbe una limitazione di documentazione, ricordiamoci che quel rapporto è nato proprio per lanciare quel messaggio. Comunque, parallelamente, ho inserito il peer-review che è stato fatto ad un blocco di ricerche compresa quella in oggetto alla inchiesta, da parte del DoE nel 2004. Il rapporto redatto dopo tale peer-review è stato di fatto negativo proprio sulla forma di tali pubblicazioni, non tanto sulla loro sostanza in cui, di fatto, si sofferma poco.
Credo importante, in una voce enciclopedica che vuole riportare lo stato dell'arte, inserire tutta una serie di elementi che permettano al meglio di ottenere una chiara idea dell'oggetto.
Comunque potrebbe essere interessante o separare il Rapporto 41 come voce, Si fa per le trasmissioni della domenica, che vengono inserite come voci, non vedo problemi a separare il rapporto, a questo punto basta solo inserire un link, così si alleggerisce il tutto e magari si può approfondire la cosa in modo più organico. Anche se un breve riferimento, comunque, andrebbe sempre inserito, nello spirito di completezza dell'informazione in quanto tale rapporto tocca un tasto reale, in quanto le lamentele da parte dei fisici che operano in tale settore ci sono tutte e quindi vanno comunque riportate. Lo stesso spirito che mi ha fatto inserire Il sottocapitolo Critiche sulla corretta esecuzione delle misure che parla delle critiche fatte sull'esperimento di T. Ohmori e T. Mizuno, che sembra la pietra filosofale della FF, ma che evidentemente qualche panno sporco lo ha pure. Nel frattempo ho scritto ai due ricercatori (INFN di Napoli) su questo particolare protocollo, trasmettendo loro la richiesta di delucidazioni in merito.
Ho saputo che non ci sono problemi di pubblicazione di documenti ENEA, quindi è possibile pubblicare il diagramma del rapporto tra produzione di calore e emissione di elio, ora cerco di capire con quale flag. Mi è stato anche fatto notare che invece il processo dei ricercatori M. Fleischmann, S. Pons, T. Bressani, G. Preparata e E. Del Giudice contro Repubblica è in realtà terminato diversamente, ovvero dopo la sentenza di condanna, sono ricorsi in appello ed hanno vinto la causa, informazione da verificare e per questo sto procedendo ad un approfondimento.--Abassign (msg) 21:19, 5 mag 2008 (CEST)
Ho modificato il punto sull'inchiesta, penso che scritto così sia meno lamentoso e comunque riporta, in modo coinciso i fatti. Il resto viene inserito nella nota, che rimane invariata:
L'inchiesta analizza in particolar modo, le difficoltà incontrate dai ricercatori, nell'ottenere la pubblicazione su di una rivista con alto livello di visibilità scientifica.
--Abassign (msg) 21:40, 5 mag 2008 (CEST)

Fusione fredda: alcune considerazioni

Cari tutti, ho letto la voce Fusione fredda, e vorrei fare qualche considerazione:

  • Dal punto di vista della fisica, la fusione fredda è sicuramente un argomento interessante, ma i risultati (come evidente anche dal testo attuale) sono talvolta contraddittori, il che è la motivazione principale dello scetticismo, che fu particolarmente sentito negli anni '90. Il che però (va sottolineato) non impedisce che ci siano pubblicazioni anche su riviste importanti: ve ne segnalo una delle ultime, "Observation of nuclear fusion driven by a pyroelectric crystal"; Nature 434, p.1115 (28 April 2005). Gli autori di quell'articolo sono però molto prudenti: While progress in fusion research continues with magnetic and inertial confinement, alternative approaches—such as Coulomb explosions of deuterium clusters and ultrafast laser–plasma interactions—also provide insight into basic processes and technological applications. However, attempts to produce fusion in a room temperature solid-state setting, including ‘cold’ fusion and ‘bubble’ fusion, have met with deep scepticism. Here we report that gently heating a pyroelectric crystal in a deuterated atmosphere can generate fusion under desktop conditions. Non vedo quindi, almeno negli ultimi anni, uno scetticismo a priori delle riviste scientifiche verso la fusione fredda: certo, i risultati devono essere riproducibili e credibili, ma questo è un prerequisito per ogni pubblicazione scientifica. Vedo nella voce ancora un'eccessiva tendenza a considerare ancora oggi la bocciatura da parte di una rivista scientifica come un segnale di pregiudizio a priori verso la fusione fredda.
  • Per quanto riguarda la storia delle polemiche sulla fusione fredda, essa è diventata purtroppo un paradigma di quello che non bisogna fare nella ricerca: fretta nella pubblicazione dei risultati, assenza di richiesta di consulenze da parte di ricercatori terzi, prima di sottomettere a rivista il manoscritto; dichiarazione alla stampa prima della pubblicazione su rivista; richiesta di finanziamenti prima di una verifica finale alle conferenze. Da ricercatore nel campo della fusione calda, sono sicuro che oggi il campo della fusione fredda potrebbe essere un valido aiuto anche alla fusione "calda": se qualcuno ci dicesse che usando un qualche tipo di catalizzatore, potremmo portare il plasma dalle temperature "esose" di 100 milioni di gradi, a qualche milione di gradi, peggio qualche migliaio, tutti ne beneficerebbero. Purtroppo, soprattutto in America, e soprattutto fino a tutto il decennio 1990, la fusione fredda ha dovuto scontare l'incredibile dilettantismo di chi ha condotto le ricerche alla fine degli anni '80.

Come consiglio finale, io separerei nettamente la parte di fisica, nella quale si fa vedere il corso della ricerca nel campo, dove le ricerche attuali sono né più né meno ricerche come in qualsiasi altro campo della fisica, con tutte le incertezze e i fallimenti e i successi del caso, da una parte in cui si fa riferimento alla storia delle controversie sulla fusione fredda, che sono una storiaccia di politica, "petty jealousies", lotte per i finanziamenti in USA, rivalità fra laboratori, ignoranza dei media, furbizia di qualche "barone" italiano (non fatemi fare nomi per carità...).

