Discussione:Eccidio Gattini

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Commento sullo stato della voce[modifica wikitesto]

La vicenda è molto interessante, ma mancano indicazioni di fonti, sono espresse interpretazioni che contraddicono la cronologia generale degli eventi e la scarsa descrizione è pressapochista. Per quanto diffidi dei blog, segnalo https://vincenzopetrocelliblog.wordpress.com/2017/01/19/i-moti-contadini-e-linsurrezione-dellestate-1860-in-basilicata/

http://www.tommasozaccaro.com/2010/11/28/LaRivoltaContadinaELeccidioDelConteFrancescoGattini.aspx --Bramfab Discorriamo 21:11, 28 giu 2017 (CEST)[rispondi]

Ottimo, una discussione. Allora come vedi, i blog (i quali anche io prendo con le pinze) riportano pressapoco ciò che è riportato nella voce, si legge di moti seppure indotti filo-borbonici (motivazione ufficiale) ma in realtà per la terra e viene citata la vicenda delle terre demaniali che i liberali dovevano assegnare ai contadini per perorare la causa unitaria, creando consensi, è stato corretto l'anacronismo su Francesco II da mio errore di trascrizione (che giustamente suscitava perplessità), è stata citata la fonte letteraria da cui ho preso queste notizie. Non vedo il problema alle mie correzioni che peraltro tu ha chiesto. Inoltre come ben capirai sentirsi dare del fantastorico con testo (se pure di storia locale) alla mano è alquanto irritante. Non ho molto tempo a disposizione, altimenti la avrei curata meglio ed arricchita di "dettagli". --93.40.196.225 (msg) 0:04, 29 giu 2017 (CEST
Il problema del tempo è anche mio, che sulla voce ci sia molto da scrivere concordo e l'ho scritto anche segnalando al progetto competente Discussioni_progetto:Risorgimento#Rivolta_di_Matera perchè merita di essere ben descritta, tuttavia quel poco che oggi contiene in parte è fantastoria è in parte POV pushing. I due blog che ho citato, ma anche altro materiale che trovi facilmente in rete cercando "eccidio Gattini" concordano nella mancanza di valore politico della rivolta, ma parlano di significato economico (salvo voler affermare che l'economia sia politica ...).
Non avvenne come moto filoborbonico, e sarebbe pure anacronistico, neppure si ribellava a un possibile nuovo regno che, permettimi, nell'ignoranza dei contadini era inimmaginabile, sia per il fatto che il Francesco II era sempre sul trono di Napoli e nessuno capiva cosa avrebbe realmente fatto Garibaldi una volta sbarcato sul continente, col suo esercito meridionale. Perché se Garibaldi a parole si dichiarava suddito di V. Emanuele II, nella pratica rimuoveva sistematicamente dalla stanza dei bottoni ogni uomo di Cavour, vi era la prospettiva che non volesse fermarsi a Napoli, ma risalire fino a Roma, i mazziniani erano in fermento e il popolo, che spesso neppure conosceva esattamente il suo nome storpiandolo lo acclamava incondizionatamente ovunque arrivasse. Ricordo che al tempo di questa rivolta Garibaldi e garibaldini erano ancora fermi in Sicilia. Tante cose potevano accadere.
L'andamento di questa rivolta conferma solamente la teoria dei due popoli scritta da Cuoco 50 anni prima, e può essere capita anche leggendo quello che Carlo Levi scrisse 80 anni dopo.
I contadini volevano le terre (non perché promesse da un futuro re mendace, che incidentalmente mai le promise - interessante per i culturi di fantastoria questa chiosa da ritorno al futuro di una mendacità di re antecedente all'arrivo del re, con profetica contestazione rispetto ad un evento futuro ancora da accadere che dovrebbe dovuto includere postumo la frase di cui in anticipo se ne contesterebbe la mendacità) ma da loro attese da decenni, se non da secoli, prospettate loro da disposizioni antifeudali emanate ben prima dell'accadere di questa rivolta, ma mai volute attuare e localmente ripromesse, in una sorta di faida locale da alcuni signorotti contro altri signorotti locali sfruttando gli echi distorti di lontani proclami garibaldini.
Per cui si tratta di contestualizzare la voce, approfondire il necessario seguendo la storia, non strampalate tesi neoborboniche indifendibili e che sanno molto di ricerca originale.--Bramfab Discorriamo 09:54, 29 giu 2017 (CEST)[rispondi]
L'accezione filo-borbonica non è mia ma è la connotazione ufficiale attribuita alla rivolta, io stesso sin dalla nascita della voce ho di fianco denunciato il reale bisogno di terre dei contadini, quello che ho riportato è scritto nei testi che consultai e viene riportato oltre che dai due blog anche da altri siti che ti segnalo http://www.ilmioliceo.org/sito/index.php/9-storia/20-l-eccidio-del-conte-gattini, http://www.castanorestauro.com/frontend/php/shop/libri/63-nccolo-de-ruggeri-i-moti-popolari-di-matera-del-1860-eccidio-gattini.html, perciò credo che vada riportato enciclopedcamente ciò che al momento è stato postulato e che poi siano gli storici a doverne cambiare la collocazione d'ambito.
I comitati di unità nazionale giudati da Giacinto Albini (vicino a Mazzini e Garibaldi) facevano proselitismo verso il popolo per guadagnarne l'appoggio, favorendo l'imminente arrivo di Garibaldi e per il buon esito di quella sommossa di popolo che sarebbe dovuta avvenire di li a poco, difatti il 14 agosto si sollevò Corleto Perticara ed entro il 18 la Basilicata era già liberata dai Borbone ancor prima dell'arrivo di Garibaldi. Per questo la ripromessa delle terre ai contadini effettuata dai liberali e dalla ennesima mancata assegnazione la rivolta per esasperazione, (credere in uno regno che si dimostra negli antefatti già peggiore del precedente?). Rivolta guidata dalla fazione reazionaria certo, comè è già scritto nella voce. Da qui in poi l'avulsione dal nuovo regno è reale, le grida evviva o rrè prima indotte ora saranno d'appoggio ai briganti, perchè le terre continuarono a non essere distribuite. Il tutto ripeto estratto da libri di testo riportati in bibliografia e non interpretato, come d'altronte riportano anche blog e i siti che ti ho segnalato. Non vedo neoborbonismo visto che non lo sono ma solo una vicenda poco facilmente inquadrabile che vien facile leggere da vari punti di vista. Mi son limitato a riportare breveme te forse semplicisticamente ciò che affermano gli storici locali che sono gli unici ad aver trattato l'argomento.
Sull'errore di trascrizione ho già chiesto ammenda.