In questo modo, facciamo sicuramente una opera di 'civilizzazione' per il pubblico che può accedere a Wikipedia: la ricerca è una cosa, le polemiche tutt'altro. Io eviterei per esempio del tutto una contrapposizione, anche solo concettuale, con la fusione "calda": anche nell'ambito della fusione calda si percorrono molteplici vie, il confinamento magnetico, il confinamento inerziale, gli zeta pinch, etc. Nessuno sarebbe così folle da dire che esiste una via per la fusione (anche se i patron di ITER ultimamente mi inquietano molto sull'argomento). Come vi dicevo sopra, la contrapposizione netta con la fusione calda, che fu il cavallo di battaglia di Pons alla conferenza ACS, fu dettato da dilettantismo, forse disonestà (c'erano in ballo milioni di dollari di finanziamenti), e non fu positivo per nessuno, nemmeno per la comunità della fusione "calda". Io reputo per esempio una perdita il fatto che alle conferenze sulla fusione, in mezzo alla varietà enorme di ricerche che vengono fatte sui plasmi, non si possa conoscere i progressi della fusione fredda, che di fatto è stata relegata in congressi ai quali non va nessuno che non sia di quel campo. --Gianluca 14:20, 21 mag 2008 (CEST)


Ringrazio Luca del suo intervento, mi ha veramente arricchito e mi sta facendo meditare su quanto, in questi giorni ho scritto su questa voce e su quanto con l'aiuto di tutti la possiamo ancora migliorare, questo è il bello di Wikipedia... Comunque questa voce sulla FF è stata da me sviluppata, sulla base della preesistente andando a sviluppare più la parte storica che la parte fisica. La mia volontà di inserire la parte storica è nata dal fatto che la FF non è mai solo stata un argomento di pura scienza, ma anche un argomento che ha generato oltre ad un forte ed aspro dibattito scientifico anche un dibattito culturale. Credo che sia importante questo aspetto, la scienza come tutta la conoscenza umana non è solo un mero esercizio di natura atomistica, ma spesso anche una presa di coscienza culturale che ha dei precisi risvolti su tutta la questione. Un esempio, il dibattito sulle centrali nucleari, per un fisico è un solo un problema di generare un fissione tra atomi di uranio, per un ingegnere di realizzare un reattore che costi il meno possibile, che duri il più possibile e che sfrutti al massimo l'uranio in esso inserito, per un industriale, un esercizio di economia a lungo termine (30-50 anni), per un politico una scelta da far digerire, per la popolazione una paura... Come vedi ciò che è razionalmente una collisione tra particelle, di fatto apre un aspro e eterno dibattito non ancora concluso. Se quindi parliamo di Energia Nucleare è solo giusto parlarne della fisica, o è più giusto sviluppare le alte sfaccettature che spesso sono determinanti nella scelta di utilizzare tale tecnologia ?
Per la FF, in questo momento, non si può parlare della fase applicativa, che non c'è, anche se mentre scrivo queste note, Arata, che è stato uno dei padri della fusione calda in Giappone, nella università di Osaka, ha realizzato un esperimento che dovrebbe essere conclusivo per la validazione, in forma macroscopica, dei fenomeni energetici sulla FF. Secondo me, è naturale che allo stato attuale delle cose, l'articolo punti, oltre ad una sommaria descrizione della fisica (che per ora è solo ipotetica) verso quello che è stata l'evoluzione sperimentale e le reazioni del mondo scientifico e giornalistico verso il fenomeno. Per fare questo ho letto cercato di condensare il contenuto di centinaia di articoli (attualmente, per scrivere le mie aggiunte, ne ho letti circa 200... e fatte diverse interviste a vari ricercatori che operano in ENEA, INFN e privati) che per loro natura sono difficilmente fruibili, al fine di generare un riferimento sullo stato attuale della ricerca e sulle critiche fatte verso di essa.
Certo quando ho iniziato a correggere l'articolo precedente ed aggiungere qualcosa, non pensavo di espandere tanto la materia, ne di inserire un numero così alto di note (che credo essenziali in quanto permettono di generare approfondimenti senza appesantire eccessivamente il testo), ma è stato così. Ho scoperto una materia ancora più complessa ed articolata, una critica stranamente piatta e rara di interventi di qualità, di fatto tutta la critica si ferma a fatti legati agli anni 1989-1993, quando ancora gli esperimenti di FF spesso (90%) non riuscivano in quanto non affrontavano, in modo organico, il problema del caricamento. Oramai invece la situazione sta radicalmente cambiando, intanto sono certi i fenomeni di trasmutazione del deuterio in elio, lo stesso lavoro che hai citato su Nature lo dimostra. Arata, oggi, ha fatto il suo colpaccio, dimostrando che è possibile con 7 gr. di palladio mettere in moto un motore a ciclo di stirling (circa 30W di potenza in uscita), ma presto ci proverà con 50 gr (non lo ha fato in questa occasione in quanto non voleva rischiare di far fallire l'esperimento per possibili inconvenienti...), non solo, ma tutto questo senza utilizzare un elettrolita, ma solo con gas di deuterio e pressione a 50 atmosfere, in Italia Celani sta duplicando l'esperimento e presto lo farà con gli stessi componenti di Arata. Come vedi oramai siamo già verso la fase due di studio del fenomeno, abbiamo di fatto reazioni di FF facilmente innescabili e potenze dell'ordine delle decine di W. Ora si tratta di migliorare l'efficienza del sistema, e cercare di utilizzare altri materiali meno costosi e rari del palladio (interessanti per questo uso sono il titanio e il nichel).
Ma su tutto questo rimane sempre un'ombra grigia, la critica di chi non vuole ammettere che il fenomeno sia reale perché non vi è da esso emissione di neutroni... eppur si muove disse Qualcuno, ai fisici il ricercare il perché!--Abassign (msg) 23:38, 22 mag 2008 (CEST)

re: fusione fredda

sono Vulcano: Ho letto con molto interesse la discussione su fusione Fredda, e vi posso garantire che alcuni esperimenti eseguiti da diversi ricercatori non hanno nulla a che vedere con la fusione fredda ma bensi' possiamo classificarli come saldature in plasma elettrolitico. per classificare fusione fredda un esperimento, alla base di ciò debbono esserci alcune caratteristiche: 1)l'elettrodo non deve consumarsi 2)la soluzione deve restare limpida 3)la reazione deve avvenire nel plasma e non sull'elettrodo che deve restare freddo. 4)la ripetibilità del fenomeno deve essere del 100% 5)sia l'elettrodo che il plasma non debbono essere caricati precedentemente. A fronte di quanto sopra esposto non mi risulta che tutti i vari esperimenti fino ad oggi eseguiti rispettano quanto sopra esposto, inoltre debbo precisare che al surplus di energia dobbiamo calcolare anche l'energia precedentemente immessa nell'apparato. per quanto concerne l'esperimento fatto ultimamente dal prof. ARATA il quale faceva girare un motore STIRLING preciso che lo stesso motore può funzionare anche con il calore di una candela. Attualmente il sottoscritto ha presentato a GROTTAMMARE il 25/4/08 "SUN-HOME" una caldaia termojonica a fusione fredda, funzionante da oltre 2 anni, ma solo la stampa locale dava ri= salto a detta presentazione. Inoltre il 10 di maggio in MILANO ad un congresso su FREE-ENERGY veniva riproposto lo stesso esperimento, nonostante aver contattato WIKIPEDIA - MEDIASET - Il sole 24 ORE - La REPUBBLICA non ci è stato nessun interessamento da parte di costoro chissà perchè????? In italia quando si dimostra che la Fusione Fredda esiste ed è già a livello preindustriale tutti per paura di poteri forti girano la faccia dall'altra parte, però ci interessiamo di quanto succede nel resto del mondo, come se le nostre cose non fossero interessanti. a questo punto capisco perchè i nostri ricercatori vanno all'estero a sviluppare le loro idee Distinti Saluti Alessandro GOI (titolare progetto "SUN-HOME)

Vorrei far notare che gli esperimenti descritti nella voce riguardano tutti esperimenti che hanno portato comunque almeno a delle pubblicazioni scientifiche, ovvero esposte da ricercatori appartenenti che operano direttamente in ambienti scientifichi di tipo accademico o tecnico.
L'esperimento di Arata, come quello di Iorio-Cirillo, per molti versi profondamente differenti, hanno in comune il fatto che sono stati fatti all'interno di ambienti accademici, il primo università di Osaka, con una quasi certa (si attende la pubblicazione a breve) generazione di energia di circa 30-60 W, di natura non ancora chiarita, il secondo INFN di Napoli, con risultati probabilmente positivi, ma dei quali va fatta ancora una forte analisi sperimentale, analisi che Iorio e Cirillo stanno pazientemente compiendo, nei limiti del loro tempo, oramai diversi anni.
L'esperimento qui sopra citato, anche se a me noto, non contiene tali caratteristiche e come essi tanti altri esperimenti fatti da altri ricercatori/inventori in questi anni. Perciò personalmente non ritengo che una sua citazione all'interno della voce Fusione Fredda, sia, allo stato delle cose, corretta. Un giorno, se sarà dimostrata la sua validità da un organo certificatore ufficiale, come per sua natura è una università o altro ente ufficiale di ricerca (es. ENEA), e parallelamente ne sia realizzata una pubblicazione scientifica che ne riporti i risultati ottenuti e ne chiarisca la costruzione (e quindi la sua riproducibilità), personalmente ritengo, che quel giorno, potrà avere i prerequisiti per essere qui inserita.
Se su questa mia considerazione ci sono elementi che qualcuno ritiene non corretti, desidererei aprire un dibattito, credo importante avere le idee chiare su cosa si può inserire e su cosa non si può inserire in una voce così complessa e difficile come questa.--Abassign (msg) 21:41, 26 mag 2008 (CEST)

Articolo interessante

Segnalo questo articolo del 2007, mi sembra interessante: http://www.i-sis.org.uk/coldFusionCondensedMatter.php -- Fabio.gastone (msg) 17:55, 27 mag 2008 (CEST)

Cella di Ohmori, problema delle radiazioni

L'utente "Centro anti-blasfemia", di cui non riesco a raggiunger eil link,

Ha inserito questo passo:

PERICOLO RADIAZIONI
Gli sperimentatori di www.progettomeg.it hanno scoperto che dalla "pila al tungsteno" durante il funzionamento fuoriesce una notevole quantità di neutroni, cosa non segnalata dal sito di J.L.Naudin. Inutile ricordare che i neutroni sono estremamente pericolosi, e vanno opportunamente schermati con piombo, vetro al piombo, paraffina, metacrilato, o altro, e in ogni caso non si dovrà mai restare vicino alla pila durante il funzionamento. Queste precauzioni sono da considerare come indispensabili, in attesa di saperne di più dagli sperimentatori di www.progettomeg.it.

Purtroppo l'ho dovuto togliere in quanto è scritto in modo non corretto e fa riferimento ad un sito di sperimentatori http://www.progettomeg.it che ha poca valenza a livello scientifico. Spero che chi si firma con "Centro anti-blasfemia", di cui la pagina utente non vedo linkata (?), faccia sentire in questo ambito per chiarire l'informazione. Comunque faccio una verifica a livello di biografia.--Abassign (msg) 08:54, 31 mag 2008 (CEST)

Fusione fredda La misteriosa reazione nucleare, che avviene con la fusione di atomi leggeri, viene ancora oggi studiata in molte parti del mondo. Perché é stata tanto ostacolata? A quali risultati sono arrivati i ricercatori? In questa breve rassegna, ipotesi e speranze per la risoluzione dei problemi energetici ed ecologici del pianeta Terra.

Il 25 marzo 1989 é la data storica in cui due coraggiosi ricercatori dell’Università di Salt Lake City (Utah - USA),  Martin Fleischmann e Stanley Pons, annunciarono alla stampa l’aver trovato un modo molto semplice e poco  costoso per produrre energia pulitissima: l’energia derivata dalla fusione di atomi di deuterio (isotopo  dell’idrogeno) a bassa temperatura. In sostanza l’energia del futuro. Nonostante che i due scienziati  disponessero di risultati ben documentati, successivamente riprodotti in più di duecento laboratori sparsi in tutto il  mondo, si innescò una inconcepibile serie di polemiche ed anche qualcosa di più. Una campagna di disprezzo, in  particolare, venne imbastita dai loro colleghi, studiosi della fusione calda , così denominata perché necessita di  milioni di gradi di temperatura ed inoltre di ingenti risorse economiche. Ed anche la stampa e le riviste specializzate rivolsero pesanti critiche al loro operato. Il risultato fu che, dopo il terremoto scatenato  dall’entusiasmo per l’annuncio rivoluzionario, seguì un crescente scetticismo, sconfinato in precise minacce per i  due ricercatori. Essi scomparvero per alcuni mesi, fino a quando approdarono a Nizza. Qui stanno ancora  lavorando per il loro progetto in un laboratorio privato finanziato con nove milioni di dollari dalla IMRA Europe  S.A., impresa affiliata alla giapponese Toyota. Nella titanica lotta di interessi di ogni tipo, il movimento scientifico scaturito dalla fusione fredda é ancora vivo e i risultati raggiunti sono da tenere veramente nella più alta  considerazione, nonostante che essi producano energia di tipo calorico, cioé una forma non nobile, ma pur  sempre benedetta. Inoltre i ricercatori si incontrano annualmente per scambiarsi pareri e risultati. A differenza  della tecnica studiata e portata avanti da circa 40 anni per attuare la fusione calda degli atomi di idrogeno, sfruttando enormi macchine capaci di far arrivare la temperatura interna anche a centinaia di milioni di gradi, la  fusione fredda proposta da Fleischmann e Pons si basa sul principio dell’elettrolisi e sfrutta un’apparecchiatura semplicissima. Facendo passare elettricità tra due elettrodi, uno di palladio e l’altro di platino, immersi in acqua pesante D2 0 (dove D é il simbolo del Deuterio) si può produrre una quantità di energia molto superiore a quella immessa. Secondo quanto sinora accertato, nel reticolo cristallino del Palladio si crea una forma di fusione,
ancora misteriosa, tra i nuclei di deuterio. Il mistero é questo: come può avvenire una fusione tra due nuclei i quali, essendo dotati di stessa carica positiva, in realtà dovrebbero respingersi in maniera molto potente per effetto della forza coulumbiana?