--93.40.196.225 (msg) 12:04, 29 giu 2017 (CEST)[rispondi]

Premesso che sulle vicende storiche non esistono connotazioni ufficiali, ma di mainstream storico e su questo evento il mainstream storico è concorde nell'indicarlo come evento reazionario tout court, aggettivo usato anche dal blog liceale che indichi e che avevo scartato nella scelta dei blog da indicare in quanto mero prodotto di ripresa da altri blog senza molta revisione critica e il commento di Lacava con cui si chiude, se da un lato conferma la peculiarità di quella rivolta rispetto ad altre, non è un commento di un osservatore obiettivo, ma commento a caldo di chi era ancora impegnato nella lotta e doveva demonizzare l'avversario.
Piuttosto è anche errato il titolo della voce: l'evento descritto è noto nella storiografia come l'"eccidio del conte Gattini" o "eccidio Gattini", anche per il motivo che rivolta non fu, oppure si tiene il titolo rivolta e la voce inizia correttamente a descrivere i fatti a partire dal 16 luglio 1860 come fa Petrocelli e subito ti accorgerai che non puoi definirla borbonica e sopratutto lo svolgersi della vicenda diventa più chiaro.--Bramfab Discorriamo 12:45, 29 giu 2017 (CEST)[rispondi]
Se io trovo descritta su più di un testo una vicenda in un determitato modo io la chiamo versione "ufficiale", vuoi chiamarla visione concorde, per me va bene, visione obbligata (credo sia più corretto), per me va bene, vuoi chiamarlo mainstream storico, per me va bene. Se io trovo scritta in varie occasioni ..il moto seppure connotato filo-borbonico, aveva come spinta il bisogno di terre da coltivare.. e varie, non essendo io lo storico, riporto quello che trovo scritto, vuoi chiamarla reazionaria per me va bene. Per me non è una questione di termini, perciò ti ripeto che; la definizione borbonica non è mia non ci tengo ma ne capisco l'utilizzo da parte di quegli storici che l'hanno dovuta usare. L'ho chiamata rivolta, perchè così lo trovata descritta nei testi a parte la denominazione popolare usata come titolo dal De Ruggeri, io mi sono limitato a rendere nota una vicenda poco conosciuta utilizzando testi adottati dalla Deputazione di storia patria lucana, prontamente inseriti in bibliografia ma non nelle note per pura mancanza di tempo (dovrei nuovamente recuperare i testi), non mi piace usare pagine di internet come fonti, perchè le stesse derivano e a volte in forme deviate dagli stessi e poi si perdono. Ciao --93.40.196.225 (msg) 17:04, 29 giu 2017 (CEST)[rispondi]

Agrimensore[modifica wikitesto]