Negli ultimi anni poi sono state sviluppate nuove tecniche che in verità hanno maggiormente aumentato il mistero, come l’uso di particolari accorgimenti sugli elettrodi soprattutto l’uso di acqua normale. Si, proprio l’acqua del rubinetto. Risultati sorprendenti mostrano rendimenti energetici addirittura del 900%. A qualcuno questo non va assolutamente bene. E allora si creano i problemi: ci sono in ballo ricchissimi brevetti e il Premio Nobel. Le teorie della "scienza" sentono in pratica il profumo dei soldi. non secondario é il problema economico: cosa succederebbe, tra l’altro, se tale reazione nucleare arrecasse del benessere a tutta la popolazione mondiale e nello stesso tempo risolvesse il crescente inquinamento del pianeta? Ci accorgiamo purtroppo che il vero problema é l’uomo. Sicuramente il suo spirito é ammalato. Uno spirito che ha portato la scienza in un vicolo cieco dove la saggezza é tuttora evanescente. Ci si chiede poi: é possibile oggi, ed era possibile nei decenni passati rimettere le cose al loro giusto posto per dare un futuro migliore ai nostri figli? La risposta é inesorabilmente affermativa, ma é la volontà dell’uomo che deve entrare in azione per far emergere concretezza e dignità. Dall’analisi storica di questa vicenda si può capire come le scelte abbiano potuto determinare una simile situazione, dove l’interesse personale o delle lobby, é sempre prevalso su quello della collettività. Di conseguenza il modo di produrre energia col metodo della combustione ha sempre avuto il sopravvento, ma i mezzi per cambiare li potevamo già avere sin dagli anni venti e addirittura anche prima. Per restare nel tema della fusione nucleare fredda, ricordiamo l’esempio del chimico tedesco Friedrich Paneth. Questo ricercatore, ancora sconosciuto, nell’anno 1926 pubblicò sull’ "Annuario della Società chimica tedesca" il rendiconto dei suoi esperimenti sulla fusione. Recentemente tali studi sono stati ripresi dal prof. Vyaceslav Alekseyev, direttore del Laboratorio sulle Energie Rinnovabili dell’Università di Mosca. Un altro avvenimento, che reputo di fondamentale importanza é lo studio che Enrico Fermi intraprese negli anni ‘30, per creare un generatore artificiale di neutroni. La nota, a firma di Amaldi, Rasetti e Fermi, venne pubblicata su "La Ricerca Scientifica" nel 1937 e dove si dimostrava la possibilità di sfruttare la reazione atomica:

                       D 2 + D 2 -------> He 3 + n 1
                            1        1                  2       0 

per produrre neutroni necessari per bombardare gli atomi. Per realizzare tale impianto Fermi ebbe necessità di usare acqua pesante, cioè un bersaglio contenente un’alta percentuale di Deuterio allo stato solido. Visto il notevole sviluppo di calore, si dovette ricorrere all’aria liquida per mantenere a bassissima temperatura il blocco di ghiaccio. Forse tutto ciò non é una reazione di fusione nucleare fredda? Anzi, superfredda. Perché allora non venne mai proposta e applicata ? Andando avanti nel tempo, ci sono stati notevoli esempi di questo tipo di reazione, sfruttabile in vario modo, fino ad arrivare al fatidico 25 marzo 1989. Da quel momento centinaia e centinaia di ricercatori si sono costantemente impegnati, nonostante le notevoli avversità, per portare avanti uno dei migliori sistemi per produrre energia pulita. Nel Congresso di Nagoya (Giappone) del 1992, si sostenne che si doveva aprire un nuovo capitolo nella storia della fisica e cioé la nascita della "fisica nucleare dello stato solido". In questa occasione un medico della Pennsylvania (USA) e Presidente della Hydrocatalysis Power, Randell Mills, annunciò di essere riuscito ad ottenere, con acqua normale, risultati ancora migliori di quelli fino ad allora conseguiti e cioè una reazione con un rendimento del 900%. Naturalmente anche in Italia ci sono alcune Università che studiato il fenomeno. Tra i ricercatori italiani dobbiamo citare, senza dubbio, il prof. Giuliano Preparata, uno degli uomini ancora capaci di lottare per la fusione a freddo e di denunciarne la pericolosa situazione di insabbiamento ed in particolar modo l’"intrappolamento" dell’ingegno di Fleischmann e Pons. Recentemente ha dichiarato: "Il fatto che la fusione a freddo sia una small science, e quindi difficile da governare da parte delle oligarchie scientifiche e finanziarie, ne ha permesso, nonostante tutto, la crescita a tal punto che oramai mi sembra molto improbabile che essa scompaia nel nulla, senza portare a maturazione nel giro di qualche anno le idee che ne permettono lo sfruttamento industriale su larga scala". In questi ultimi otto anni in effetti la ricerca ha raggiunto un accettabile livello nel cercare di creare energia a basso costo senza l’incubo dell’inquinamento o di altre diavolerie simili. Ma quando i risultati potevano avere già applicazione industriale, una mente invisibile é riuscita ancora a fermare i più audaci. Consola il fatto che molteplici scienziati, i nuovi apprendisti alchimisti, avessero nel loro spirito la volontà di rendere la vita più sana e più facile al loro prossimo. La natura ancora non ci svela completamente i suoi segreti, e questo perché il materialismo dell’uomo ancora non accetta le leggi dello spirito. E’ un nodo che dobbiamo sciogliere prima o poi perché l’evoluzione dell’uomo verte sulla conoscenza profonda della vita, in tutte le sue innumerevoli espressioni a forme, e sulle leggi che la governano. Rimane indelebile nella mia mente una dichiarazione di un insigne scienziato italiano, Gianfranco Valsé Pantellini: "Mendeleev ha parlato di elementi leggeri, elementi medi e elementi pesanti. Tutta la fisica atomica attuale é basata sull’uso di elementi pesanti. Però il fondamento della FISICA ATOMICA della NATURA, il meccanismo base che consente lo scorrere della vita é dato proprio dagli elementi leggeri e dalla loro suscettibilità di trasmutare a bassa energia". di C. Paglialunga

Il pezzo qui sopra è stato integralmente preso da http://www.disinformazione.it/fusionefredda.htm pregherei di inserire nella discussione argomentazioni proprie, in quanto lo spirito di Wikipedia evita la semplice copia di qualsiasi articolo. Se hai dei contributi o delle cose da riferire oppure osservazioni inseriscile pure qui di seguito, che cercheremo, tra tutti, di approfondirle. Nel caso che volessi far riferimento a del materiale già presente in rete, non inserirlo qui all'interno, ma poni semplicemente un link ed un commento che spiega il motivo per tale inserimento e ricordati di firmare sempre quello che scrivi è un atto di correttezza verso tutti.
Comunque le considerazioni fatte nell'articolo inserito in http://www.disinformazione.it sono relative alla teoria del complotto, ovvero a quella teoria che vede in certi comportamenti dei media, dell'economia etc. elementi di costrizione verso il bene comune dei popoli. Sinceramente ho difficoltà ad pensare la presenza di un riferimento a tale teoria dentro la voce Fusione Fredda, anche perché non vi sono prove in merito, ma solo affermazioni non circostanziate.
Ciao --Abassign (msg) 01:13, 1 giu 2008 (CEST)

Attenti ai copyviol, e citazioni necessarie

Nella sezione qui sopra risulta inserito un pezzo "integralmente preso da...". Attenzione che se non è esplicita la citazione da una fonte (e deve essere una citazione, non la copiatura integrale di un intero passo) si viola il copyright, ed è uno dei peggiori delitti che si possano commettere su WP (i copyviol rendono necessaria la cancellazione selettiva anche della cronologia di una pagina...). Quindi massima attenzione.

A parte questo, ero curioso di leggere (da profano) la sezione sulle "critiche alla teoria di Giuliano Preparata", ma quanto è scritto non mi permette di valutare la consistenza delle critiche, sia perché esposte in modo troppo generico (probabilimente è inevitabile), sia - soprattutto - perché non sono indicati i lavori in cui queste critiche sono comparse. Questo è uno dei casi in cui la citazione delle fonti (in nota) è indispensabile.

Per il resto, sono molto impressionato dalla dimensione e dalla completezza della voce. Penso che alla fine sarà interessante riprendere la discussione sull'alternativa fra un taglio "scientifico" e un taglio "storico", ma credo che non ci siano dubbi sulla qualità del lavoro fatto. Comincio a pensare che l'esposizione "storica" anziché "scientifica" sia effettivamente più appropriata. --Guido (msg) 11:08, 2 giu 2008 (CEST)

In questo momento trovandomi dalla parte del curatore di fatto di questa voce non posso che ringraziarti della tua nota, devo dire che il taglio dell'articolo è di fatto doppio, in questo momento sto ampliando la prima parte, quella più scientifica, tratta sulla falsariga della voce in inglese, che trovo piuttosto completa e ben corredata di elementi biografici. La parte invece storica nasce dalla necessità di espandere la voce su quelli che sono gli sviluppi attuali, di cui l'articolo su Wikipedia in inglese, per ragioni politiche pecca alla grande, sviluppi spesso n corso d'opera e qualche volta anche criticabili, che però hanno un forte peso sul dibattito attuale.
Sinceramente mi piace pensare, per ora, ad un lavoro fatto in queste due parti, in modo che possa coprire le necessità più scientifiche e nello stesso tempo la curiosità di sapere come sta andando questa storia della fusione fredda.
Ovviamente, come la critica a Preparata, alcune parti sono assolutamente incomplete e spero che il sottoscritto e ancor più altri..., possa/no completarle con nuovo materiale, questo è il bello di Wikipedia...
Comunque l'attuale critica Preparata nasce da alcune interviste che ho potuto svolgere con vari fisici italiani, sia essi favorevoli che sfavorevoli alla FF, questo fatto non deve sorprendere, il lavoro di Preparata ha di fatto formalizzato un elemento probabilmente essenziale nel processo, che è il fattore di caricamento del deuterio nel palladio, ma non è certo detto che sia l'unico elemento o addirittura che esso ne sia l'elemento fondamentale. Alcuni fisici, come Piantelli e Focardi, criticano la teoria di Preparata in quanto criticano la genesi stessa alla base del fenomeno, ovvero ritengono che non sia il palladio l'elemento necessario per la reazione, ma ben altro, per questo citano il fatto che Arata utilizza una matrice di Palladio e Zirconio, di cui il primo è solo un elemento di completamento, mentre lo zirconio è l'elemento fondamentale alla reazione, similmente al nichel da loro utilizzato. In queste condizioni del dibattito scientifico è evidente che è utile mantenere una trattazione storica, solo per il fatto che questa permette di esplorare più tipologie di esperienze e di teorie. Credo che in futuro, spero presto..., quando le cose saranno chiarite, sarà utile riorganizzare diversamente la voce al fine di mettere in risalto la parte scientifica rispetto quella storica, la quale rimarrà solo un elemento di completamento.--Abassign (msg) 23:52, 2 giu 2008 (CEST)
Complimenti veramente, sta diventando una bella voce, me la sono letta, così imparo qualcosa anch'io... Io sistemo un attimo le citazioni dei primi lavori di Fleischmann e Pons. --Gianluca 10:50, 4 giu 2008 (CEST)

Rapporto 41 e pubblicazione su Science

Cari tutti, ho letto il paragrafo sul "Rapporto 41", e la sua mancata pubblicazione su Science. Dopo aver letto la lettera di rifiuto a parte dell'editor di Science, devo dire che essa è del tutto normale per una rivista di quel tipo. Nature e Science si rivolgono a un pubblico estremamente vasto, dai biologi ai fisici, agli ingegneri, ai medici, ecc. Questo giustifica il cosiddetto "impact factor", cioè il "punteggio" elevato per una pubblicazione, ma appunto per questo l'editorial board di Science si riserva di selezionare in anticipo solamente gli articoli che hanno un interesse generale. Solo in quel caso l'articolo viene inviato al processo di revisione alla pari, o "peer reviewing".

In questo senso, non trovo del tutto giustificato riportare alla nota [103] il commento di uno degli autori, cioè: Non sono entrati nel merito, non ci hanno neanche consentito l'accesso al processo di "review", che si usa di solito nel mondo scientifico, per cui un lavoro viene mandato ad altri colleghi che ne valutano l'attendibilità ed eventualmente chiedono chiarimenti. In questo caso siamo stati espulsi subito.

Infatti, sul sito di Science, http://www.sciencemag.org/about/authors/prep/gen_info.dtl#manuscript, potete leggere i criteri editoriali della rivista: Papers are assigned to a staff editor who has knowledge of the field discussed in the manuscript. Most submitted papers are rated for suitability by members of Science's Board of Reviewing Editors. The editors at Science consider this advice in selecting papers for in-depth review; priority is given to papers that reveal novel concepts of broad interest. Cioé: "Gli articoli sono assegnati a un redattore consulente che abbia una specifica conoscenza nel campo discusso nel manoscritto. La maggioranza degli articoli inviati vengono giudicati riguardo all'adeguatezza per la pubblicazione dai membri del Comitato Scientifico dei Redattori. I redattori di Science considerano il giudizio di questo Comitato nel selezionare gli articoli per la revisione dettagliata; viene data priorità agli articoli che rivelino aspetti di novità e di vasto interesse".