[@ Mateola]: Il mio dubbio sull'agrimensore, che sarebbe stato incaricato da Albini, è dato dal fatto che la rivolta lucana, promossa dal comitato unitario scoppiò il 12 agosto, per cui a quale titolo Albini poteva incaricare ufficialmente qualcuno di dirimere la questione demaniale a Matera un settimana prima? Oltre al fatto che fin'ora in fonti scritte non ho trovato traccia di ciò, sopratutto in relazione al conte Gattini.--Bramfab Discorriamo 10:12, 4 lug 2017 (CEST)[rispondi]

[@ Bramfab]: purtroppo non conosco a fondo e nei dettagli la vicenda per cui non riesco ad esprimere un parere fondato, tanto è vero che i miei edit in voce sono solo "formali", mentre presumo che tu ti riferisca a questo edit che è stato fatto dall'ip 93.40. Chiedo dunque all'ip di rispondere al quesito posto da Bramfab. --Mateola (msg) 11:37, 4 lug 2017 (CEST)[rispondi]
Io sto cercando di capire le varie apparenti incoerenze, mi accorgo che le fonti storiche abbondano di aggettivi e sono approssiamtive nei dettagli, ma in questo caso si tratta di spiegare quello che mi sembra una incoerenza oggettiva, legata ad un'altra domanda: in luglio ed agosto chi comandava in Lucania, soprattutto quando fini' di fatto il potere borbonico in quei paesi? ci fu per caso un periodo in cui nessuno governava, o meglio il governo di Napoli ormai era esautorato o non considerato più da nessuno? L'eccidio di Gattini sembra essere avvenuto in giornate con assenza di un potere legittimo di governo ne borbonico ne liberale. --Bramfab Discorriamo 14:12, 4 lug 2017 (CEST)[rispondi]
Proverò a cercare se ho o posso consultare qualche testo che aiuti a spiegare tale apparente incoerenza. --Mateola (msg) 16:51, 4 lug 2017 (CEST)[rispondi]
Segnalo questo articolo di giornale firmato da uno studioso locale su un'edizione di agosto 2010 della Gazzetta del Mezzogiorno. In merito all'agrimensore, che era il citato avvocato Giambattista Matera, più di una fonte afferma che fu chiamato dal sindaco di Matera Corazza e non dal comitato unitario. --Mateola (msg) 17:19, 4 lug 2017 (CEST)[rispondi]
Il sindaco era da poco un liberale, quindi è facile comprendere come potesse "ufficializzare" ciò che era deciso dal comitato di unità nazionale, in questo caso espressamente da Albini, l'unica leva su cui potevano contare i liberali erano le terre per i contadini, non potevano permettersi di perderla.
Il link ad Insurrezione lucana aiuta a capire meglio gli eventi ma essendo quella pagina non descrittiva di eventi in generale circoscritti al periodo storico ma descrittiva unicamente di moti unitari, potrebbe indurre in errore l'utente, credo che bisogni specificare come nel periodo storico da cui assurge la vicenda, se ne distacchi. Daltronte nella stessa, la vicenda non viene menzionata. Ciao. --93.40.196.225 (msg) 2:01, 5 lug 2017 (CEST)
[@ Mateola, 93.40.196.255] L'indicazione dell'articolo che sarebbe stato invitato dal sindaco (ossia una autorità locale) mi sembra più plausibile, e congruente con la situazione del tempo. L'articolo aggiunge anche che non sarebbe stata riscontrata alcuna usurpazione di terre, in contrasto con quanto afferma a inizio articolo, e a questo punto sarei curioso di sapere da quale fonte o fonti dell'epoca attinge Riccardo Riccardi. Sottolineo il problema delle fonti dell'epoca per il motivo che le ricostruzioni scritte oggi differiscono tra di loro per dettagli e commenti relativi non secondari (per esempio vedi http://www.tommasozaccaro.com/2010/11/28/LaRivoltaContadinaELeccidioDelConteFrancescoGattini.aspx ) , che se in parte sono risolvibili per l'anacronismo della descrizione, in altri casi sono irrisolvibili senza una verifica di fonti.
La voce Insurrezione lucana è certamente carente, sarebbe da ampliare ed integrare con quanto non ancora non scritto. Si tratta di eventi grossomodo avvenuti tra giugno e settembre 1860 rilevanti per capire la storia di queste terre e quella del passaggio di potere dai borboni ai savoia per quanto le storiografie, di ogni coloritura, sembrino preferiscano riferirsi ad essa con commenti, agiografie, maledizioni superficiali piegando le valutazioni ai propri pensieri, piuttosto che narrarne e descriverne i fatti e gli eventi che vengono sempre mantenuti in un'area grigia.
A 93.40.196.225: perché non ti iscrivi con un nickname, cosi' è più facile comunicare? Non costa nulla (:-) --Bramfab Discorriamo 10:12, 5 lug 2017 (CEST)[rispondi]