La risposta di Science ai ricercatori dell'ENEA non fa che ripetere i criteri editoriali di Science, che essendo una rivista ad ampio spettro, si riserva una pre-selezione sulla base di novità/vasto interesse, prima di mandare l'articolo al processo di "peer-reviewing".

Io in sostanza ridimensionerei questo aspetto, rimuovendo e/o cambiando le note [38], [103], e ridimensionando la "notizia" di Rainews24. --Gianluca 18:11, 10 giu 2008 (CEST)

Grazie GianLuca della nota, ho letto varie volte la lettera di Scienze, anche per inserirla nella nota relativa, purtroppo non può essere pubblicata se non indirettamente... Certamente la risposta è soft, ma il problema è che il lavoro da presentare era stato sponsorizzato da Rubbia e quindi, secondo i ricercatori valevole almeno di una risposta meno standard. Comunque un fatto è certo e me ne sono potuto accertare nel tempo con le varie interviste che ho fatto, oramai circa una ventina..., l'argomento è tabù per certi ambienti scientifici (per questo dovrei citare, ma non lo faccio.. una intervista con un noto fisico di Milano), anche se oramai assolutamente certo come fenomenologia (l'esperimento di Arata con riproducibilità del 100% ne è una testimonianza... a proposito a breve uscirà ufficialmente la pubblicazione in inglese... per noi comuni mortali un fortuna... lui parla volutamente solo il giapponese...), ma assolutamente incerto come spiegazione delle cause del fenomeno. Manca qualsiasi supporto teorico valido.
Comunque veniamo alle note:
La nota 38, riporta semplicemente la risposta di Scienze, è un documento ufficiale, noto e comunque agli atti, toglierlo significherebbe negare che ci sia stato il rifiuto da parte di Scienze e ciò, nel contesto dell'argomento Rapporto 41, è come negare il motivo stesso per il quale è stata redatta l'inchiesta. Il mio professore di storia mi spiegava che qualsiasi evento storico debba essere inquadrato all'interno di un contesto, se il contesto lo togliamo allora rendiamo più difficoltosa se non impossibile la comprensione dell'evento. Invece trovo fantastica la nota che mi hai inviato, relativa ai criteri generali si Scienze, di fatto giustifica (e sinceramente non ne vedo nessun contro motivo, ognuno in casa sua è libero di fare ciò che vuole...) tale comportamento e parallelamente rende evidente una certa lagnosità che è tipica del mondo della ricerca quando non vede pubblicati i suoi lavori. A questo punto direi perché non integrare la nota di Scienze, con la nota 38 ? Ovvero il sacrosanto diritto che ha una rivista di seguire la sua linea editoriale ? In questo modo manteniamo il contesto per il quale è stata fatto il servizio e nello stesso tempo ricordiamo che le lamentele della Del Ninno si infrangono di fronte a tale innegabile diritto dell'editore.
La nota 103, nasce dal fatto che credo importante inserire degli approfondimenti documentali per meglio raccontare la trasmissione stessa. Comunque si può benissimo sostituire con questo link il testo, in modo da alleggerire la nota, anche se potrebbe essere un po' scomodo per chi legge, ma se il mantenere tale testo può dare la sensazione di una certa non neutralità... ne può valere la pena. eliminare tale nota mi sembra sempre, come per la nota 38, un atto tropo drastico che renderebbe il capitolo sul Rapporto 41 un po' troppo sospeso per aria.
Comunque continuo a non capire... sto continuando a cercare lavori scientifici che vogliano dimostrare l'infondatezza della Fusione Fredda, al fine di riequilibare la voce, ma non riesco a trovare niente, ovvero trovo solo considerazioni non documentate, sul modello CICAP, che terminano sempre nella scienza patologica, comunque dal 1992-1993 ad oggi, nessun lavoro scientifico con tanto di peer review, comunque non dispero... Lo stesso rapporto del DoE del 2004, in fondo dice che non ci sono elementi ne a favore ne a sfavore ed è quindi meglio continuare a studiarci sopra, anche se con moderazione. Ovvio che se le riviste più prestigiose continuano a negare il Peer Review per articoli di FF, sarà ben difficile dare a tale fenomeno la sua vera e giusta collocazione scientifica, sia in chiave positiva che negativa. Mi viene da fare un buffo dilemma: se la FF fosse dimostrata essere un vero esempio di scienza patologica, l'articolo così strutturato, che opera in chiave prevalentemente storica (visto che non ci sono comunque informazioni spiegazioni scientifiche certe), potrebbe essere mantenuto tale e quale, comprese le note 38 e 103, che in tal caso, diventerebbero essenziali per la comprensione del contesto.--Abassign (msg) 22:09, 10 giu 2008 (CEST)
A proposito del fatto che non si trovano articoli "che vogliano dimostrare l'infondatezza della Fusione Fredda", da profano faccio una domanda: se non erano disponibili - fino a tempi pittosto recenti - risultati sperimentali completi e riproducibili, come si sarebbe potuto scrivere un lavoro per dimostrare che non potevano derivare da una fusione nucleare? Nella voce (all'inizio) è scritto ad esempio «Tale cella, in particolari e non ancora chiarite, condizioni fisiche, inizia ad emettere calore» (a proposito, occhio alle virgole, ce n'è un po' troppe in tutta la voce...) e anche «concentrazioni elevatissime di gas, le quali, in certe condizioni non ancora del tutto note, possono arrivare ad innescare fenomeni di generazione di calore». Se i lavori che presentano questi risultati fanno riferimento a condizioni che non si è ancora riusciti a caratterizzare con certezza, è difficile immaginare di dimostrare a livello teorico che tutto ciò non è possibile. --Guido (msg) 23:59, 10 giu 2008 (CEST)
Guido, se hai visto troppi punti e virgola ed un una punteggiatura terrificante, hai perfettamente ragione... quindi forza dagli una sistematina siamo in Wikipedia ed è il bello di questo splendido strumento!
Per la questione dei lavori che possano dimostrare la non esistenza delle reazioni nucleari tipo LENR (non le voglio chiamare di Fusione Fredda in quanto parecchi ricercatori nel settore, durante le mie interviste, mi hanno spiegato ed a ragione, che l'uso di quel nome non è corretto), come giustamente fai notare, può essere un argomento di lana caprina. Credo che l'unico sistema, ed è stato intrapreso dal DoE nel 2003-2004, è di fare un serio peer-review, quello che in fondo aveva chiesto la Del Ninno con il rapporto 41 presentato a Scienze. se però le riviste più prestigiose, quindi con i migliori valutatori, non innescano tale attività, resta ovvio che la cosa non può avvenire. sinceramente non trovo chiaro tale atteggiamento, come non è chiaro ai fusionisti che ho intervistato nel corso della stesura di parte dell'articolo, sembra esserci quasi un atteggiamento più vicino all'ostracismo che ad una seria critica scientifica. Qualche volta vedo, da parte di tali riviste, peer-review su articoli che hanno argomenti ancora più improbabili e questo è giusto, è giusto che la scienza possa avere elementi di creatività e che questa creatività ad un certo punto possa essere verificata. La Del Ninno come del resto altri, stanno chiedendo proprio questo, il fatto che ciò non avvenga pone, almeno a me, qualche perplessità. Comunque negli ultimi tempi sono stati fatti forti progressi nella riproducibilità, come avrai notato dai contenuti riportati nella voce, questo fatto potrebbe essere un elemento in favore per una maggior attenzione da parte di certe riviste nel referare su tale argomento. Ma a questo punto mi si pone una domanda: quanti lavori sono in realtà fatti in condizioni di riproducibilità semplicemente pessime, come ad esempio quelli riportati dagli acceleratori di particelle ad altissima energia ? Spesso sono esperimenti con risultati che vengono presi sul serio perché previsti teoricamente, ma qualche volta si generano sonore cantonate, come ad esempio le teorie inventate prima della scoperta della massa del neutrino, oppure della presunta isotropia della radiazione di fondo. Poi, fortunatamente, la scienza si può evolvere e quindi recuperare le cantonate prima prese, sostituendole a nuove e smaglianti teorie. Se alcuni centinaia di scienziati vedono delle reazioni che chiamiamo LERN, perché rifiutarle di una analisi più allargata ? Perché rifiutare di approfondire ciò che può non sembrare in accordo con una teoria ? Magari quello che tanti scienziato osservano e chiamano con LERN è tutt'altra cosa, che può essere spiegata senza tirare in ballo il termine di scienza patologica ed incasellarlo in una e ben definita teoria scientifica. Perché tante riviste scientifiche si rifiutano di fare un approfondimento basandosi ancora su considerazioni di 15 anni fa, quando, ad esempio, ancora il neutrino, per la Fisica, non aveva massa ?--Abassign (msg) 22:01, 11 giu 2008 (CEST)