Ho tra le mani il testo del De Ruggieri "I moti popolari di Matera del 1860" e quanto affermato dal Riccardi nel suo articolo mi sembra in linea con questo libro, che riporta tra le sue fonti anche gli atti giudiziari del processo a carico degli autori dell'eccidio. Nel libro c'è scritto che l'avv. Giovanbattista Matera, di Miglionico, fu nominato dal Comune per risolvere l'ingarbugliata materia dei demani, e fu coadiuvato dall'agrimensore Spinazzola, di cui però nulla in più si dice. In nota è spiegato che nel 1859 l'avv. Matera aveva ricevuto incarico da Giacinto Albini di organizzare le forze liberali di Matera, Pomarico, Grottole e Miglionico ed era anche membro del Comitato Insurrezionale di Miglionico, e dunque per questo motivo era chiaramente vicino alle posizioni di Albini. In merito alla presunta usurpazione delle terre, indubbiamente vi era stata nei secoli da parte delle famiglie aristocratiche locali un'usurpazione di terre demaniali che il popolo reclamava fortemente: quanto affermato dall'articolo sul fatto che non fu riscontrata usurpazione non è in contrasto con quanto si afferma a inizio articolo, in quanto la non usurpazione accertata fu relativa solo al fondo Murgia che il Gattini aveva chiesto di verificare. Il Gattini infatti, resosi conto del crescente sentimento di protesta, indirizzò una lettera al sindaco in cui scriveva che "onde possa questa popolazione ricredersi di essere l'esponente l'usurpatore del fondo Murgia che da lui si possiede con giusti titoli da secoli, bramerebbe che bonariamente si procedesse alla ricognizione dei confini per mezzo di persone da destinarsi...". Ebbene, ciò che fece precipitare la situazione fu la voce, probabilmente diffusa da qualche oppositore del Gattini, che l'avv. Matera fu visto confabulare con il Laurent (segretario e organista del conte) e dunque accusato di essere colluso con il conte. Infine cito qualche passaggio dell'introduzione al libro del De Ruggieri scritta dallo storico Tommaso Pedio :«Interessati a mantenere il possesso delle terre demaniali che hanno usurpato e convinti che i Borbone non sarebbero stati in grado di tutelarli contro le richieste contadine, i ricchi galantuomini lucani abbandonarono il loro sovrano e si affrettarono ad aderire al programma del Comitato dell'Ordine. Strumento inconsapevole di chi manovra le file e nell'agosto 1860 presceglie la nostra provincia come centro dell'insurrezione contro i Borboni, la borghesia lucana si raccoglie intorno a un programma cui non ha mai eccessivamente creduto e accetta l'annessione al Piemonte perchè soltanto nel Piemonte vede la forza capace di mantenere la preesistente struttura economica e sociale». «Nonostante abbiano contribuito ad affrettare l'adesione della vecchia classe dirigente al movimento insurrezionale e al programma unitario del Comitato dell'Ordine, le manifestazioni contadine sono in genere ritenute episodi marginali di cui lo storico dell'insurrezione lucana può benissimo non tener conto. Non sfuggono però questi fatti a Giacomo Racioppi ma, uniformandosi alla stampa moderata del 1860, che nei fatti di Matera aveva ravvisato soltanto una manifestazione antiliberale degenerata in un episodio di delinquenza comune, e alle conclusioni cui era pervenuta nell'ottobre 1861 la Gran Corte Criminale di Basilicata, nella sua "Storia dei moti di Basilicata e delle province contermini" condanna ancora una volta questo episodio anche se ne ravvisa le cause nella pretesa dei contadini su terre ritenute usurpate. Il cronista potentino Riviello invece ravvisa la causa del tumulto materano nell'insoluta questione demaniale. Gli altri, gli storici liberali, sorvolano su questo episodio e finiscono per ignorarlo». «Era ed è stata convinzione di tutti che nella nostra regione il sentimento di italianità e l'aspirazione unitaria avesse conquistato galantuomini e civili e che la Basilicata avesse da sempre lottato per l'indipendenza e l'unità italiana. Nessuno in Basilicata intendeva accettare le conclusioni cui era pervenuto Francesco Saverio Nitti il quale aveva potuto facilmente dimostrare che, ad eccezione di Giacinto Albini, lucano, e Nicola Mignogna e Camillo Boldoni, pugliesi, tutti i componenti del Comitato Insurrezionale lucano non avevano precedenti liberali ma appartenevano a famiglie che avevano sempre fedelmente servito i Borboni». --Mateola (msg) 13:38, 5 lug 2017 (CEST)[rispondi]
Bramfab grazie per il suggerimento, lo dovrei proprio fare visto che da tempo dissemino wikipedia di IP. Ciao --93.40.196.225 (msg) 9:12, 6 lug 2017 (CEST)

--Luigi Catalani (msg) 12:41, 6 giu 2018 (CEST)[rispondi]