Come ho detto, non ho esperienza in questo specifico campo (e nemmeno in altri campi con potenziali ricadute tecnologiche, con tutti gli aspetti economici connessi). Non fatico ad immaginarmi che la concorrenza diretta con altri progetti (di fusione calda), unita al modo in cui il "caso fusione fredda" è esploso con l'annuncio di Pons e Fleischmann, abbiano determinato una fortissima diffidenza: il resto ne consegue anche senza bisogno di supporre una volontà "ostracistica" da parte degli editori delle riviste. Il punto è che riviste come Nature e Science non pubblicano qualsiasi risultato originale, accettano un lavoro solo se si è in presenza di un vero e proprio breakthrough nella direzione di ricadute tecnologiche concrete di vasto interesse, ben al di là del gruppo ristretto di scienziati che conducono ricerche in un dato campo: un lavoro che non abbia una portata del tutto eccezionale in questo senso non viene neppure sottoposto a refereeing, e questo vale anche per temi che non destano particolare diffidenza. Aggiungi che per qualsiasi rivista, oggi, trovare referees disponibili per tutti gli articoli che arrivano è un'impresa ardua, perché il refereeing è un'attività abbastanza faticosa, espone a discussioni noiose, e non è retribuita. In un'area "di nicchia" e con forti controversie (interne o con altre aree) trovare referees adatti (leggi: non prevenuti in un senso o nell'altro, e ciononostante disponibili a riguardarsi tutti i dati e i calcoli per verificarne la correttezza e l'attendibilità) diventa veramente un'impresa. Se la vedi dal punto vista dell'editor di una rivista, non c'è bisogno di fare molta "dietrologia". Sarebbe maggiormente indicativo, comunque, se ci fossero stati rifiuti anche da riviste specialistiche: ma qui si parla solo di Science o Nature... PS quanto a punti e virgole, per ora non ho proprio tempo per fare il correttore di bozze, non riesco nemmeno a finire di scrivere le voci a cui sto lavorando io... --Guido (msg) 23:03, 11 giu 2008 (CEST)

Concordo in pieno con quanto dici, oltretutto io non sono uno che crede più di tanto ad una azione nascosta da parte di certi potentati tecno-politici, come qualche autore ama citare. La cosa la vedo più semplice, da un lato vi è una editoria scientifica incapace di autocritica, dall'altro la mancanza di referees adatti su argomenti di confine. Questo però è un problema di non poco conto, significa che parte della ricerca scientifica, non solo sulle reazioni LENR si intende, risente di questa oggettiva difficoltà, ma fortunatamente c'è Internet. Ad esempio, nel nostro piccolo di Wikipedia Italiano, scopro sempre più tecnici (prevalentemente fisici ed ingegneri e ... giornalisti scientifici) che stanno riscoprendo l'argomento in questione, non solo ma sono sorpresi della abbondanza di materiale e della attuale vivacità nella ricerca, questo senza scomodare riviste come Science o Nature, che essendo piuttosto generaliste, tendo ad essere lette da certi ambienti per i quali tendono a dare solo certe informazioni. Internet, come era prevedibile, specie nella nostra forma di auto-referee, sta producendo informazione e sinceramente, per merito di tutti, della buona informazione. In fondo quale è il vero valore di un articolo su di una rivista generalista ? Il fatto solo di essere stato citato e referato da quella rivista, niente più. Una sorta di citazione che fa tanto comodo per la ricerca di fondi facendo colpo ai responsabili della R&D di grosse aziende che per comodità leggono solo poche riviste e di quelle pochi articoli, la vera ricerca si svolge in altri circuiti e questo credo che sia lo spirito dei tuoi/nostri interventi. Capisco e mi rattristo quindi pensando al lamento della Del Ninno, in quanto così perde la possibilità di avere un ulteriore finanziamento sul suo lavoro, ma non per questo la ricerca ne ha risentito a livello degli specialisti, anzi l'esperimento della Del Ninno ha solo confermato quello che gli specialisti di LENR già sapevano quasi dall'inizio. In questo caso la mancata pubblicazione sul una rivista che fa audience non ha prodotto danni, il problema è più alla radice, perché non si finanziano ricerche ad elevato rischio scientifico ? Come fanno del resto i fondi di finanziamento a rischio, per i quali è conveniente finanziare 10 ricerche e se solo una riesce questa permette di rifarsi sulle spese delle altre 9 ? A questo punto il problema è nel sistema ricerca, questo non solo per l'Italia, ma anche per tantissimi altri paesi.--Abassign (msg) 16:25, 12 giu 2008 (CEST)
Guido, non ti preoccupare per la correzione di bozze, ci ho rimesso mano e spero di aver migliorato la punteggiatura!--Abassign (msg) 16:25, 12 giu 2008 (CEST)

Piantelli

Caro amici - Can one of you please confirm which day the Piantelli press conference was held? Part of the page references say 20 Febbraio, but the news article, di 19 febbraio 1994, says "una conferenza oggi alle 12" which I understand means "a conference today at 12" (the 19th) Molto grazie

StevenBKrivit (msg) 02:12, 18 giu 2008 (CEST)

Rusi Taleyarkhan

Leggevo un paio di giorni fa su Science la storia di Rusi Taleyarkhan e della "bubble fusion" e mi stupivo che in questa voce non se ne facesse minimamente menzione. Alla fine (nonostante non provi né disprovi la possibilità di raggiungere la fusione fredda) mi pare che sia interessante ed abbastanza enciclopedica. Che ne dite? Aggiungiamo un paragrafo? --J B 12:42, 31 lug 2008 (CEST)

Per ora nessuno ha inserito nella voce Fusione Fredda questioni legate alla Buble Fusion (BF), c'è da dire che nel prossimo ICCF-14 ne parleranno con almeno un paio di lavori. Io stesso, per ragioni professionali, ho seguito alcune questioni legate a tali tecnologie. Purtroppo non è semplice impostare un discorso sulla BF in quanto non sappiamo di cosa si tratti, da un lato sembra, in determinate condizioni, produrre energia e qualche forma di raggi gamma, ma alla prova dei fatti i test svolti non hanno mai dato una conferma definitiva. Inoltre mentre le reazioni LENR sono comunque legate al concetto di caricamento di idrogeno/deuterio all'interno di un reticolo cristallino di un metallo (Palladio, Titanio, Nichel... per ora...) la BF non sembra seguire le stesse regole, vari autori pensano più ad un processo di fusione nel senso classico del termine (Temperature e pressioni altissime) che nasce dal fatto il collasso della bolla precedentemente prodotta dalla cavitazione o da una espansione causata da onde sonore, si generi una sorta di punto quantico che ingeneri le condizioni al contorno utili per l'innesco di tali fenomeni. Potrebbe essere interessante inserire una sorta di nota di disambiguità che porti il termine Fusione Fredda alla famiglia delle ipotetiche reazioni di fusione legate alla cavitazione.
Comunque io stesso, lungo le mie interviste legate alla realizzazione di parte di questo articolo, sono sempre più convinto dell'errore semantico di legare i fenomeni in esso descritti con il generico nome Fusione Fredda, invece del più corretto ed utilizzato in ambito scientifico, termine Reazioni LENR o semplicemente LENR.
Colgo qui l'occasione per chiedere a chi partecipa a questo forum se non sarebbe meglio seguire questa strada:
Il termine Fusione Fredda, trattarlo in modo generico e soprattutto legato al termine giornalistico per il quale è nato.
La trattazione più tecnica attualmente inserita, includerla nella voce LENR, comunque superficialmente descritta dentro il termine Fusione Fredda, inserendo da quest'ultima un link di rimando. A questo punto è facile inserire anche la voce Sonofusione o Buble Fusion, come altri fenomeni comunemente legati con la voce Fusione Fredda.
So che facendo così si fa dimagrire notevolmente la voce Fusione Fredda, ma si invita il lettore ad approfondimenti più precisi con un grosso allargamento dei termini ad essa legati.--Abassign (msg) 10:06, 9 ago 2008 (CEST)
Quoto in pieno Abassign, anche io avevo pensato ad inserire nella FF qualcosa sulla BF, ma effettivamente questa mi sembra ancora "magmatica", nel senso che nono si vede una linea univoca di ricerca (come invece si vede sulla FF). - --Klaudio (parla)BUON 2009 17:37, 2 gen 2009 (CET)

Sulle teorie di Giuliano Preparata

È stata richiesta la fonte del passo:

Per diversi studiosi che operano nel campo della Fusione Fredda, come del resto per molti critici sulla stessa realtà fisica del fenomeno, le teorie di Preparata sono solo un ottimo esercizio teorico di quello che potrebbe essere una possibile estensione della elettrodinamica quantistica, estensione però difficilissima da dimostrare se non inserendo un numero così alto di presupposti, oltretutto non sempre dimostrabili, che rischiano, nel loro insieme, di rendere aleatoria la realtà fisica dei fenomeni da essa stessa previsti.

Il problema è che tali critiche sono state formulate da varie parti del mondo dei ricercatori sui fenomeni LENR, per ora non è stato possibile trovare una documentazione precisa al riguardo di tali critiche.
Però, nel corso di varie interviste fatte nel 2008 in occasione della riscrittura di questo articolo, sono scaturite principalmente da fisici teorici, varie critiche legate proprio alla possibilità di dimostrare tali teorie. Le considerazioni da essi fatte sono piuttosto logiche e mettono a nudo uno dei problemi della fisica teorica, ovvero la creazione di teorie più o meno geniali la cui dimostrazione è praticamente impossibile. Per questo credo che sia necessario mantenere questo paragrafo anche senza citazioni in quanto riassume un parere critico espresso da diversi ricercatori.--Abassign (msg) 01:09, 24 ago 2008 (CEST)

Mi dispiace, ma Wikipedia non deve farsi garante della veridicità o meno di affermazioni qualsivoglia. Deve farsi garante che le affermazioni riportate siano state effettivamente espresse, che è un'altra cosa; e per fare questo, ogni affermazione deve avere la sua corretta citazione. Neppure mi interessa sapere se quello che tali fisici affermano al riguardo delle teorie del prof. Preparata sia vero, falso, condiviso o meno dal resto della comunità scientifica: io sto facendo una considerazione di metodo, in quanto per Wikipedia il fatto è che essi hanno espresso le loro posizioni, non che tali posizioni siano più o meno vere; quindi, come fatto, ha bisogno di una citazione. Se questa circostanza non è riportata, per Wikipedia come fatto non esiste quindi deve essere cancellata. Sergio † BC™ (Censure, vituperî & fellonìe) 01:17, 24 ago 2008 (CEST)
Concordo perfettamente e per questo mi sto attivando, tramite le relazioni nell'ambiente delle reazioni LENR, nella ricerca di tali informazioni, anche per approfondire la questione e quindi completare l'articolo con le relative citazioni. Mi piacerebbe avere altre segnalazioni di aree non completamente citate dell'articolo in modo da poterle completare.--Abassign (msg) 11:09, 26 ago 2008 (CEST)
In questo momento il fisico dell'INFN Francesco Celani, sta compiendo una ricerca per verificare se nel fenomeni LENR che sta testando è possibile intravedere l' Effetto Preparata, questo lavoro dovrebbe permettere di dare una risposta più precisa alla domanda posta dall'Utente:Blackcat --Abassign (msg) 14:26, 4 set 2008 (CEST)